Segrete stanze di Ravenna di Sabatino Moscati
Scoperti mosaici sotterranei Scoperti mosaici sotterranei Segrete stanze di Ravenna \ RAVENNA | UESTA è la città dei moI saici: del più splendido, a straordinario complesso di ZJ mosaici che la storia del li, Medioevo conosca. Se ne ornano gli edifici pubblici e religiosi tra il V e il VI secolo d.C, muovendo dall'ispirazione classica ed evolvendosi al simbolismo cristiano, in un fulgore di tinte e di sfondi d'oro che non ha l'uguale. Tutto questo illustrano bene le guide, documentano tante pubblicazioni. Davvero, sembra che non vi sia nulla da scoprire. E invece, in questi giorni, avviene il contrario. In pieno centro storico, lungo la via D'Azeglio a poche decine di metri dalla celeberrima basilica di San Vitale, gli archeologi stanno riportando alla luce una lussuosa abitazione costruita agli inizi del VI secolo d.C. Sui pavimenti delle stanze riaffiorano eleganti mosaici, in tasselli di marmo ben conservati, che offrono la rivelazione di un'arte domestica, destinata agli edifici privati e non pubblici, segno evidente della ricchezza e del benessere che regnavano nella città. Già l'atrio dell'abitazione presenta un mosaico a grandi riquadri, con motivi floreali in rosa e in grigio. Attraverso una soglia con decorazione a sottili modanature, si passa in una grande stanza quadrata con un rosone centrale formato da motivi a treccia e a conchiglia, mentre grandi vasi a due manici sono disposti agli angoli, da qui si accede agli ambienti interni, decorati in parte da marmi multicolori collocati a incastro, in parte da altri mosaici con eleganti figurazioni umane, animali e fantastiche. Gli archeologi hanno distinto con appositi numeri le stanze. Entriamo, dunque, nella stanza 10, il cui pavimento presenta un «tappeto» marmoreo multicolore e in esso un emblema, che raffigura la danza delle stagioni. Queste sono impersonate da genii maschili negli abbigliamenti di ciascun periodo, in atto di danzare a girotondo secondo il ritmo scandito da un suonatore di zampogna. Solo la figura dell'estate manca, per una lacuna del mosaico. Non meno elegante è la decorazione della stanza 14, che reca al centro un emblema con la figura del Buon Pastore. Altre stanze hanno eleborate decorazioni geometriche, sempre multicolori. Un particolare interessante: il sottofondo dei mosaici è realizzato mediante l'uso di frammenti di anfore africane in grande quantità. Inoltre, è evidente che l'abitazione subì rifacimenti attraverso il tempo: ad esempio, la stanza 10 venne allungata e il nuovo spazio fu decorato con un rosone e ancora con vasi a due manici, ma in stile assai più modesto e non senza errori di composizione. La sontuosa residenza non durò a lungo. Verso la fine del VI secolo d.C. dove essere abbandonata, probabilmente a causa di un incendio di cui si conservano le tracce; e molti materiali edilizi furono asportati per essere riutilizzati altrove, sicché se ne trovano sparsi in più punti delle vicinanze. Poi, un cimitero cristiano fu impiantato sul luogo ormai in abbandono: sicché, per recuperare i mosaici, bisogna rimuovere le ossa dei defunti! Così si conclude la storia della dimora signorile scoperta. Quanto ai precedenti, gli scavi dimostrano che essa s'impiantò su una residenza romana, da cui pure provengono resti di mosaici: sicché appare evidente che quest'arte ebbe sul luogo remote origini e che il suo sviluppo dai motivi pagani a quelli cristiani fu il frutto di una progressiva evoluzione. E' anche possibile ricostruire, nel più antico edificio, il collegamento con la rete stradale e il sistema di canalizzazione per il deflusso delle acque. Ve infine una grande quantità di ceramica, da cui si potranno trarre indizi rivelatori sulle varie attività della popolazione. Gli scavi, di cui Pier Giovanni Guzzo e Maria Grazia Maioli daranno il primo annunzio sul prossimo numero di «Archeo», sono in pieno corso. Gli accordi intervenuti tra le istituzioni culturali di Ravenna assicurano che si prowederà al restauro integrale dei mosaici e che essi verranno rimontati nella collocazione originaria. Sarà così visibile anche per i turisti che continuamente affollano la città quest'eccezionale rivelazione dell'arte privata del mosaico, tale da non sfigurare accanto a quella pubblica da tempo celebre. Sabatino Moscati Tesori riportati alla luce nel centro storico vicino alla basilica di San Vitale Il Mosaico che raffigura la danza delle Stagioni Il mosaico della stanza numero 14 con al centro l'immagine del Buon Pastore.
Persone citate: Archeo, Maria Grazia Maioli, Pier Giovanni Guzzo
Luoghi citati: Ravenna
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