Achille, «esilio» in Maremma di Francesco Grignetti

Achille, «esilio» in Maremma Achille, «esilio» in Maremma Sfogo con gli amici: il partito ha archiviato la mia svolta MONTIANO DAL NOSTRO INVIATO Duro e accaldato esilio, quello che si è scelto Achille Occhetto. Un tempo, quando le cose andavano bene, si rifugiava nella fresca e dorata Capalbio. Da un anno, però, l'indirizzo campagnolo è cambiato. Colline di Mondano, nella Maremma più interna, venti chilometri dal mare. Quasi che se lo sentisse, in cuor suo, che tempi cupi s'avvicinavano. Ed ecco la casa-fortilizio, in cima a una collina riarsa dal sole. Intorno il nulla più assoluto. Grano, qualche vigna, lontani i poderi. C'è ben poco di vacanziero qui intorno. Lui, il Selvatico - come hanno preso a chiamarlo qui da quando, l'estate scorsa, appena arrivato nella casa nuova, disertò una festa de l'Unità che gli avevano organizzato a trecento metri - ora si ritrova un eremo perfetto dove meditare sull'ingratitudine del partito. Ha scelto l'isolamento più totale, infatti, per digerire l'ultima sconfitta. Si fa negare al telefono, ricaccia indietro i cronisti che bussano al cancello. Un momento tetro. Mastica addirittura propositi di abbandono dal Pds: «Che ci sto a fare - avrebbe detto a caldo - in un partito che ha di fatto archiviato la svolta?». Già, proprio così, il vecchio leader vive il trapasso dei poteri come un tradimento nei suoi confronti. E in effetti, come chiamare il silenzio che lo ha circondato, due giorni fa, all'ingresso nel Consiglio nazionale? E il vuoto che gli si è fatto intorno, ieri? Al suo cancello, per tutto il giorno, non s'è visto nessuno dei dirigenti di partito. L'unica visita l'ha fatta una veterinaria, chiamata d'urgenza per curare il gatto di famiglia. Né lui cerca qualcuno. Non esce. Ha lasciato a riposo la barca, ormeggiata nel porticciolo di Talamone. Il fido autista Giancarlo, che gli fa da guardaspalle e factotum, filtra le telefonate. Gli agenti di scorta presidiano il cancello. La stessa costruzione che ha scelto, tipica edilizia rurale Anni Cinquanta, dell'Ente Maremma, non ha nulla di gentile. Eh sì, sono davvero lontani i tempi belli in cui si baciavano Achille e Aureliana, sotto gli alberi di Capalbio, davanti all'obiettivo di una macchina fotografica. Chissà che cosa deve aver pensato, l'altro giorno, venendo a rinchiudersi in questa sorta di esilio che tanto ricorda la Hammamet del «nemico» Bettino Craxi, quando ha visto la vernice sui muretti lungo le strade: «Achille siamo con te». Storia vecchia. Avrà forse pensato che l'Italia si riempirà di nuove scritte del tipo «Massimo siamo con te»? Sottinte- so D'Alema, il nuovo segretario, già delfino poco amato e tantomeno appoggiato. Si racconta tra i pidiessini che la prima telefonata, ad elezione avvenuta, l'abbia fatta il giovane e non il vecchio. E quando Baffino lo ha sollecitato con un «abbiamo bisogno di te», lui, Achille, ha nicchiato. Non si è sbilanciato. «Vedremo», avrebbe detto. Umor nero, s'è detto. Il rischio, ma forse si dovrebbe meglio dire l'incubo che gli si para davanti è un destino di «nattizzazione», dal nome di quell'altro ex segretario di Botteghe Oscure, Alessandro Natta, detronizzato proprio da lui, che si è chiuso in un completo isolamento fatto di astio e nostalgia. Ma oltre alla politica, che resta ad Achille? La rustica cucina toscana, ad esempio, su cui indugia volentieri. E poi c'è il vino di sua produzione, visto che la casa si trova in piena zona di Morellino doc di Scanzano. E le cose buone dell'orto, curato da un contadino della zona. Un po' poco, per chi ha compiuto la storica svolta della Bolognina. Francesco Grignetti

Persone citate: Achille Occhetto, Alessandro Natta, Bettino Craxi, D'alema, Scanzano

Luoghi citati: Capalbio, Italia, Montiano