Bugno sente puzza di bruciato

Tour: vittoria di Van Poppel in volata, e oggi battaglia nella cronosquadre Tour: vittoria di Van Poppel in volata, e oggi battaglia nella cronosquadre Bugno sente puzza di bruciato «Che faccio se resto solo?» BOULOGNE SUR MER DAL NOSTRO INVIATO Una volata senza intervento di autoambulanze, una certa delusione tra fotografi e cameramen, un olandese ultratrentenne, sprinter di lungo corso, Jean Paul Van Poppel, batte per una lisca (fotofinish) il tedesco Ludwig. Nono centro al Tour. Il nostro Martinello migliora: l'altro ieri quarto, ieri terzo, gli fa bene l'aria di mare. Nel finale di questa nordica, calda, madida tappa, alcuni italiani si illudono di poter sfuggire alle grinfie del gruppo. Provano a tagliare la corda, da soli o in compagnia, Perito, Chiesa, uno che di continuo si ammutina e si arrende, Ghirotto, vecchia amata guardia del Tour, Peron, il giovane della Polti scoppiettante nel cronoprologo di Lilla, e addirittura Chiappucci, che zampilla svegliando di soprassaldo gli addormentati suiveurs a due chilometri dallo striscione (buttali via 20" di abbuono, se mi va bene divento secondo in classifica). Sempre i carpentieri della volata allungano il trapano e li bucano. Molto atteso al duello era Abdujaparov, le cui cosce ad aria compressa hanno in quelle di Cipollini le uniche adeguate concorrenti. Essendo rimasto a casa Cipollini, essendosi ritirati dopo la botta di Armentières Nelissen e Jalabert, e avendo Baffi strizzato se stesso alla Vuelta e al Gi- ro, non si vedeva chi potesse ostacolare su un terreno del genere il terribile uzbeko. Non si vedeva, ma a guardar bene c'era. Un compagno del tedesco Ludwig, piazzato davanti ad Abdujaparov, frena, blocca il nemico nelle retrovie e distrugge il lavoro di tutta una squadra, la Polti di Bugno. Gli sprint abbondano di simili gentlemen. Per fortuna oggi c'è la cronometro a squadre (66 km), gara che l'altr'anno rovinò lo svizzero Rominger e che serve soltanto per fare i dispetti alla classifica. Dannosa ai fini di una corretta valutazione dei valori, ritenuta dalla maggioranza dei corridori una calamità, la cronosquadre piace moltissimo (così dicono gli organizzatori) al pubblico. E il pubblico è sovrano. E allora che c'entra la fortuna? C'entra per due motivi. Pur essendo la cronosquadre una competizione iniqua (il tempo per stabilire chi vince si prende sul quinto corridore, quindi non avremo Indurain contro Rominger, ma il quinto della Banesto contro il quinto della Mapei), si tratta sempre d'una fuga, per quanto perfida, dalla lagna delle tappe in linea, l'interesse per le quali è strettamente legato al numero dei velocisti che finiscono all'ospedale. Anche un sol giorno di sollievo è da considerare come dono della sorte. La fortuna entra in scena, inoltre, per mettere ali o piombi a chi dovrà darne o a chi dovrà prenderne. Non si arriva vincitori (in cinque) allo striscione se non si hanno alleati in paradiso. Stando ai risultati del prologo di Lilla (ma lì i chilometri erano appena 7) e alle caratteristiche dei belligeranti, la Gan del motociclista Boardman, che si accinge a entrare in patria con la maglia gialla, di Seigneur, LeMond, Rous e Moreau è largamente favorita. Le squadre di Indurain (Bernard, Mauri, Alonso, Nijboer, per citarne cinque) e di Rominger (Olano, Bortolami, Emonds e Gonzales) più o meno si equivalgono. La sorte di Chiappucci è nei suoi pedali e in quelli di Chiesa, Zberg, Pantani e Poulnikov. A sorreggere Bugno saranno, o dovrebbero essere, Abdujaparov, Peron (uno specialista), Fidanza e Scirea. «Tra le varie disgrazie che possono capitare a un corridore, la cronosquadre occupa una posizione di massimo rilievo - dice Bugno, chiarendo ciò che, ci sembra, sia già stato ampiamente chiarito -. Ammettiamo, tanto si fa per parlare, che io indovini un'eccezionale, straordinaria giornata. Che me ne faccio, se il quinto si stacca? Come mi comporto?». Si comporta come si comporterebbero Indurain, Rominger, Boardman nella medesima situazione: rallentano e aspettano. Gianni Ranieri

Luoghi citati: Abdujaparov, Lilla