Sulla strada per Napoli Clinton raggela Walesa di Aldo Rizzo

Sulla strada per Napoli Clinton raggela Walesa Sulla strada per Napoli Clinton raggela Walesa VARSAVIA DAL NOSTRO INVIATO Tra le buone parole che Bill Clinton ha detto ieri ai polacchi prima di partire per Napoli non c'erano quelle che il presidente Lech Walesa, il primo ministro Waldemar Pawlak e la grande maggioranza della Dieta volevano sentire. Il Presidente degli Stati Uniti ha offerto molti complimenti, un po' di soldi e qualche rassicurazione sulle garanzie di sicurezza per la Polonia, ma, nel suo discorso di ieri mattina di fronte al Parlamento polacco, ha eluso la richiesta diretta che la sera prima gli aveva rivolto Walesa: di impegnarsi a far entrare la Polonia nella Nato entro un massimo di due anni. «Non permetteremo che la cortina di ferro sia sostituita da un velo di indifferenza», si è limitato a dire Clinton, ripotendo una frase già usata in altri discorsi. Ma non ha neppure annunciato un'iniziativa sul vertice della Nato per accelerare l'ingresso al suo intemo delle nuove democrazie dell'Est Europa, come aveva lasciato intende re di essere disposto a fare. «L'Europa centrale - aveva detto Walesa durante la cena offerta alla prima coppia d'America nel palazzo presidenziale non può diventare una "zona grigia" e un vuoto di sicurezza, un territorio ignoto dove può accadere qualunque cosa. Vorrei che la zona della democrazia e della certezza si espandessero durante la sua Presidenza». Il mandato di Clinton scadrà entro poco più di due anni e il messaggio di Walesa era quindi piuttosto chiaro, soprattutto alla luce della formidabile pressione che la Polonia ha esercitato nei mesi scorsi per essere subito accettata come Paese membro della Nato a tutti gli effetti. Nel suo discorso di fronte alla Dieta, Clinton ha assicurato che il processo apertosi con la proposta di «Partnership for Peace» (che consente agli ex Paesi del Patto di Varsavia un'adesione provvisoria a mezza strada) «alla fine condurrà a un'espansione della Nato». Ma la questione sollevata da Walesa della «zona grigia» è talmente sentita nell'Euro- Clinton ha deposto una corona di fiori al Ghetto di Varsavia Sopra: il premier giapponese Murayama e il sindaco Bassolino pa Centrale che Warren Christopher ha dovuto riunire a Varsavia i ministri degli Esteri di nove Paesi dell'ex blocco comunista. «Voglio essere chiaro - ha detto loro il segretario di Stato americano - per gli Stati Uniti non ci deve e non ci può essere una zona grigia di instabilità nell'Europa centrale e orientale». Ma anche Christopher non si è spinto oltre, limitandosi a proporre nel prossimo futuro un ingresso di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca all'interno dell'Ocse, che, essendo un organismo di coordinamento economico, è cosa ben diversa dalla Nato. Mentre le nuove democrazie dell'Est europeo, e soprattutto la Polonia, temono che l'egemonismo russo prenda il posto di simboli (forse il massimo, insieme alla Naro) della 'vittoria» occidentale nella Guerra fredda. Una vittoria, tuttavia, piena anch'essa di problemi. 11 «club»- al quale la ex casamadre comunista chiede l'ammissione ha le sue difficoltà economiche e sociali, rra l'ancora incerta ripresa produttiva - dopo una delle peggiori recessioni -, la persistente disoccupazione e l'instabilità dei cambi monetari. Secondo il suo stile, d'indicazioni molto generali, ma necessarie per i governi e per i mercati, il Gruppo dei Sette dovrà dire qualcosa sulla caduta del dollaro, sui tassi d'interesse nelle varie aree, su come sostenere o meglio rilanciare l'occupazione. Una crisi ciclica, non certo epocale, però diversa dalle altre, anche per effetto del crollo comunista (vedi il caso tedesco). L'Italia. L'anno scorso, a Tokyo, esordì nel G7 Carlo Azeglio Ciampi, quest'anno esordisce, in tutt'altro conresto. Silvio Berlusconi. Ciampi ottenne un grosso successo, oltre che per le sue qualità personali, per il fatto di avere appena raggiunto quell'accordo sul costo del lavoro, che produce tuttora i suoi effetti. Berlusconi ha altrettante, sia pur diverse, qualità (ha suscitato, si può dire, l'interesse del mondo), ma arriva al vertice di Napoli lasciandosi alle spalle una situazione economica, e anche politica, che non è quella che egli avrebbe desiderato. E anche una situazione psicologica: si pensi all'incredibile eccidio dei marinai italiani in Algeria (spia di una crisi «dal Sud» che dovrebbe preoccupare l'intero G7 oGH). Berlusconi è comunque il padrone eli casa, e questa è insieme un'opportunità e una sfida, per dire che l'Italia andrà avanti con coerenza, i sulla via del risanamento economico e del rinnovamento politico. Sperando tutti che ciò accada davvero. DIETRO IL SIPARIO che per l'associazione economica, esibendo dati e cifre sulla transizione russa verso la democrazia di mercato. In effetti, e fortunatamente, non mancano segni di progresso, ma è ancora presto perché i problemi economici russi possano essere omologati a quelli del triangolo Usa-Unione europea-Giappone. Diverso è sul piano politico, dove comunque la Russia è rimasta una granile potenza, per il suo arsenale strategico e per l'influenza su tutta una serie di questioni, dalla Bosnia alla crisi atomica tra le due Coree, che può investire tutta l'Asia. Quanto al piano economico', le condizioni del G7 per una piena associazione conservano un valore «pedagogico», di stimolo a riforme sempre più profonde e coerenti. E dunque il G"7 è uno dei Aldo Rizzo