Berlusconi. su Bankitalia decido io

C'è aria di tempesta per la successione a Dirti, la maggioranza mette un'ipoteca sulle nomine C'è aria di tempesta per la successione a Dirti, la maggioranza mette un'ipoteca sulle nomine Berlusconi: su Bankitalia decido io Autonomi sì, ma la scelta al governo governo non cercherà di porre un termine - come alcuni nella maggioranza hanno chiesto - al mandato del governatore, che attualmente è a vita. Però, l'insistenza sul «ruolo» del governo sembra, secondo altre interpretazioni, configurare qualcosa di più che un veto al candidato notoriamente sgradito: la rivendicazione della scelta di un personaggio gradito. Il veto veniva considerato scontato, e ormai impossibile la promozione del candidato interno, il vicedirettore più anziano in carica Tommaso PadoaSchioppa, colpevole di sintonia con Ciampi. Ci sarebbe un no anche per l'altro candidato interno, Vincenzo Desario. La legge affida al consiglio superiore della Banca d'Italia la «nomina», e l'«approvazione» di essa a un «decreto del presidente della Repubblica promosso dal presidente del Consiglio». Che vuol dire? Quella del consiglio superiore è una proposta, o una decisione? Molto aspro è il commento del professor Andreatta: «Dal fascismo in poi la Banca d'Italia può contare su un processo di cooptazione che avviene all'interno della dirigenza dell'istituto e si esprime formalmente nella decisione del consiglio superiore. L'iter si completa con la decisione del governo e il Dpr. Come in tutti gli atti complessi, vi è stato in passato qualche elemento di diplomazia tra le diverse parti che intervengono. Vi è una differenza tra la diplomazia e l'uso della clava». Il giudizio politico di Andreatta è sferzante: «Questa maggioranza ha una visione padronale dei suoi rapporti con le istituzioni, come un azionista che ha la maggioranza in assemblea e pensa di poter nominare consiglio di amministrazione e collegio sindacale. In ogni Paese con istituzioni decenti il sistema maggioritario non scade mai a un sistema pigliatutto dell'esecutivo e della maggioranza, ma rimane caratterizzato da pesi e contrappesi. E' interesse di tutti che la Banca d'Italia non diventi una appendice della Fininvest. Se il mercato cogliesse l'emergere di deviazioni, la reputazione del governo ne subirebbe un contraccolpo»: conseguenza, tassi di interesse ancora più alti. Stefano Lepri ROMA. Peggio è andata in Portogallo, dove il governo ha appena licenziato in toto il vertice della Banca centrale, reo di tenere alti i tassi; sui mercati si paventa un crollo della moneta nazionale. Ma nelle grandi democrazie industriali l'autonomia dal governo è assicurata da precise disposizioni di legge. Siccome i governi democratici tendono al deficit, si ritiene opportuno che la Banca centrale eserciti una controspinta, rifiutandosi di stampare moneta. La completa autonomia della Banca centrale non esclude che il suo capo sia nominato dall'esecutivo. Anzi, in quasi tutti i Paesi è così. Sono altre garanzie che assicurano l'equilibrio dei poteri: leggi perentorie, organi direttivi compositi. Alla Bundesbank tedesca, il presidente è nominato per 8 anni dal Capo dello Stato su proposta del governo, che quasi sempre indica una perso¬ dLD I DIPENDENTI SONO 9.366 DIVISI TRA AMMINISTRAZIONE CENTRALE [4.078] E 99 TRA SEDI E SUCCURSALI LA VIGIIANZA OCCUPA 500 PERSONE L'UFFICIO STUDI ASSORBE 200 FUNZIONARI ministro del Tesoro Lamberto Dini approva il comunicato di Palazzo Chigi

Persone citate: Andreatta, Berlusconi, Ciampi, Lamberto Dini, Stefano Lepri, Vincenzo Desario

Luoghi citati: Portogallo, Roma