BEATRICE COMMENGÉ': E' VERO, HO DANZATO CON NIETZSCHE

BEATRICE COMMENGÉ': E'VERO, HO DANZATO CON NIETZSCHE BEATRICE COMMENGÉ': E'VERO, HO DANZATO CON NIETZSCHE trice leghi ogni nuova parola del filosofo a una roccia, a una sosta lungo il lago di Silvaplana o sul sentiero per Zoagli, al sole che nasce e al freddo che incombe. E' la vicenda della sublimazione attraverso la fatica e del pensiero che cerca un accordo selvaggio con il naturale. Al Nietzsche che impara a «scrivere con il piede», Beatrice Commengé è arrivata dalla danza. Diplomata (teoria e pratica) alla Sorbona, aveva desiderio di scrivere un libro sul rapporto tra letteratura e danza. A Parigi viene subito spontaneo pensare e Valéry, a Mallarmé, ma: «Questi autori io li ho scartati perché mi sembravano troppo estetizzanti, troppo teorici. Poi trovai quella frase di Nietzsche: non crederò che a un Dio che sappia danzare. Ripresi in mano le sue opere che avevo già letto. Per due anni non ne uscii. Non volevo un libro astratto: decisi di seguire il corpo nel corso della sua metamorfosi e nel suo pellegrinaggio, nella sua fuga continua da un luogo all'altro». Dice cosi la minuta romanziera nata ad Algeri (due libri di narrativa e una biografia di Henry Miller all'attivo). E' di passaggio a Milano, tappa di ri- stato verificato. Sia la parte teorica che quella pratica. So se è stato a Rapallo oppure davanti a quella minuscola penisola sul lago di Silvaplana che Nietzsche ha trovato quella frase che inseguiva. Ho rifatto tutto il suo viaggio». Lei dedica molte pagine all'acuta meteoropatia di Nietzsche. Che senso ha per lei questo suo continuo cercare il clima amico? «Era il tentativo di armonizzare il tempo e lo spazio. Si sforzava di possederli entrambi, di usarli per la propria ricerca». L'eclettica Beatrice Commengé potrebbe ora seguire due cammini divergenti. Lasciare ancora libero il piede nomade (e in effetti ha appena terminato un Journal de voyage dedicato a Alessandria d'Egitto). Oppure perseverare nelle biografie di uomini di penna e di danza. O di ballerine. Uno è disponibile da tempo. L'autore (anche) di alcuni misconosciuti balletti mitologici come Fulmini e saette e Scandalo negli abissi. Louis-Ferdinand Celine che ancora implora: «J'attends toujours que l'on danse un de mes ballets! mon rève!». /■ rièili'ìi li A i( •IzscIh torno dopo un viaggio nel sole della Puglia. Deve essere difficile, dopo che si è letto ogni opera dell'autore e i tanti saggi critici pubblicati, prendere la penna e scrivere, di colpo (cosi è nel libro): «Si è mai visto, sulla Riviera di Levarne, autunno più triste e più umido di quello del 1882? Dov'è finita la luce?». Ci vuole una certa sicurezza per attaccare il soggetto così di colpo... «Il mio libro e scritto come un'opera di fiction, ma tutto è Michele Neri

Persone citate: Beatrice Commengé, Ferdinand Celine, Henry Miller, Michele Neri, Nietzsche

Luoghi citati: Alessandria, Algeri, Egitto, Milano, Parigi, Puglia, Rapallo, Zoagli