Ospedali paralizzati, salve le emergenze

Ospedali paralizzati, salve le emergenze Ospedali paralizzati, salve le emergenze Questa è la motivazione di fondo del divieto. Ma non basta. A primari, capisala, capi servizio, viene imposto di segnalare gli impianti ai rispettivi uffici tecnici. «Dell'uso di tali apparecchiature - è scritto nel documento - risponderanno sia civilmente che penalmente le persone che non abbiano ottemperato all'ordine». Spiega Giunta: «Saranno gli ispettori dello Csea a verificare se tutto è a norma. Solo in quel caso potranno essere riutilizzate». Niente problemi di sovraccarico delle linee elettriche? «Assolutamente no. Era un preciso dovere dell'Usi prendere le giuste precauzioni e porre fine a piattaforma rivendicativa, principalmente il rinnovo del contratto di lavoro e l'approvazione dei profili professionali. Per evitare disagi maggiori le direzioni sanitarie avevano predisposto i piani di intervento e rispolverato gli ultimi accordi sindacali. Il direttore sanitario del Martini, Scarabosio: «Alcuni sportelli del poliambulatorio di via Monginevro hanno lavorato a ritmo ridotto, un ufficio amministrativo è stato chiuso e si è lavorato in due sale operatorie su 4». C'è stato anche un singolare episodio al Sant'Anna. «C'erano due interventi chirurgici per patologie molto serie» ricorda il direttore sanitario, Martiny. Sono stati trovati due strumentisti di sala operatoria in più e tutto si è risolto bene. una brutta abitudine. La rete elettrica del Traumatologico è sicura e adeguata a "reggere" tutti gli impianti, anche i più sofisticati in dotazione all'ospedale». Il divieto giunto proprio nei giorni più cari alla tifoseria ha però scatenato una moltitudine di proteste tra i ricoverati. Decine di loro hanno telefonato a La Stampa per rivendicare il diritto a vedere la televisione. «Come è possibile andare con le stampelle o in sedia a rotelle nella sala comune si chiedono - se siamo bloccati a letto dalle ingessature e dai tiranti? Per noi era anche un modo per passare il tempo». Qualcuno minaccia di avviare una raccolta di firme da inviare a Silvio Berlusconi. «Solo chi come lui segue il calcio comprende la sofferenza di non vedere le partite». Il commissario straordinario rassicura: «E' questione di giorni e poi tutto tornerà normale». Chi deve radersi? «Lo farà a suo rischio». Chi invece vuole vedere la televisione ha sempre la possibilità di dotarsi di apparecchio a batterie. Commenta un malato: «Boba da ridere. Qui sotto c'è ben altro». C'è chi guarda più lontano e pensa di scorgere, dopo il censimento delle apparecchiature elettriche e il loro controllo, ben altri provvedimenti. Primo

Persone citate: Boba, Martiny, Scarabosio, Silvio Berlusconi