« In trincea contro l'estate » di Nico OrengoLalla Romano

« « In trincea contro Pestate » Mario Soldati: mi difendo con il lavoro : VACANZE DA SCRITTORE F TELLARO A troppo caldo. Sto chiuso in casa. Le pei siane ben accostate. Scendo al mare di sera, quando c'è la brezza. Lavoro». Mario Soldati a Tellaro. Neppure l'afa soffocante che inceppa il frinire dei grilli è sufficiente a far abbassare la squillante «toscanosa» voce di Mario Soldati. Milioni di italiani in viaggio... «Orrendo, orrendo. Partono tutti insieme, con la luce, il caldo». Era diverso quando partiva lei con la famiglia? «Meno traffico. Anche solo quindici o dieci anni fa. Si veniva tranquilli da Milano a Tellaro, ci si poteva anche permettere di lasciare l'autostrada per un ristorantino, una trattoria». Chi faceva le valigie? «La Jucci, mia moglie, meravigliosa. Faceva tutto lei, per noi e per i ragazzi Wolfango e Giovanni». E chi guidava? «La Jucci, meravigliosa. Guidava lei. Avrebbe voluto che imparassi a guidare, ma io non potevo. Non potevo». Badare con una ìudno al sigaro e con l'altra al Bastone, sai ebbe sialo dimoile manovrale n voianle? «Sì, forse. Sì. Non sono mai riuscito a diventare un conducente di veicoli. Ma le macchine mi sono sempre piaciute». E il guardaroba per il mare. Lo preparava la Jutta, badando a non dimenticare i suoi completi di lino bianco, i suoi panama, le scarpe di tela. E lo sue famose magliette da marinaio di color azzurro. Tellaro cominciava ad ani¬ marsi della voce di Soldati in giugno, quando lo scrittore arrivava a seminare lo scompiglio fra l'edicola di giornali, il parrucchiere e la breve via principale. E anche fra i locali giocatori di scopone che venivano regolarmente messi alla prova e affrontati da un Soldati con grandi bretelle su camicie a quadretti. «Estati con Attilio Bertolucci e Cesare Garboli. Bertolucci è ancora a Roma in questi giorni. Garboli non lo vedo da un po', deve aver molto da fare». Lei era un grande nuotatore, vero? Valentino Bompiani si ricorda sempre una sua velocissima nuotata, sotto Lerici, per andare a colazione sulla barca dell'avvocato Agnelli... «Sì? Possibile. Ho sempre nuota- to. Ma senza badarci. Preferisco guardarlo il mare. E poi il mare ho cominciato a farlo tardi. Prima perché lavoravo nel cinema. E il cinema si faceva d'estate. Poi, con i bambini piccoli si andava in montagna, a Bardonecchia. Fino a una certa età ho fatto il mare dei grandi alberghi. A Santa Margherite, soprattutto. Il mare degli stabilimenti». Il suo vero mare comincia con Tellaro? «Sì, un mare che ha tutte le stagioni. I gusti dell'inverno, della primavera, dell'estate, anche. Ma l'estate non mi piace. Per fortuna lavoro. Sto finendo di correggere le bozze di una raccolta di articoli, incontri, medaglioni, da Pirandello a Pannunzio. E poi con Rai Tre, dal 23 luglio, andranno in onda un po' dei miei film, inchieste. Mi rivedrò il "Viaggio nella valle del Po"». Un ricordo? «Con Richelmy, sul Monviso, estasiati a vedere dove nasceva il Po. Una polla, una piccola polla che zampillava. Come un dono di Dio. Un dono di Dio». Così con chi lo guarderà? «Con Giovanni e la Stefania. Con Wolfango e la Anna. Certo con la mia nipotina che, quest'anno, ha preso tutti dieci». In mattinata è venuto un medico di Rivoli. Ha trovato da poco casa. Vuole rimetterla a posto. Gli ha chiesto dei consigli. Il problema ò sul «rosa ligure», sul colore da dare ai muri. «Non c'è più nessuno che lo sa fare. Troppo chiaro o troppo scuro. Bisogna farlo pensando alle piogge che si prenderà, sono poi quelle che gli daranno il colore giusto». E il piacere della tavola? «A ottantasette anni i dottori sorvegliano. Bevo ancora un bicchiere di Vermentino, mangio un pezzetto di branzino con le olive. Mi piace veder mangiare gli altri. Che ci siano le verdure dell'orto, i peperoni gialli, gli zucchini belurini, i pomodori... Non ho fame. Fa troppo caldo». Poco tempo fa ha ricevuto la visita di una sua vecchia amica: Lalla Romano. «Siamo coetanei, del 1906. Forse lei ha una settimana più di me. Veniva da Camogli. Mi ha portato i cuneesi. C'eravamo visti prima, a Torino. Per una mostra dei Sei. C'era anche Paulucci, lui è più vecchio di noi. Eravamo lì come "testimoni". Io avevo tanti quadri dei Sei, venduti tutti, tutti. C'era anche il mio ritratto, me l'aveva fatto Paulucci. «Poi ho rivisto qui la Romano, le lio fatto vedere tutti i suoi libri. Li avevo tutti nella mia biblioteca. E' stato un giorno bellissimo. A Lalla è piaciuto il boschetto di lecci, vicino al mare, e quel muretto laggiù. Le è piaciuta anche la casa». Quel che Soldati non rivela è che in ascensore, fra il primo e il secondo piano, lui le ha detto: «Ora Lalla, che siamo soli, perché non ci diamo un bacio?». Nico Orengo «Il mare l'ho scoperto molto tardi Adesso è il mio rifugio serale l'appuntamento con la brezza» Lo scrittore Mario Soldati nel giardino della sua casa di Tellaro, dove ormai vive per tutto l'anno A destra Lalla Romano

Luoghi citati: Bardonecchia, Camogli, Milano, Rivoli, Roma, Tellaro, Torino