«Tex pagava i finanzieri»

«Tex pagava i finanzieri» «Tex pagava i finanzieri» Sotto accusa anche Veditore Bone Ili MILANO. «Gulp!». Mancavano solo i fumetti nel calderone di Tangentopoli, ultimo capitolo le manette agli ufficiali della Guardia di finanza. E adesso si scopre che nella vicenda ci sono pure loro, Dylan Dog, Tex Willer e i suoi pards, o meglio il loro editore Sergio Bonelli. La casa editrice avrebbe pagato per «addomesticare» i controlli fiscali dei finanzieri. Tutto ancora da verificare, certo. Bonelli, che ammette di aver subito controlli fiscali, smentisce l'accusa. Oggi, intanto, nel carcere militare di Peschiera, sono previsti i primi interrogatori dei sei graduati arrestati. Uno in realtà manca ancora all'appello. Si tratta del generale di brigata Giuseppe Cercello, inseguito da un ordine di custodia cautelare per corruzione aggravata. «Il generale non è latitante nè in fuga perchè non ha nulla da coprire - precisa il suo legale, Carlo Taormina - E' stato raggiunto dall'incredibile notizia, che lo indigna e di cui respinge con disprezzo i contenuti, attraverso gli organi di stampa, mentre era in congedo per ragioni di salute». Cercello, fa sapere il suo avvocato, «valuterà nei prossimi giorni» come «prendere conlatto» con gli inquirenti. Nel carcere di Peschiera è arrivato pure il lenente colonnello Carlo Capitanucci, superispettore del Secit. Lunedì sera, si è consegnato ai (suoi) uomini delle Fiamme Gialle. A chiamare in causa l'alto ufficiale è il titolare della «B-Ticino», azienda che produce materiale elettrico. Secondo le accuse Capitanaci, avrebbe preteso 500 milioni per evitare controlli di natuia contabile e fiscale. L'industriale rifiutò e i controlli scattarono, ma le Fiamme gialle non trovarono irregolarità. L'elenco delle aziende coinvolte è lungo: si va dalla Saima Trasporti che versò 45 milioni al colonnello Tripodi, alle società radici Filati, Sitia Yomo e Leigler Tessili che versarono 90 milioni al colonnello Angelo Tanca e 85 milioni al tenente Giovanni Giovannelli. Cifre ancora da accertare sarebbero state pagate poi dalle società Tot, Galileo, Tubi Sarplast e Jakil. «E' un problema istituzionale», dice Antonio Di Pietro che almeno in un caso, quello del tenente colonnello Giovanni Giovannelli, si trova a dover firmare l'ordine di custodia per un suo stretto collaboratore nell'inchiesta Mani pulite. E forse il clic-ciac delle manette non è finito. L'attenzione dei magistrati milanesi su questa vicenda è altissimo: oggi a Peschiera ci sarà una task-force di giudici. Oltre al gip Padalino ci saranno Di Pietro, Davigo e Greco. L'inchiesta frana anche su Montecitorio. Marco Pannella chiede una completa riforma della Guardia di finanza, che parta dalla smilitarizzazione del corpo dove hanno proliferato «ladri e felloni». I progressisti Vincenzo Visco e Lanfranco Turci chiedono invece l'audizione del ministro delle Finanze Giulio Tremonti per far luce sulle «drammatiche notizie». Fabio Potetti «Dylan Dog» Con «Tex» è il più venduto fumetto di Sergio Bonelli, l'editore coinvolto nello scandalo Fiamme Gialle

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