Misurazioni automatiche sui jet di linea

OZONO OZONO Misurazioni automatiche sui jet di linea UN passeggero speciale accompagnerà i viaggiatori in volo sugli Airbus 340 che entreranno in servizio con alcune compagnie europee. Si tratta di un laboratorio chimico automatico, capace di misurare l'ozono nell'aria e di contribuire allo studio dell'inquinamento dell'atmosfera. L'apparecchiatura (il peso è quello di un passeggero con il suo bagaglio) sarà ospitata nella stiva, proprio sotto la cabina di pilotaggio. Il primo velivolo così equipaggiato è stato consegnato recentemente alla Lufthansa. Insieme con altri quattro, prenderà parte al progetto Mozaic, un programma proposto dall'Airbus Industrie e coordinato dal Cnes, il centro nazionale francese per la ricerca scientifica. Mozaic significa Measurement of Ozone on Airbus In-Service Aircraft, cioè misurazione dell'ozono su velivoli Airbus in servizio. Per due anni, cinque Airbus 340 impiegati sulle tratte intercontinentali con i colori di Air France, Lu Ihansa, Sabena e Austrian Airlines registreranno ogni quattro secondi la presenza di ozono e l'umidità dell'aria, oltre alla posizione, alla quota e alla velocità. In un volo di 12 ore verranno compiute 200 mila rilevazioni. . Tutti questi dati serviranno per migliorare la comprensione dei mutamenti introdotti dall'inquinamento nella troposfera, la parte di atmosfera che si estende da terra fino a 8-15 chilometri d'altezza (è maggiore all'equatore e minore in corrispondenza dei poh). In particolare, si vuole conoscere ciò che avviene proprio al confine superiore di questa fascia, che coincide con la quota di volo dei jet. L'allarme ambientale è legato all'aumento nell'aria di sostanze come ossido di carbonio, metano, ossido di azoto e ozono, la cui concentrazione nella troposfera è cresciuta cinque volte dal 1870 a oggi e continua ad aumentare nell'emisfero settentrionale dell'uno o due per cento l'anno. Se l'ozono nella stratosfera è indispensabile per la vita, poiché assorbe le radiazioni che provengono dalla spazio, non si può dire altrettanto della sua presenza a quote più basse. Elevate concentrazioni di questo gas sono pericolose per la salute. Il livello massimo ammesso ( 120 parti per miliardo) al ritmo di crescita attuale verrà raggiunto entro cinquant'anni. La forte presenza di ozono nella troposfera è anche considerato uno dei fattori responsabili dell'effetto serra. Tra le cause dell'eccesso di ozono, al primo posto ci sono le reazioni chimiche provocate dagli ossidi di azoto emessi nei processi di combustione delle industrie, degli impianti di riscaldamento e dei motori. Una parte di queste sostanze raggiunge la fascia superiore della troposfera, dove si somma agli scarichi degli aerei. Quest'ultima è una fonte d'inquinamento poco rilevante in termini assoluti (in tutto l'aviazione mondiale produce appena il 2 o 3 per cento delle emissioni di ossido d'azoto), ma di particolare interesse poiché avviene direttamente a quote di 8-12 mila metri. Il programma Mozaic, che è finanziato per metà dall'Unione Europea e per l'altra metà da un pool di centri di ricerca pubblici e privati, servirà agli scienziati per verificare le teorie sulle reazioni chimiche che si verificano a quelle altezze. Le rotte dei cinque Airbus consentiranno di raccogliere dati su ampie aree del pianeta. A questa osservazione estensiva, si affianca un'altra iniziativa che vede anch'essa protagonista il nuovo quadrireattore europeo. L'Airbus Industrie ha deciso di mettere a disposizione della comunità scientifica il prototipo dell'aereo per ricerche sull'atmosfera. Aargos (Airbus Atmospheric Research Global Observation System) è il nome del progetto che mira a investigare un ventaglio di sostanze molto più ampio del programma Mozaic. Trasformato in laboratorio volante, l'Airbus 340 numero 1 sarà pronto nella seconda metà del 1995 per affrontare la prima campagna di studio, dedicato alla misura dell'ossido d'azoto sull'Atlantico del Nord. Una ricerca che, seguendo alcune tra le rotte più battute dai jet, potrà essere preziosa proprio per valutare l'impatto ambientale del trasporto aereo. Giancarlo Riolfo

Persone citate: Giancarlo Riolfo, Ozone, Sabena