«Vi farò scordare Frank Sinatra»

«Vi furò scordare Frank Sinatra» Serata parigina di Harry Connick, cantante americano rivelato in Italia da Arbore «Vi furò scordare Frank Sinatra» Uno stile tutto nuovo e un'allegria quasi tropicale PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Bel ragazzone dai muscoli di ferro e dai lineamenti marcati, Harry Connick jr. da New Orleans è conosciuto in Italia soprattutto per aver scritto le musiche del film «Harry ti presento Sally» e grazie ad una trascinante serata con il suo mentore Renzo Arbore, che se l'era portato a Firenze per farlo suonare in uno special su Raiuno. A chi è più appassionato di musi ca, nei cinque dischi che Harry ha inciso non sarà sfuggita la straordinaria somiglianza con la timbrica di Frank Sinatra: somiglianza che ricorreva in certo repertorio di canzoni polverose quanto affascinanti e della quale Connick si è un po' annoiato, come chiunque senta di aver cose da dire in proprio. Eccolo dunque, nel locale liberty «Le Bataclan» di Parigi, esibirsi in uno showcase dal repertorio del tutto inedito: canta e suona pianoforte e tastiere, in uno stile trascinante e scoppiettante di allegria quasi tropicale le canzoni del nuovo disco «She» (in uscita lunedi prossimo) nel quale imbocca una strada più personale e scanzonata, più giovanile ma ugualmente raffinata. Un disco scoppiettante di funky, ma per palati fini, dove non dimentica le lezioni del jazz e dello swing, ma le inserisce in un'atmosfera originale, mescolate con rock'n'roll sincopato («To love the language») con il Mardi Gras di New Orleans («Here Comes The big Parade»), con l'educazione al pianoforte classico («Booker», ballata dedicata al suo «insegnante»), in un insieme molto «connickiano». Circondato dall'aura del piccolo genio, Harry con la sua aria da patatone americano educato e un po' svagato, è uno che in realtà sa il fatto suo, e sul palco bisogna vedere che energia esprime, con i bravissimi musicisti neri, mentre traccia sapientemente confini fra sé e la tradizione del cajun e dello zydeco. Più tardi, fra gli ori e gli stucchi di un albergo parigino che ci ha fantozzianamente stupefatti, Connick spiega con modestia che ha scelto questo nuovo filone per far divertire la gente: «E' musica facile da suonare, che ho sempre suonato. Amo il jazz, ma voglio avere la chance di fare qualcos'altro. Il paragone con Sinatra v. un grande complimento, ma dopo questo disco sono sicuro che nessuno se ne ricorderà più». Poi quasi s'arrabbia a sentir no¬ minare «anche» Jerry Lee Lewis, a proposito del suo modo di suonare il pianoforte: «Lui non è un vero suonatore di piano, io sì». Non si adonta affatto, invece, se gli si chiedono notizie di un curioso incidente accadutogli qualche mese fa, quando venne arrestato a New York - lui, figlio del Procuratore Distrettuale di New Orleans per possesso abusivo di armi. «E' una storia stupida. Non conoscevo le leggi dello Stato di New York, e sono arrivato all'aeropor- to con una scatola che aveva dentro una pistola: era un regalo che dovevo fare. Ho denunciato agli agenti quel che conteneva la scatola, e loro mi hanno arrestato. Ho passato una notte in prigione e poi sono uscito: tutto qui*. Il ragazzone non ama esser paragonato a Sinatra e a Lee Lewis, però gli sembra normale regalare una pistola: vai a capire la gente. Perché, dopo lo special con Arbore, non si è più fatto vivo da noi? «La mia casa discografica ha deciso di farmi battere Francia e Inghilterra: ma io amo l'Italia e spero di venirci presto, magari per il tour europeo d'ottobre». Marinella Venegoni Arresto e carcere per una pistola «Ma era un regalo destinato a un amico» Connick jr: sue le musiche di «Harry ti presento Sally»