La Ferrari in Francia alza la testa
Schumacher è il più veloce, per il rientrante Mansell solo il settimo posto Schumacher è il più veloce, per il rientrante Mansell solo il settimo posto la Ferrari in Francia alia la lesta Berger 2°, la rossa cresce C'è l'impressione che Schumacher abbia ancora dei margini notevoli, soprattutto in gara. Tuttavia stavolta ha dovuto giocare d'astuzia e d'abilità per sfruttare al massimo le doti della sua vettura. Ha preparato un assetto da «compromesso», disposto a perdere qualcosa nel primo tratto del circuito (quello più veloce, dove ha ottenuto il quinto parziale) per recuperare tutto negli altri due settori, più lenti e tortuosi. Un'alchimia che conferma la sensibilità del pilota e la capacità della squadra nel sorreggerlo. La Ferrari ha ancora qualche problemino da risolvere, ma almeno c'è stato un concreto passo avanti. Come ha spiegato Berger: «In effetti la vettura va un po' meglio. L'aerodinamica ora lavora bene. L'inconveniente riguarda ancora la parte anteriore. E' un difetto di origine meccanica, non so se deriva dalla geometria delle sospensioni, dalle molle o da altro. Ma ora abbiamo tante cose da provare e sono certo che entro breve tempo saremo competitivi al cento per cento. Ci saranno il nuovo motore, il cambio più leggero. Insomma sono fiducioso. Sono convinto che prima della fine della stagione vinceremo qualche gara. E se ho rinnovato il contratto per il 1995 è perché credo nella squadra, nel gruppo di lavoro che adesso lavora come può farlo una McLaren». PRIMO TURNO: ALESI E' QUARTO Migliori tempi: 1. Schumacher (Benetton) l'17"085, media 198,482 km/h; 2. Berger (Ferrari) l'17"441; 3. Hill (Williams) l'17"539; 4. Alesi (Ferrari) l'17"855; 5. Brundle (McLaren) 1' 18'' 112; 6. Barrichello (Jordan) l'18"326; 7. Mansell (Williams) l'18"340; 8. Verstappen (Benetton) l'18"669; 9. Hakkinen (McLaren) l'19"041; 10. Bernard (Ligier) l'19"292; 11. Frentzen (Sauber) l'19"318; 12. Irvine (Jordan) l'19"463; 13. Panis (Ligier) l'19"697; 14. Katayama (Tyrrell) l'19"969; 15. Blundell (Tyrrell) l'20"001; 16. Martini (Minardi) l'20"084; 17. Alboreto (Minardi) l'20"097; 18. Herbert (Lotus) l'20"108; 19. Zanardi (Lotus) l'20" 122; 20. De Cesaris (Sauber) l'20" 145; 21. Comas (Larrousse) l'20"576; 22. Morbidelli (Footwork) l'20"707; 23. Fittipaldi (Footwork) l'20"801; 24. Beretta (Larrousse) l'21"964; 25. Brabham (Simtek) l'22"527; 26. Gounon (Simtek) l'23"264. Non qualificati: Gachot (Pacific) l'24"048 e Belmondo (Pacific) l'24"637. Un bel complimento da parte dell'austriaco, che per la prima volta si confessa ottimista. Ma, poiché i due piloti di Maranello sono come il bianco e il nero, l'uno il contrario dell'altro, a livello caratteriale, se Berger, forte del suo secondo tempo, ieri era tutto sorrisi e speranze, Alesi era nero. Sarà il fatto che, pur non essendo geloso, Jeanburrasca non gradisce mai stare dietro al compagno di squadra, fatto sta che il francese non ha parlato di vetture e di gare, ma se l'è presa con buona parte della stampa italiana. In sostanza l'ha accusata di essersi inventata certe sue dichiarazioni di giovedì, con le quali aveva legato la sua perma¬ nenza alla Ferrari alla competitività della nuova vettura. Una retromarcia totale (ma ci sono tanti testimoni e registrazioni su nastro a testimoniare la veridicità di quanto è stato scritto) e un'altra dichiarazione di fede totale per Maranello. Ne prendiamo atto, Alesi è un tipo dal carattere esplosivo, a «miccia corta», come si dice. L'importante - per la Ferrari - è che vada forte al momento giusto, quando ci sarà l'occasione per vincere. Prestissimo, speriamo. Per fortuna certe tensioni vengono stemperate nell'ambiente dal buonumore e dal senso umoristico di Flavio Briatore, manager Benetton. Il quale per Mansell pensieroso Sotto, Berger al volante 1 della Ferrari
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