Tradito dalla passione per il calcio

Da contabile a «leader» della ristorazione Da contabile a «leader» della ristorazione Tradito dalla passione per il calcio Non ha retto il confronto con Milan e Berlusconi una carta-documento del favore fatto. Pare non sia ancora arrivata. Alzando i bicchieri per il brindisi, il presidente non è allegro. Gli fanno i conti in tasca: nei dieci anni di presidenza una esposizione personale (o aziendale) di oltre 130 miliardi. Valgono uno scudetto e due successi europei? Siamo stati due volte nella sua villa nel verde, zona San Siro, negli ultimi anni. Ernesto Pellegrini padrone di casa delizioso, sereno, convinto delle sue chances. Nessun problema ad ammettere di avere nel Milan il punto di riferimento da superare. Ivanoe Fraizzoli gli aveva lasciato l'Inter nel gennaio '84, annunciando in lacrime il suo ustizia in tribunale all'u ritiro. L'atto ufficiale veniva stilato il 12 marzo. Così, Ernesto Pellegrini è diventato presidente dell'Inter a 43 anni. Adesso ne ha dicci in più. Marito di Ivana e padre di Valentina, ragioniere, la facoltà di economia e commercio interrotta per accettare il ruolo di contabile alla Bianchi, la fabbrica di biciclette legata a Coppi. Proprio i problemi di mensa aziendale della Bianchi lo indussero a cambiare vita, e assumere l'impegno assieme al fratello. L'inizio dell'escalation nella ristorazione. Il calcio gli è sempre piaciuto. Gioca ancora adesso, in partite di vecchie glorie. L'inizio da presidente lo confortò. Terzo posto nella stagiono '84-'85, dienza per Eni-Sai timi colpi. Adesso, una campagna trasferimenti al risparmio. Sta vendendo Sosa al Beai Madrid, Zenga alla Samp per avere un pezzo di Pagliuca (il resto in soldi). Ha lasciato partire Schillaci e Manicone, comprando giocatori di minor peso. Bia dal Napoli il migliore. Nel calcio, Ernesto Pellegrini chiude la borsa. Bassegnazione per la sconfitta su una piazza pallonaro importante come Milano, con riflessi nazionali? Troppo consistente il rivale rossonero. La sfida personale a Berlusconi persa largamente. Una spia rivelatrice, quella calcistica, di tempi duri per il boss della ristorazione italiana. la sua prima, con gli acquisti di Bummenigge (8 miliardi), Brady e Causio. Calo al sesto posto, con gli arrivi di Tardelli e Fanna. Di nuovo terza l'Inter '86-'87 con Passarella e Matteoli, discesa al quinto C87-'88) nonostante i piedi buoni del bizzoso Scifo. Nel campionato '88- '89, il trionfo. Una cinquantina di miliardi (Berti, Brehme, Bianchi, Diaz e Matthaeus) portavano lo scudetto. Con 58 punti, mai nessuno come quei nerazzurri. Da campioni d'Italia, i nerazzurri vincevano la Supercoppa italiana contro la Samp. Quindi la Coppa Uefa '90-91 bissata quest'anno senza gloria. Con i discussi olandesi: Bergkamp da 20 miliardi ed Jonk da 8. Gli ul¬ Bruno Perucca Milano, interrogati in carcere i vertici della Gu

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