L'agguato delle vipere volanti

Leggende metropolitane, storie grottesche o terribili: nessuno ci crede, tutti le raccontano Leggende metropolitane, storie grottesche o terribili: nessuno ci crede, tutti le raccontano L'agguato delle vipere volanti Ufo, topi giganti, altre sorprese in due libri le nuove fantasie popolari |F1MM0RTALE e nazionale I (il fatto può svolgersi a Ri1 mini come a Acitrezza) è la 1 storia del promesso sposo _il che, scoperta la fidanzata con il suo migliore amico, si vendica a freddo portandola all'altare solo per gridarle «puttana» e piantarla in asso. Immortale e internazionale (in Italia come in Francia o in Germania) è quella del marito che, al bordello, si vede comparire davanti, per l'attesa prestazione, l'insospettabile consorte. Immortale e universale, «gioiello» del grottesco, è la storia degli amanti incastrati e obbligati a ricorrere al medico con il corollario delle infinite variabili attorno alla posizione e alla specie dei partner (umana o umana-bestiale), al luogo (casa, auto, stalla, mare), alle difficoltà per arrivare alla liberazione («ogni Pronto Soccorso del mondo ne ha una, con tratti originali» puntualizza il semiologo Omar Calabrese). Sono le «leggende metropolitane» più classiche, categoria «amabili» o quasi, entrate facilmente nella trama di pochade e di vaudeville, e tramandate nei decenni insieme all'altro grande comparto, non meno affondato nel mito, di «angosce da esorcizzare», categoria dell'«orrore», riguardante gli animali: il topo prima di tutto, ancestrale paura sessuale, che diventa supertopo, ferocissimo, con sembianze ingannatrici di cane oppure «capotopo», nella zona di Napoli; i coccodrilli albini che scivolano tra un tombino e l'altro delle città; i serpenti che risalgono dagli scarichi per azzannare, nel momento fatale, glutei ignudi e ignari. Un profilo in genere piuttosto basso quanto all'ambiente metropolitano, al di fuori del quale si riscontra invece una capacità inventiva più accesa con schiere di GRANDI Nell'immagine qui accanto un disegno di Brad Hollander tratto da «American lllustration» questi giorni a Torino: «Una ragazza va in discoteca e chiusa in un ripostiglio esercita sesso orale con tutti i clienti del luogo. Dopo di che viene portata d'urgenza all'ospedale...». Storia che, secondo il relatore, sentiremo raccontare tra poco in altre città e regioni e che arriva dagli Usa dove si presentava in una variante più «umana»: laggiù la fanciulla era «impegnata» con la «sola squadra di rugby». La discoteca, luogo di per sé demonizzato per le sulfuree connessioni legate al consumo di droga e alla morte del «sabato sera», assurge addirittura a simbolo del Male: Arona dedica un capitolo al «backward masking», la leggenda del messaggio subliminale, o addirittura del secondo testo che ac- dando la tragicomica storia della fontana di piazza Castello a Milano che il tam-tam di Tangentopoli voleva fosse stata portata, con sistemi da film di Herzog, nella villa craxiana di Hammamet. Arona punta invece sul misteriosofico e tiene d'occhio l'immenso immaginario che il cinema ci fornisce con sempre più raffinata violenza (i mostri sono di scena in questi giorni al Mystfest): avrebbe potuto anche non dimenticare la realtà virtuale poiché è di questo che, alla fine, si tratta. Ecco allora che accade. Luoghi nuovi: supermarket e discoteche. Temi nuovi: traffico di organi, Aids, oltre a un sesso cattivo. Le nuove «leggende metropolitane» risultano agghiaccianti. Toselli ne aggiunge una, a voce, raccolta in compagnerebbe le canzoni più amate dai giovani; in discoteca circolerebbero le «untrici» che, accalappiato il maschio, gli lascerebbero, dopo furiosi amplessi, il famoso biglietto di «benvenuto nel mondo dell'Aids»; in discoteca e nei supermarket (ma anche in boutiques dotate di botola) infine avverrebbero i furti di organi: ragazzi sedotti e drogati, bambini rapiti, tutti ritrovati con ampie cicatrici in direzione di reni, di polmoni... Nulla di vero, ma tutto molto temuto. E quindi creduto? «Oh, com'è bella la città» cantava amarissimo Gaber; la città è sempre più Biade Runner, è la New Orleans che inghiotte "lenia Carrisi e dove si compirebbero sacrifici umani ogni anno; è la New York dei terrori e degli zombies; la «twilight zone» dove il satanismo, ricorda Arona, «in quanto fantasma della mente, non può far altro che prosperare». Una paura che cresce, visto il numero di libri, notizie, storie riferite dai giornali? Oppure una moda? 0 sempre quel bisogno tutto infantile di un salutare e catartico terrore? «Fenomeno di consumo certo, ma anche una rete che avvolge le zone più fragili della subcultura in particolare giovanile, i gruppi, le bande - spiega Calabrese - grazie soprattutto, dagli Anni 60 in poi, alla cassa di risonanza offerta dai media. Fenomeni di oralità che si comportano come epidemie e che ormai spesso non hanno nessuna particolare radice nel territorio. Storie sovente d'importazione, naturalmente con l'apporto delle fantasy horror-erotico-scientifiche dei vari King e Crichton, passate rapidamente sugli schermi e quindi di larghissimo dominio». Beh, piuttosto ripetitive, ormai. Ma se, a dispetto delle loro vendite miliardarie, i re delle hit parade non possono competere in awen-

Persone citate: Brad Hollander, Calabrese, Carrisi, Crichton, Gaber, Herzog, Omar Calabrese, Toselli

Luoghi citati: Acitrezza, Francia, Germania, Italia, Milano, Napoli, Torino, Usa