Dai diamanti non nasce niente dalle guerre nasce l'industria? di Alessandra Comazzi
Dai diamanti non nasce niente dalle guerre nasce l'industria? ' ■' : ' ^ : : '. :■: : :: : : : :■ ■ TIVÙ' & TIVÙ' Dai diamanti non nasce niente dalle guerre nasce l'industria? DI «guerra e tecnologia all'alba dell'era atomica» si occupava la prima puntata di «Scanner», il nuovo programma di Aldo Bruno cominciato l'altra sera su Raidue. Si trattavano per l'appunto guerre e armamenti, metallurgia e invenzioni collegate all'industria bellica, riconversioni produttive e «arsenali della democrazia». «La guerra ha sottratto capitali e tecnologie al progresso», diceva lo storico Pollarci, sottolineando come il problema sia comunque estremamente complesso, e non si possa risolvere con formulette. Al povero spettatore si rizzano i capelli in testa a immaginare il progresso anche solo lontanamente collegato alla guerra, però la storia non si fa con gli ideali, e quindi è doveroso essere realisti. «Scanner» lo ha fatto servendosi di materiale d'epoca, in arrivo soprattutto dall'America, fonte inesauribile di documentari, filmati (c'era anche Humphrey Bogart che si esibiva per le truppe al fronte), immagini di propaganda nel conflitto contro i giapponesi. Tutto molto interessante, davvero, chi ama le rico- I poni I sant struzioni storiche trova finalmente (dopo le «Grandi battaglie», di Bisiach) qualcosa che lo possa coinvolgere. Quello che non è chiaro ò il sottotitolo del programma, «Dietro la cronaca»: perché spacciare un assemblaggio di immagini storiche per un reportage di attualità? Historia magistra vitae, è tutto collegato, si capisce, per questo non è necessario nascondere la storia dietro la cronaca: sarà forse per non spaventare il pubblico armato di telecomando e arbitro del magico «share»? Sempre su Raidue, e parlando degli Anni Novanta, Enza Sampò ha terminato la fatica di «I suoi primi quarant'anni», una striscia quotidiana di primo pomeriggio dedicata alla televisione ormai giunta, capita a tutti, alla mezza età. Un programma che era quasi un serial, dove si sono ripercorsi i momenti fondamentali del video e d'Italia. Ogni settimana un gruppetto di ospiti commentava le immagini e le trasmissioni d'epoca, i discorsi si iniziavano e, volendo, si rimandavano al giorno dopo. Un appuntamento che acquistava carattere proprio con la ripetizione, l'abitudine. L'ambiente era ancora una volta un salotto, mutevole come i tempi, con i mobili che variavano attraverso i decenni ed evocavano immagini di arredamenti perduti (e ciclicamente destinati a ritornare). Si parlava di sceneggiati, di informazione e varietà, e naturalmente il fascino maggiore era tutto appannaggio del passato: l'operazione nostalgia fa sempre le sue vittime, mentre il presente sa di presente, ed è meno simpatico. Enza Sampò, caschetto rossocastano e un sospetto di lifting, compare in tv, sia pure a fase alterne, dal 1957. Grazie a lei le donne non furono più soltanto annunciatrici o vallette, ma cominciarono ad avere parte attiva nei programmi. Esordì con «Anni verdi» ed ebbe la sua popolarità con «Campanile sera». Una popolarità via via cresciuta, poi diminuita e infine assestata sulla tranquillità di chi non deve dimostrare nulla, ma semplicemente fare il proprio lavoro, con serenità. Alessandra Comazzi
Persone citate: Aldo Bruno, Bisiach, Enza Sampò, Humphrey Bogart
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