E' un Messico a tutto-Campos, convinto di fare strada

E' un Messico a tutto-Campos, convinto di fare strada A NEW YORK I centroamericani trovano la Bulgaria sul loro cammino: «Ci esaltiamo contro le europee, sappiamo metterle in crisi» E' un Messico a tutto-Campos, convinto di fare strada Anche nonno Sanchez vuole scendere in campo per duellare con Stoichkov NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Que viva Mexico. Deve tenere alta la bandiera del Centro-Sud America in questa Coppa del Mondo che ha visto uscire di scena nei giorni scorsi Colombia, Argentina e Bolivia. Una nuova responsabilità per la squadra di Miguel Mejia Baron, sorprendente prima classificata nel gruppo dell'Italia. Ha i mezzi per accedere ai quarti e affrontare la Germania il 10 luglio, sempre qui nel New Jersey. Ma deve fare i conti con una Bulgaria che, pur senza gli squalificati Tzvetanov, Iankov e Ivanov, è un'avversaria da non sottovalutare. Battendo l'Argentina, sia pure sotto choc per il «caso Maradona», la Bulgaria ha dimostrato di avere carattere, orgoglio e, soprattutto, di disporre di due pedine come Stoichkov e Kostadinov capaci, se in giornata di grazia, di fare la differenza. Non per nulla Baron dice che quella di stasera al Giants' Stadium è come una finale per il Messico: «Noi ci esaltiamo contro le europee. Abbiamo caratteristiche adatte a metterle in difficoltà e fisicamente siamo in salute, con il vantaggio di avere due giorni di riposo in più sui bulgari». C'è un precedente positivo per i messicani che nell'86, all'Azteca, vinsero 2-0 ed eliminarono la Bulgaria proprio negli ottavi. Quella volta in campo c'era Hugo Sanchez, di otto anni più giovane. E Baron, dopo averlo tenuto in panchina per due partite, sembra davvero intenzionato a rilanciare il vecchio campione. Sanchez freme di fronte alla prospettiva di affrontare Stoichkov con il quale, alcune stagioni fa quando lui militava nel Real Madrid e Hristov non era ancora il bomber del Barcellona, condivise ex aequo una Scarpa d'oro. Mentre Stoichkov è ancora sulla cresta dell'onda, Sanchez, a 35 anni e dopo un campionato in B con il Rayo Vallecano, è vicino alla pensione. L'esempio di Rudy Vocller è contagioso e Sanchez assicura che se Baron gli darà fiducia lo ripagherà in moneta sonante. Jorge Campos, però, si compiace che si parli poco o niente di Sanchez, uomo-simbolo del Messico. Questo portiere, più unico che raro, è una sorta di Arlecchino. Il suo «look» variopinto, con colori stravaganti, rosa acceso e rosso fuoco, giallo e viola, a metà strada fra un pappagallo e uno spaventapasseri, che ha disegnato personalmente, non piace agli americani nonostante il bombardamento di spot pubblicitari in tv. Lui fa spallucce: «Non me ne imporla un fico secco. Mi basta che, alla fine di ogni partita, ci sia un avversario die chiede la mia maglia come souvenir». Il personaggio Campos è nato ad Acapulco 28 anni fa, anche se ama il mare e il surf, anziché seguire la vocazione di molti suoi concittadini di diventare un temerario tuffatore dalla celebre roccia, ha preferito tuffarsi sull'erba, sia pure dopo una travagliata ricerca di identità: aveva cominciato da attaccante, poi è retrocesso tra i pali. Ed è diventato un idolo della tifoseria. E' inconfondibile con i suoi maglioni sgargianti a manica corta. Non ha un fisico da corazziere, ma colpo d'occhio, agilità e intelligenza tattica. Si considera un giocatore in più, un portiere moderno adatto alle nuove regole che impongono piedi buoni ai numeri 1, che partecipa alla manovra come libero e ceri ca di rendersi utile in tutti i mo' di, lanciando i compagni. Un po' come Jongbloed nell'Olanda di vent'anni fa. Una storia atipica e divertente quella di Campos, l'artista. Il suo sogno, neppure tanto proibito, è quello di segnare un gol su azione in Nazionale: «Se nel finale di partita vedessi che la situazione sta precipitando e che l'unica soluzione è quello di lanciarmi all'offensiva, non esiterei a farlo, come mi accade spesso nella mia squadra, i Pumas, con una media di venti reti a campionato». Per non ferire il suo orgoglio da Don Chisciotte, non osiamo ricordargli che il meno famoso collega italiano Rampulla, nella Cremonese, salì alla ribalta realizzando un gol di testa proprio in extremis. Ma questo portiere-goleador messicano ricco di fantasia, sogna anche di arrivare a Pasadena, il 17 luglio. Un passo dopo l'altro. Bruno Bernardi RAI1 -TMC 22,30 Messico Bulgaria [4-4-2] [4-3-3] 1 CAMPOS MIHAYLOV 1 20 J.RODRIGUEZ KREMENLIEV 2 2 SUAREZ H0UBTCHEV 5 3 JUAN RAMIREZ KIRIAK0V 16 5 JESUS RAMIREZ ILIEV 15 6 BERNAL BALAK0V 20 4 AMBRIS B0RIMIR0V 11 10 LUIS GARCIA ST0ICHK0V 8 8 GARCIA ASPE K0STADIN0V 7 7 HERM0SILL0 LETCHK0V 6 11 ZAGUE SIRAKOV 10 Ct BARON Ct PENEV Arbjtro: JAMAL AL SJHARIFF (Sjria] A DISPOSIZIONE MESSICO: 12 Fernandez; 13 J. Chavez; 14 Del Olmo: 9 H. Sanchez: 15 Espinoza; 16 Valdez; 17 Galinao, 18 Salgado, 19 Salvador: 21 Gu- tierrez: 22 A. Chavez. BULGARIA: 12 Nlkolov; 13 lordanov: 14 Guentchev. 17 Mihtatski. 18 Alexaodrov; 19 Gueotguiev. 20 Balahov. 21 lotov, 22 Anoonov. Jorge Campos (a lato) fa il portiere e si diverte a giocare all'attacco, ma la Fifa gli ha vietato il doppio ruolo Luis Garcia (basso a destra) con 2 gol è il bomber messicano