La prima volta che lo vidi al Cairo lesse una poesia di Igor Man

jf La prima volta che lo vidi al Cairo jf La prima volta che lo vidi al Cairo lesse una poesia lunghi e duri di lotta per restituire alla nazione palestinese «identità e dignità». In quel lontanissimo dicembre s'apprestava a partire per il Kuwait, dove avrebbe cominciato il lavoro di «commesso viaggiatore d'un prodotto difficile da vendere: la terra, una patria per i palestinesi». Il 21 di marzo del 1968, truppe scelte israeliane attaccano la cittadina giordana di Karameh, roccaforte dei commandos di al Fatah. Appoggiati dall'artiglieria giordana, i fedayn affrontano il nemico anche all'arma bianca. Le basi di al Fatah furono distrutte ma la resistenza opposta dei guerriglieri ai più sofisticati soldati israeliani, fu in sé «una grande vittoria». Il 25 di marzo Arafat tiene una conferenza stampa uscendo dalla lunga clandestinità. Si presenta come Abu Animar, nome scelto in omaggio ad Ammar Ben Yassir, il grande capo militare del primo secolo dell'Islam. Afferma che «la guerra di popolo può durare anche cinquant'anni». La voce in falsetto, l'accento egiziano m'illuminarono la memoria. Abu Animar era quel giovine Arafat incontrato da «Groppi». Quando gli chiesi conferma, rispose sgarbato che mi sbagliavo. Due anni dopo, ad Amman, quand'era oramai uscito dalla clandestinità e aveva creato uno Stato nello Stato in Gior¬ Igor Man

Persone citate: Ammar, Arafat, Fatah, Karameh

Luoghi citati: Amman, Cairo, Kuwait