I pirati della finanza sbarcano in tribunale di Alberto Gaino

I pirati della finanza sbarcano in tribunale I pirati della finanza sbarcano in tribunale Sherman ePatterson: titolari condannati E il «crack» Mediogest è di 100 miliardi Finanziarie nell'occhio del ciclone: per la bancarotta fraudolenta della Sherman e Patterson e della Financial Improvement sono stati condannati ieri i due principali imputati: Giovanni Loiodice a 5 anni; Roberto Alladio a 4 anni e 8 mesi. Intanto «lievita» a 100 miliardi il crack del gruppo Mediogest in cui è stato coinvolto uno degli ex re dell'acciaio, Alberto Falck. E ancora ieri, dopo le perquisizioni della Direzione distrettuale antimafia nelle sedi delle finanziarie Fem e Margest (con avvisi di garanzia per falso in bilancio ai soci Adriano Marcotulli e Andrea Ferrerò, poco più che trentenni) è emerso che attorno a queste società ne gravitano molte altre, sparse anche negli ex Paesi socialisti, dove oggi è più facile «far girare» il denaro senza incontrare alcun controllo. Parte di quelle società esisterebbero solo sulla carta. Per di più, ai margini dell'inchiesta, spunta una relazione pericolosa per Andrea Ferrerò. La sua convivente è la madrina di un nipote di Mario Ursini, il più noto boss della 'ndrangheta in Piemonte. Caso Sherman. Loiodice e Alladio hanno finito per litigare e dividersi anche se, nella Torino Anni Ottanta in cui le finanziarie dall'investimento «sicuro» spuntavano come funghi velenosi, avevano formato una «bella» coppia. Il primo, quarantenne, veniva da Foggia e voleva sfondare. Come Roberto Alladio, 37 anni, originario di Saluzzo e che sta riuscendo in un altro exploit: è sotto processo contemporaneamente per due clamorosi crack. Per questo e per quello della Tecnofiduciaria. Insieme hanno truffato 400 risparmiatori per 12 miliardi, scesi secondo altri calcoli ad otto. Le loro principali creature Sherman e Patterson, e la Financial Improvement - erano Roberto Allad ell ll'istituto Sommeiller o cooperative atipiche con i clienti trasformati in soci (a 100 mila lire di quota annuale) per aggirare le norme sulla raccolta del pubblico risparmio e i controlli Consob. A questi «soci» i finanzieri facevano firmare un mandato per l'acquisto di pronti contro termine. In realtà con il denaro dei clienti Loiodice e Alladio acquistavano titoli di Stato che rivendevano subito dopo attraverso la Sherman Srl, cercando di lucrare. Parte del denaro ricavato serviva per pagare gli interessi dei «soci». Il resto veniva investito negli affari più pittoreschi: palestre di culturismo, un progetto faraonico da cento impianti ridottosi ad uno; importazione parallela di auto dal Portogallo (per evitare le tasse doganali); l'acquisto di una Società di intermediazione mobiliare di Roma da un «manager» rivelatosi un semplice truffatore. E poi il progetto di un telegiornale sulle operazioni di Borsa abbandonato con l'esplosione dello scandalo Mendella. Per i due (difesi dagli avvocati Frascarolo, Ricci, Giordanengo e Calieri) il pm Rizzo aveva chiesto la condanna a 6 anni. La prima sezione penale ha inflitto 3 anni e 4 mesi a Franco Canuto (avv. Faccio) e ha assolto Renato Puma (avvocati Bronzini e Fiore), Vittorio Zagone (avv. D'Amico) e Massimo Gribaldo (avv. Nizza). Sempre più complessa intanto si fa l'inchiesta del pm Prunas sul crack del gruppo Mediogest: una ragnatela di società che cedevano l'una all'altra beni supervalutati. L'ipotesi che si fa strada è che il clamoroso «buco» sia stato in buona parte portato in dote a Mediogest dall'acquisto di un ramo d'azienda della collegata Mobilvalor, che aveva pure incassato dalla consociata 20 miliardi usciti dalle tasche dei clienti della finanziaria. adio Alberto Gaino In arrivo 75 miliardi

Luoghi citati: Foggia, Nizza, Piemonte, Portogallo, Roma, Saluzzo