«Ecco l'ultimo sgarbo ai Borboni» di Fulvio Milone

«Ecco l'ultimo sgarbo ai Borboni» «Ecco l'ultimo sgarbo ai Borboni» // duca Carlo: non ci hanno nemmeno invitati L'EREDE DIMENTICATO faccia prevalere un senso di paura nei confronti di tutto ciò che ricorda la monarchia, dei Borbone come dei Savoia». Perché paura? «Credo che dopo tanto tempo dovrebbe prevalere un senso di civiltà proprio di un grande Paese con storie e culture differenti. Ciò che accade qui in Italia non sarebbe pensabile in altre nazioni europee come la Francia e il Portogallo, dove il Conte di Parigi e il Duca di Braganza vengono regolarmente invitati». Il «movimento neoborbonico» ha intenzione di donare la bandiera del regno ai partecipanti al G-7. Non le sembra un'iniziativa folcloristica, dal sapore nostalgico? «Ho sentito di questa idea, e mi fa piacere. Il movimento di cui lei parla vuole riscrivere la storia del Meridione d'Italia. La bandiera dell'antico regno non è certo simbolo di nostalgia, ma di rimpianto per un'autonomia INAPOLI suoi fedelissimi doneranno ai Sette Grandi la bandiera del Regno delle Due Sicilie. Ma lui, il principe Carlo duca di Calabria, 31 anni, ultimogenito dei Borbone, non verrà a Napoli per la grande kermesse del G-7 che ha come scenario proprio i palazzi in cui vissero i suoi avi. Non è stato invitato ad una sola delle tante occasioni mondane in programma, neanche alla cena ufficiale che si terrà sabato nella reggia di Caserta. 1 primi ad andare su tutte le furie sono stati i «neoborbonici», che a Napoli si sono costituiti in movimento. Neanche lui, il principe, l'ha presa bene: «Secondo me - dice - si possono formulare due ipotesi per spiegare questa omissione. La prima è che il governo italiano ignori la storia di Napoli e del Meridione, e quindi non sappia per quanto tempo e in che modo la dinastia borbonica abbia regnato. La seconda, francamente più probabile, è che ancora oggi la Repubblica I duca Carlo di Borbone con il padre a che e stata calpestata e distrutta. E' l'emblema del riscatto per il Mezzogiorno». Crede che il G-7 possa essere un'occasione di rilancio per Napoli? La città sta offrendo al mondo un'immagine di sé completamente l'artigianato, l'occasione andrà perduta». Che sensazioni prova un Borbone nel sapere che dei Capi di Stato entreranno nelle stanze del Palazzo Reale e della reggia di Caserta? «Sono sicuro di interpretare anche il pensiero di mio padre, Ferdinando duca di Castro: provo una grande gioia per il fatto che quei luoghi fatti costruire dai miei antenati stiano tornando agli antichi splendori. D'altro canto, però, sono amareggiato perché non si rende ancora giustizia ad una famiglia, la mia, che ha fatto tanto per il Mezzogiorno. La nostra storia è stata calpestata». Le capita mai di andare a Napoli? «Ci vado molto spesso, sin da quando ero piccolo. A Napoli ho molti amici, quella città è nel cuore mio e di tutta la famiglia». Napoli rinnovata. «Credo che se al summit non seguirà una politica incentrata sulla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, se non verrà abbandonata la grande illusione industriale e non si punterà tutto sul turismo e sul¬ Fulvio Milone

Persone citate: Borboni, Carlo, Savoia