Vìnce la «Pantera», sconfitti Rai e Aceto

W Siena, sette fantini disarcionati dai cavalli, solo in tre hanno finito la gara Vìnce la «Pantera», sconfitti Rai e Acelo // Palio targato Fininvest, tra baruffe e business SIENA DAL NÒSTRO INVIATO La Pantera toma sul tufo e vince il Palio, lo vince con distacco, aiutata dalla sorte, dall'abilità del fantino, dai garretti possenti di Uberto, il baio di 9 anni che portava i suoi colori. E' stata una carriera rapida, convulsa, sette cavalli hanno disarcionato i fantini, son rimasti in groppa soltanto Massimo Coghe, detto Massimino, il vincitore; Andrea De Gortes, «Aceto», dell'Aquila, arrivato fuori gloria, anzi sconfitto due volte perché proprio la Pantera era la contrada che per i suoi colori non avrebbe mai dovuto vincere; e poi un altro veterano, Salvatore Ladu, «Cianchino», anche lui giunto dopo un pugno di cavalli scossi. E la sorte aveva deciso che ci sarebbe stata baruffa sul tufo, così Etrusco, il cavallo del Valdimontone, montato da Giuseppe Pes, «il Pesse», era stato affiancato da Gloria Rustica montato da Tonino Cossu, «Cittino», Così è stata rissa, con fantini che con ogni trucco lecito ma soprattutto illecito si contendevano lo spazio fra i canapi. E in attesa di chissà che cosa, Silvano Vigni, «Bastiano», neppure ascoltava gli avvertimenti e i richiami del mossiere, Amos Cisi, colonnello dei carabinieri a riposo. Tanto lo sapeva che dalla corsa nessuno poteva estrometterlo. E sordi apparivano anche Aceto e Cittino. Quattro volte il mossiere ha fatto uscire i cavalli dallo spazio fra i canapi. E una volta c'è stata partenza falsa, con Imperatore montalo da Federico Corbini, «Pistillo», lanciato in testa alla disperata. E' un lavoro duro, ingrato, quello del mossiere: ogni Palio ti danno 1 milione e 600 mila lire «tassabili» e ti regalano l'odio viscerale di tutti. «E poi i fantini lo sanno che non posso prender provvedimenti immediati», dice Cisi, che ha 54 anni, è di Cisterna di Latina e vive a Mantova. Ma fra i cavalli ha trascorso la vita e la passione è tanta. Sono le 20,14: partenza buona. La Fanfara, del Bruco, balza in testa, tallonato da Uberto e da Etrusco. Alla prima curva, a San Martino, rotola giù Bastiano, dell'Istrice; al Casato tocca a Luigi Bruschelli, «Trecciolino» e a «Cittino». E poi agli altri. La Pantera balza al comando, non lo molla più. Seconda la Fanfara. Sullo slancio Uberto travolge Alessandro Menchetti, 25 anni, un contradaiolo corso per abbracciare cavallo e fantino. Paura, ma niente ospedale. Al pronto soccorso, invece, finiscono Andrea Chelli della Selva, Silvano Vigni dell'Istrice, Luigi Bruschelli del Bruco e Giuseppe Pes del Montone: per tutti esami radiografici. In piazza, ieri, c'erano due ritorni. La Pantera per tutto il '92 era rimasta esclusa per il gioco dei sorteggi. «Un digiuno che si sente, che lascia il segno», commenta l'avvocato Raffaello Mori Pometti, un gentiluomo che per anni è stato capitano e priore. E sul tufo si stagliava il profilo un po' ribaldo di Andrea De Gortes, diventato famoso come Aceto: col suo mezzo secolo di età potrebbe esser padre a parecchi rivali, ha già corso 56 volte e vinto 14, ed è stato squalificato per una baruffa dietro al canapo e come le primedonne di razza ha già annunciato e garantito il ritiro. Ma ieri era lì, pronto a dar battaglia. In groppa a Oriolo De Zamaglia, un baio di sette anni, e indossava la casacca gialla dell'Aquila. Il suo rivale diretto era Massimo Coghe detto Massimino, che ha vent'anni di me¬ no, una vittoria e ancora tanta voglia di arrivar primo. Massimino cavalca Uberto, baio di nove anni, l'unico animale ad aver già vinto in Piazza, toccato in sorte proprio alla Pantera, che dell'Aquila è la rivale più irriducibile. Il Drappellone, il cencio dipinto per cui si fanno tante follie, è di Leo Lionni, un artista che oggi ha 84 anni e che nei '50 fu famoso come grande illustratore grafico, una sorta di guru della pubblicità, lo definirono. Ora dice: «Non vedo il Palio come una gara, ma come una festa. Mi ha sempre colpito il fatto che il ca¬ vallo possa vincere da solo. E' lui l'oggetto della festa e per questo l'ho dipinto "scosso"». Ma, anche se nessuno lo ammette, anzi tutti lo negano, è il Palio del business. C'è stato un braccio di ferro tra la Rai e Fininvest, per accaparrarsi la ripresa, e la Rai ne è uscita battuta. Il contratto lo ha trattato un neonato Consorzio per la tutela della festa. Di cifre nessuno intende parlare, ma sembra che ogni secondo trasmesso senza spot verrà pagato 10 dollari, il che significa che nelle casse entreranno più o meno 70 milioni. Lo scorso anno la cifra sborsa- ta dalla Rai sarebbe stata di 50. «Il bilancio lo faremo il 18 agosto, dopo la carriera dell'Assunta» dice, un po' spazientito, il sindaco Pierluigi Piccini, pidiessino. C'è stato nei giorni scorsi in Piazza anche un alterco fra Paolo Frajese e il sindaco, il quale insiste, sui significati profondi della «festa», ma lancia anche un avvertimento: «Con il nuovo accordo è stata concessa l'esclusiva delle immagini in diretta, ma potrebbe anche accadere che in futuro non siano la Rai o la Fininvest ad avere questa esclusiva». Sarebbe a dire? «Che abbiamo avuto richieste anche dall'Austria e dal Giappone». No, aggiunge il sindaco, la Rai non è stata punita per le riprese insistite sui cavalli rimasti feriti lo scorso anno. «E ora abbiamo fatto tutto il possibile, e lavoriamo ancora per la sicurezza. Già Quimper, rimasto ferito seriamente nel luglio passato, è guarito alla perfezione. Certo, un incidente può sempre capitare. Ad ogni buon conto le denunce degli animalisti contro di noi sono state archiviate o sono in attesa di archiviazione, mentre va avanti la nostra contro Franco Zeffirelli». Ma ve la siete presa col regista per motivi pubblicitari? «Ma no, semmai era lui che voleva fare del Palio una cassa di risonanza per se stesso». Gli animalisti hanno deciso di dare ancora battaglia; chi avrà delle idee sul Palio potrà telefonar loro, al 144 eccetera. E' l'incubo ricorrente il macello dei cavalli. «Ma non si può riprendere soltanto l'eventuale incidente, bisogna riprendere la corsa fino all'arrivo», insiste Piccini. E poi, a Siena, ora esiste un «progetto cavallo». Spiega Antonio Sciavi, presidente dell'Associazione per il cavallo senese: «Stiamo lavorando per la selezione di un animale adatto a correre nella Piazza del Campo, dove si richiedono soggetti con requisiti di robustezza, agilità e potenza». Negli ultimi anni solo la velocità era tenuta in considerazione, a discapito della robustezza. Eppure, le curve del Casato e di San Martino non consentono follie, non tutte, almeno. E così Uberto e «Massimino» hanno via libera. E per una volta le polemiche ce l'hanno sbarrata. Vincenzo Tessandori Travolto uno spettatore che era entrato in pista per festeggiare Il sindaco: «Ma l'esclusiva non è garantita abbiamo richieste anche dal Giappone» W Due immagini del palio, a sinistra il fantino che ha vinto per il rione Pantera a destra la caduta del fantino della Selva che si è rotto una gamba