Lama: una bella sorpresa Nessuno faccia il pavone

Lama: una bella sorpresa Nessuno faccia il pavone Lama: una bella sorpresa Nessuno faccia il pavone m :: • «Oggi è un giorno felice» ROMITI MILANO. «Dopo tanti giorni con delle amarezze, oggi è un giorno felice». E' il commento dell'amministratore delegato della Fiat, Cesare Romiti. A chi gli chiede se l'accordo raggiunto vada bene per le grandi industrie, per la Fiat insomma, Romiti risponde: «Va bene per le piccole, per le grandi e per le medie imprese, e soprattuto mi sembra che vada bene anche per il sindacato, che ha difeso le sue posizioni». «La parte retributiva è di una certa entità - ha proseguito Romiti - ma riteniamo che sia doveroso e giusto venire incontro a certe esigenze economiche dei lavoratori». Per Romiti «soprattutto è da porre in evidenza questo diverso rapporto con il sindacato, un rapporto più civile rispetto al passato: compatibilmente ciascuna delle parti ha difeso i propri interessi». tendere. Nel caso di un contratto di lavoro non è detto che si debba ricorrere all'aiuto del potere pubblico. Se invece quell'intervento si reputa necessario è bene che il governo faccia fino in fondo il suo dovere. Lo può ben dire uno come me, che alle spalle ha una lunga esperienza di battaglie contrattuali il cui esito era affidato, come si diceva, ai rapporti tra le forze in campo». Le battaglie più difficili? «Ricordo quelle che ho vissuto come segretario della Fiom, tra il 1957 e il 1961. Dall'altra parte del tavolo c'era Andrea Costa, che stava lì in qualità di presidente della Confindustria perché gli industriali metalmeccanici non ne volevano proprio sapere di avere una loro associazione di categoria. Bastava loro delegare tutto a Costa, che tra l'altro aveva le mani in pasta in tutti i settori. E con quell'interlocutore era facile arrivare allo scontro». Scontro durissimo, natural¬ mente. «Diciamo una spettacolare esibizione muscolare al termine della quale un accordo bene o male si trovava. Quasi sempre con risultati simili a quelli che ci si attendeva all'inizio dello scontro». Poi venne l'autunno caldo. «Bollente, direi. E anche negli anni tumultuosi successivi al 1969 le trattative per il contratto di una categoria tra le più combattive e compatte come quella dei metalmeccanici si facevano alla presenza e con la mediazione del governo». E con tanti scioperi e operai in piazza. «Bisogna considerare che in quell'epoca il sindacato aveva guadagnato molto terreno rispetto agli anni precedenti. Ma anche in quegli anni così incandescenti non ho mai considerato lo sciopero niente più che uno strumento necessario, un'arma indispensabile in taluni casi. Non uno strumento fine a se stesso». Fausto Bertinotti ha detto invece che gli dà gioia la visione degli operai in sciopero. «Bertinotti è sicuramente un uo¬

Persone citate: Andrea Costa, Bertinotti, Cesare Romiti, Fausto Bertinotti, Lama, Romiti

Luoghi citati: Milano