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Rutelli: Celentano ha ragione Rutelli: Celentano ha ragione Morto l'uomo della Capannina II sindaco di Roma Francesco Rutelli è solidale con Adriano Celentano che, non avendo ottenuto l'uso dello stadio Flaminio, ha annullato il concerto romano per «non esibirsi in spazi non adatti alla musica». «Sottoscrivo la denuncia di Celentano - dice il primo cittadino della Capitale - e mi muoverò affinché il concerto si possa tenere regolarmente». Anche il presidente della commissione Cultura della Camera, Sgarbi, dà ragione al Molleggiato. I sovrin¬ tendenti hanno invece scelto la linea dura: «A Roma si viene per vedere i monumenti, non per sentire concerti. Capisco Celentano, ma per eventi di grande impatto si devono fare strutture ad hoc e non si può pensare di utilizzare luoghi preposti ad altro» ha detto il sovrintendente ai Beni archeologici, La Regina. Secco il commento di Claudio Strinati (Beni storici e artistici): «Le polemiche sono inutili: solo con la tutela si riscattano i beni culturali». E' morto l'altra notte, all'età di 86 anni, Guido Franceschi, l'ultimo rappresentante della famiglia di Forte dei Marmi che creò e gestì la mitica Capannina. Guido era il primogenito di Achille Franceschi, considerato da sempre il padre del turismo d'elite di Forte dei Marmi, turismo che si è concretizzato proprio con la nascita, nell'agosto del 1929, della Capannina e del famoso Grand Hotel. Già in quegli anni la Capannina era il ritrovo estivo più elitario d'Italia: i principi Belmonte, Del Be Drago, Rospigliosi, il marchese Cinzano, il duca Visconti di Modrone, la principessa Ruffo di Calabria, i principi Corsini e Colonna. La Capannina, costruita con paglia e frasche, bruciò nel '39 e venne ricostruita proprio da Guido e da suo fratello Nevio. Dal '52 al '65 sulla pedana del celebre locale passarono artisti come Gilbert Bécaud, Paul Anka (foto), i Platters, Maurice Chevalier, Edith Piaf, Wanda Osiris. Nel 1972 Guido e Nevio Franceschi abbandonarono la Capannina. i Hi