PERCHE ODIARE LA SINERGIA SE SI AMA L'ENERGIA? di Stefano Bartezzaghi

LA POSTA IN GIOCO LA POSTA IN GIOCO PERCHE' ODIARE LA SINERGIA SE SI AMA L'ENERGIA? «piacere!» (detta quando ci si presenta) e chi odiava la parola burattino (quest'ultimo è Guido Ceronetti, che ha dichiarato la sua «allergia acustica» per il sostantivo). 1 neologismi sono fra le parole più moleste, perché con un neologismo c'è sempre la speranza che scompaia prima che ci siamo abituati o rassegnati. Intanto l'odio ha buon campo. In merito alla lingua siamo tutti leggermente conservatori (nessuna nuova, buona nuova): è difficile che di una parola che si ascolta per la prima volta si pensi: «che bella!». Fatto questo elenco che probabilmente non è completo, dovremo calmarci e ripensare alla questione. Non dobbiamo essere troppo condiscendenti con questi nostri fastidi: la lingua è quella che è, e la noia, il furore, l'irritazione che talvolta ci provoca sono la stessa noia, furore e irritazione che ci provoca, talvolta, l'essere al mondo (e in particola¬ re dal dentista). ri, più facili. muntari. Complimenti). Ma, inoltre e infine, l'abominevole partnerariato è una traduzione goffa e ideologicamente ipocrita di partnership. Incomincia straniera e finisce italiana, come se fosse stata naturalizzata lungo il suo percorso. Non è una parola, è un testo a fronte. (Sembra di tornare ai tempi in cui si traducevano i nomi stranieri: Ludovico van Beethoven, Marcello Proust, e magari Paolo McCartney e Giovanni Lennon). Per non esagerare con l'insofferenza, ho cercato di redimere partnerariato tramite anagramma. Peggio che andar di notte: il partnerariato = parola irritante. Appena nata, ce l'hanno tutti con lei. Incomincia a starmi simpatica. Scrivete a: Stefano Bartezzaghi, «La posta in gioco», La Stampa - Tuttolibri, via Marenco 32, 10126 Torino. Il caso che mi sembra più ragionevole è quando l'odio per una parola coincide con l'odio per un linguaggio, e in quella parola si acquatta un'intera, perniciosa ideologia. Prendiamo il caso più attuale. Ieri, per la prima volta, ho ascoltato la parola partnerariato. Mi par di capire che significhi «condizione di chi è partner» ovvero «forma di associazione fra partner». Mi par di intuire che nasca da un calco su azionariato (parola che gode di una recentissima fortuna). Partnerariato è una parola orribile nel suono, demente nella grafia, discutibile nel significato. Ricorrerà, se non decedè presto, in circostanze pomposamente vuote, in contesti linguistici fasulli, sulla bocca di persone deplorevoli, tanto più deplorevoli poiché la sorte li bacia in continuazione, come se cercasse il rospo da trasformare in principe. Che fare di una parola così? pCi sono parole che odiamo perché odiamo coloro che le usano. Sinergia non ha un suono più brutto di energia. Significa «collaborazione», nel senso di «sforzo comune organizzato». Se la si odia tanto è perché una sorta di acido sinergico ne ha corroso le fondamenta. Dietro alla parola sinergia vediamo la faccia di chi la pronuncia: è la faccia di qualcuno che crede di essere il sale della terra. Infine si possono odiare le parole per motivi personali. E' un caso molto diffuso in merito ai nomi propri. Ho ben due amici che odiano il nome Maria Grazia perché hanno conosciuto delle Maria Grazia assai antipatiche. Nelle liste di proscrizione di luttolibri si incontravano però anche parole dall'aspetto del tutto innocente. C'era chi odiava la parola metallo, chi odiava la parola sorbetto, chi odiava la parola uretra, chi odiava la parola Prima di scaraventarla dentro a un tombino possiamo provare a rintracciarne l'ideologia. Ho sentito usare partnerariato in rapporto all'unificazione europea, che tanto più è parolaia quanto più diventa improbabile (è «in discussione»). Un elemento di antipatia ideologica è questo: che è una parola sorta per auspicare e far sembrare imminente ciò che non c'è, e di cui si vedono solo le premesse venir meno a una a una (finora l'Unione Europea è stata una questione di targhe automobilistiche, di sigle sulle acque minerali e di parole come partnerariato o extraco- Stefano Bartezzaghi

Persone citate: Giovanni Lennon, Guido Ceronetti, Marcello Proust, Maria Grazia, Paolo Mccartney, Stefano Bartezzaghi

Luoghi citati: Torino