I film che sconvolsero lu vita

Da Sofia Loren a Steven Spielberg a Donald Sutherland: carriere segnate da pellicole-mito Da Sofia Loren a Steven Spielberg a Donald Sutherland: carriere segnate da pellicole-mito 1 film che sconvolsero lu vita Sondaggio tra gli uomini di cinema NEW YORK. Ogni anno il mensile americano «Movieline» intervista i più noti personaggi cinematografici: attori, registi c produttori famosi. A ciascuno di loro chiede d'indicare non solo il film preferito, ma quello che, in qualche modo, ha influito sulla loro vita, li ha convinti a dedicarsi alla carriera cinematografica, quasi fosse stata una rivelazione irresistibile, un segno profetico. Ecco alcune risposte e commenti dell'inchiesta. Sofia Loren, unica intervistata italiana, spiega: «Da bambina, al mio paese, mi piaceva vedere i musical con Judy Garland. In particolare ero affascinata da "Il mago di Oz". Quel film mi trasportava in un mondo magico, di sogni, per un paio d'ore riuscivo a dimenticare i tormenti, e almeno per un po' la disperazione per la fame». Charlie Sheen, degli «Hot Shots!» (accanto a Valeria Golino): «Vi dico perché non scorderò mai "Quel pomeriggio di un giorno da cani", con Al Pacino. Mi trovavo in Italia con la famiglia; papà (Martin Sheen) era impegnato nelle riprese del brutto "Cassandra Crossing" ('77). Ci trovavamo tutti ospiti della Loren, nella villa di Carlo Ponti, per un party di fine settimana. Durante un terribile temporale l'attrice c'invitò a vedere un film, non ancora uscito, non sapevamo affatto cosa fosse. Per la prima volta osservai una maniera di recitare che non appariva affatto recitazione. Dopo la proiezione volevo parlare del film, ma papà era invece tutto preso dal fatto che la Loren non aveva invitato gli autisti». Scontro di battute per Holly Hunter (di «Lezioni di piano») e Steven Spielberg (opinioni raccolte assieme). La Hunter sceglie «I migliori anni della nostra vita», «così reale e con un Fredric March meraviglioso». «Io scelgo "La vita è meravigliosa"», le fa eco Spielberg. «Non ò un granché», osserva l'attrice. «"I migliori anni della nostra vita" è sì un buon film - fa lui -, ha significato tanto, non solo dopo la secon- da guerra mondiale, ma pure nel post-Vietnam». Wesley Snipes, il rivale di Stallone in «Demolition Man», non ha dubbi: «"L'uomo di Alcatraz", mi son sentito così triste per il personaggio di Burt Lancaster!». L'italoamericano Joe Pesci afferma: «Amo la maggior parte dei lavori di James Cagney, m'identificavo con lui; da ragazzo ti piace qualcuno che lotta, "The Roaring Twenties" è il mio favorito». Per lo spericolato JeanClaude Van Damme non esistono dubbi: «Guerre stellari». Dice: «Ero un ragazzino quando lo vidi. Ne ricavai un'impressione così forte che fui spinto a lasciare la casa di Bruxelles per i miei sogni di avventure a Hollywood». Alex Keshishian, regista del film «A letto con Madonna», opta per «Lawrence d'Arabia». «Mi trasportò in un mondo che non conoscevo. Fu una rivelazione». Donald Sutherland riconosce: «Pur se diversi film hanno inciso su di me, sceglierei "Orizzonti di gloria"». E Sam Neill di «Jurassic Park»: «Da bambino "Noto- rious - L'amante perduta" mi colpì per davvero, ed è tuttora, probabilmente, il mio preferito. Penso contenga tutti quegli elementi che fanno grande un film». Jeff Bridges resta in famiglia: «Quello che ricordo più volentieri, della mia giovinezza, è "Mezzogiorno di fuoco". Mio padre (Lloyd Bridges) era un cattivo, e sostenne una dura lotta con Gary Cooper. Diventò una specie di leggenda in casa, Cooper restò perfino ferito». Nei confini familiari rimane anche James Belushi: «Un paio di film, con mio fratello John, "National Lampoon's Animai House" e "The Blues Brothers". Hanno cambiato la comedy, dando il via a un nuovo stile di film comici; e inoltre "The Blues Brothers" fu pure un grande musical. Ricorderò per sempre l'immagine di John che balla. Ancora adesso sono geloso della sua bravura di ballerino». Robert Downey jr. (visto nei panni di Chaplin): «King of Hearts» ha avuto un forte impatto su di me, oltre ai film di mio padre. Su tutti metto però «Arancia meccanica», talmente surreale che forse un minorenne non avrebbe dovuto vederlo». Charles Grodin, il padrone di Beethoven, il popolare cane sanbernardo: «"Un posto al sole", così romantico, drammatico ed eccitante. Pensate che quella pellicola ha convinto il sottoscritto, Mike Nichols e Warren Beatty ad entrare nello show business. Montgomery Clift è stato un'ispirazione per la mia generazione di attori, rendeva tutto così facile, ingannandoci. Pensavamo di andare là a recitare nel modo più naturale possibile. Ma dieci anni dopo scopri che forse ci riesci, se sei fortunato». Jerome Hellman, produttore di «Un uomo da marciapiede»: «Il primo che mi viene in mente è "Sono innocente", con Henry Fonda che interpreta un uomo giudicato colpevole per sbaglio, finisce in prigione e poi fugge». Giuseppe Ballaris '4fT Qui accanto Sofia Loren, incantata da Judy Garland nel «Mago di Oz» al centro Steven Spielberg sotto Jean Claude van Damme Holly Hunter, qui accanto, sceglie «I migliori anni della nostra vita». Donald Sutherland punta su «Orizzonti di gloria» Sofia Loren Il mago di OZ Holly Hunter I migliori anni della nostra vita Steven Spielberg La vita è meravigliosa Jean-Claude Van Damme Guerre stellari Donald Sutherland Orizzonti di gloria

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