Rai,accordo Scognamiglio-Pivetti di Massimo GramelliniIrene Pivetti

L'editore fiorentino candidato alla presidenza, le nomine entro il 12 luglio L'editore fiorentino candidato alla presidenza, le nomine entro il 12 luglio Rai, accordo Scognamiglio-Pivetti Prende quota il nome di Giunti ROMA. E' cominciata ieri mattina davanti a un caffè la lunga marcia che dovrebbe portare entro la fine della prossima settimana l'editore Sergio Giunti alla presidenza della Rai. Il caffè è stato servito alle undici, nell'ufficio di Carlo Scognamiglio a Palazzo Madama. Davanti a lui l'altra metà del cielo e del potere di nomina: Irene Pivetti. Posata la tazzina, i due presidenti hanno preso carta e penna e lì è cominciata la partita, guardinga ma piena di sorrisi. Punto primo: fissare un limite massimo all'estenuante pissi-pissi sulle nomine: tutto dovrà finire prima dei Mondiali, con queste scadenze: una prima «rosa» di dieci nomi da innaffiare con cura per un paio di giorni; poi drastica riduzione dei petali e contatti semi-ufficiali con i prescelti entro fine settimana, quando la politica italiana verrà bloccata dal G7. Subito dopo, il rush finale con le nomine. Data limite: venerdì 15 luglio, ma è quasi certo che la partita verrà chiusa già martedì 12. Eventuali ritardi solo in caso di defezioni dell'ultima ora: accadde un anno fa con lo scrittore Claudio Magris, che rifiutò l'offerta di Napolitano e Spadolini proprio sul filo del rasoio, costringendoli a ricominciare il girotondo. Scaldati i motori, Scognami- glio e Pivetti sono entrati nel vivo, affrontando il problema decisivo: la scelta del presidente. Formalmente il consiglio d'amministrazione è un conclave che si sceglie il capo al suo interno, ma qui nessuno vuole correre rischi né fare promesse avventate (Benvenuti entrò nel vecchio eda con l'idea di presiederlo e invece fu bruciato dal più giovane De- mattè). Si arriva così a parlare di Giulio Malgara. Non è un mistero che il signor Auditel, leader degli inserzionisti pubblicitari e amico personale di Berlusconi, sia la prima scelta di Forza Italia. Ma sul suo nome c'era già un veto esplicito di Alleanza nazionale ed uno incombente della Lega, che non vuole un berlusconiano di ferro su quella poltrona. Con educata rassegnazione Scognamiglio ha sondato Pivetti e deve averne tratto la risposta che attendeva. Meglio procedere oltre, allora. E sottoporre alla signorina di ferro un altro nome: Sergio Giunti, editore fiorentino. Guarda caso, i due presidenti avevano appena convenuto sulla necessità di scegliere persone che oltre a distinguere una tv da una lavatrice sappiano far di conto e magari abbiano letto pure qualche libro. Giunti, che possiede anche una società multimediale, risponde magnificamente ai tre requisiti, ne aggiunge un quarto che non guasta - è amico di Scognamiglio e un quinto che è una bomba: la fama di moderato progressista, che gli deriva dall'aver pubblicato un bel romanzo su ebrei e comunisti come «Il gioco dei regni» di Clara Sereni e dalla sua amicizia con il biografo pasoliniano Enzo Siciliano, al quale Giunti sta per affidare la direzione di una nuova collana editoriale. Giunti ha buone carte, vedremo se saprà reggere al logorio di un'intera settimana di giochi. Scognamiglio e Pivetti si sono riaggiornati a metà settimana per completare la cin- quina. Felice Mortillaro resta in corsa per la direzione generale perché Locatelli è difeso soltanto da Forza Italia. E mentre oggi Ferrara e Tatarella riferiscono sulla Rai in Parlamento (i progressisti si lamentano: Ronchi voleva ascoltare Berlusconi), Umberto Bossi torna alla carica nella sua lettera settimanale e dopo aver citato Marcuse e Don Sturzo, ribadisce la «necessità improrogabile del terzo polo radiotelevisivo» e annuncia la presentazione in tempi brevissimi di una legge anti-trust: «E' caduta una colonna del duopolio. Adesso tocca alla Fininvest». Ma Berlusconi lo sa? Massimo Gramellini E Mortillaro resta in corsa per la direzione generale I La presidente della Camera Irene Pivetti A sinistra, Sergio Giunti

Luoghi citati: Ferrara, Roma