I masochisti di Trieste; Alba, Valeria e la ribellione dell'abbonato

/ masochisti di Trieste; Alba, Valeria e la ribellione dell'abbonato / masochisti di Trieste; Alba, Valeria e la ribellione dell'abbonato Italia al primo posto nel nostro cuore Credo che l'accordo di cooperazione stipulato fra il vostro giornale e La Cronaca di Trieste non abbia precedenti. Contribuirà ad estendere la diffusione dei due quotidiani nella mia città, tanto trascurata dai patri giochi, quanto viva ancora nel cuore degli italiani. Trieste è tagliata praticamente dal resto d'Italia. Che nel nostro cuore è restata sempre al primo posto sino a farci diventare masochisti. Il fatto è che il nostro porto - già così florido ai tempi dell'occupazione dell'Impero austro-ungarico - è stato tagliato fuori dai traffici nazionali ed internazionali persino via terra. Consultate un orario ferroviario e constaterete che l'Italia per noi finisce a Venezia-Mestre. Ci rimane la splendida baia costellata da due glorie del passato: i castelli di Miramare e di Duino che valgono di per sé soli di essere visti, ma che i nostri connazionali in gran parte non hanno mai visitato. E ci è rimasto anche 0 Carso: bianco, roccioso, bellissimo, ma mortalmente ferito da serpenti stradali incompiuti! Potrei finire qui. Ma la mia anima è turbata anche da considerazioni politiche in quanto la sinistra già filo-jugoslava • tanto da chiedere l'annessione di Trieste alla Jugoslavia di Tito - fa passare (e persino la bianconere Tina Anselmi se ne è fatta ambasciatrice) la Risiera di S. Sabba come l'unico campo di sterminio in Italia (sottacendo la parola «nazista» per far credere agli ignari che fosse stato addirittura «fascista»). E' un imbroglio e comunque una falsità. Se così fosse stato la mia nonna materna e tante altre vittime non sarebbero state inviate nei campi di concentramento tedeschi per essere eliminate. E' stata, invece, un duro luogo di raccolta ove molti dei prigionieri, sottoposti dai nazisti ad esecrandi interrogatori, sarebbero deceduti ed i loro cadaveri, per comprensibili ragioni, bruciati nel forno crematorio. 11 fatto è che gli slavo-comunisti continuano a specularvi sopra per quelle ragioni annessionistiche espresse dal loro slogan «Trst je nas!» (Trieste è nostra!», in forza del quale innumerevoli italiani, che si opponevano all'annessione, sono finiti, ancor vivi, nelle foibe carsiche. Con la complicità nel nostro governo nazionale 0 quale, nella motivazione della concessione della medaglia d'oro alla città di Trieste, mentre fra gli occupatoli ha nominato chiaramente i nazisti, ha sottaciuto gli slavo-comunisti! Ermanno Costerni, Trieste Pochezza e banalità all'ordine del giorno Desidero pubblicamente diffidare la Rai affinché non prelevi dal mio canone di abbonamento la quotaparte da destinare agli autori ed agli interpreti della trasmissione tv «Serata mondiale», condotta dalle signore Parietti e Marini. E ciò per la pochezza, la banalità, l'insulsaggine non disgiunta da momenti di beceraggine di quanto mi viene propinato con lo spettacolo di cui sopra e del quale posso, naturalmente, evitarne la visione, ma ahimè non il finanziamento. E da qui la mia esplicita decisione nel senso indicato. Mario Giordanengo, Torino Stato fantasma e sessualità gay Un impedimento meramente fisiologico - quindi non un'intollerante, reazionaria «società» - nega alle coppie gay la procreazione. Di per sé poi, l'omosessualità non garantisce alcuna «immunità» dai tanti guasti che, per le più disparate cause - nel tempo - possono far degenerare il rapporto di coppia sino al divorzio. Questo - tra l'altro comporta l'affidamento della prole. Se la coppietta lesbica di Genova dovesse - prima o poi - giungere alla separazione, che ne sarebbe della piccola Sara? Forse il «mabbo» e la «bamma» se la giocherebbero ai dadi, oppure lo Stato-fantasma l'affiderebbe alla «provetta 221» dell'esimio prof. Ambrassa? La cui meritoria opera è tanto più encomiabile poiché ha provveduto Egregio signor Del Buono, è perfettamente fuori luogo che ella prenda cappello perché ho trovato a ridire su certi suoi colleghi. Legga o rilegga, se già lo conosce, quanto ha scritto il 30 marzo scorso Pierluigi Battista sotto il titolo «La crisi delle teste d'uovo» e mi dica se condivide le espressioni «imbecilgente», il «beriusconismo rappresenta la corruzione definitiva, l'irrimediabile perdita dell'anima», «il beriusconismo ha reso gli italiani un popolo di ebeti teledipendenti, di individui gretti e meschini», «tutti diventati teleidioti...». aw. Marco Tìttoni, Biella GENTILE avvocato Tirtoni, ho riletto quanto ha scritto Pierluigi Battista, ma non è affatto vero che le espressioni che lei gli imputa siano sue convinzioni. Pierluigi Battista riferisce quanto sostenuto, più o meno seriamente, da alcuni intellettuali, a cominciare da Dario Fo. Ovvero Pierluigi Battista fa il suo dovere di informatore su usi e costumi di una certa parte di italiani in crisi. Possono esseie anche abusi e mal costumi, ma esistono, e, quindi, occorre darne conto. «Non credo che ella condivida queste espressioni, ma, se così non fosse, dovrei conchiudere che è della stessa forza», lei mi scrive ancora. «Ella non deve difendere se stesso perché nulla ho contro di lei, ma non mi sento di condividere o di tacere di fronte agli scritti soprarichiamati. Io rispetto tutte Sempredila v anche a determinare il sesso della nascitura, su precisa indicazione della coppia. Questo raccapricciante, mostruoso atto egoistico - definito dalle interessate «atto d'amore» (!!) - è vissuto con estrema trepidazione, encomiabile riservatezza nonché massima discrezione, tanto da aver messo in secondo piano RISPONDE Q.d.B. meglio si rità «Egregio signor Del Buono», mi scrive sullo stesso argomento Luigi Pontedera di Alassio, «sono un lettore de La Stampa da oltre 50 anni, seguo sempre la sua rubrica perché è spregiudicata e sempre interessante. Stamani ho letto quanto da lei riportato della lettera dell'avvocato Tittoni di Biella, e credo proprio che i signori nominati dall'avvocato non siano anti italiani, ma solamente anti berlusconiani e, di conseguenza, filoprogressisti. Quello che, invece, mi pare certo è che, fino a prima del direttore Mieli, La Stampa era un giornale indipendente, da allora non più, e mi dispiace. Cordialità». Gentile signor Pontedera, può aiutarmi a capire su cosa si basa la sua certezza? Parliamone, la prego. Sempre meglio cercar di dirsi la verità. le opinioni ma mi danno fastidio e ritengo anti italiani chi ingiuria volgarmente i vincitori delle elezioni. E de hoc satis...». Gentile avvocato Tittoni, io me la sono presa per la forma aggressiva della sua lettera, per quella minaccia che, se non l'avessi pubblicata, lei l'avrebbe fatta pubblicare altrove, denunciando che non l'avevo voluta pubblicare. Le pare che sia un modo cordiale di intraprendere una corrispondenza? Oreste de! Buono difendersi poiché non hanno la facoltà di rifiutarsi di venire al mondo, né la possibilità di scegliersi i genitori! Con profonda angoscia, solidarietà ed affetto formulo alla piccola Sara i miei più sinceri auguri: temo ne abbia davvero bisogno. Forse perché laica, non avevo mai nutrito pregiudizi nei con¬ fronti dell'omosessualità. I commenti, le interviste, le dichiarazioni, gli articoli delle persone omosessuali, sul fatto di Genova, mi hanno fatto mutare drasticamente parere. M. Carla Ivaldi Lombardo Torino I gatti strusciano le gambe degli amici Sulla Stampa del 12 giugno la brava divulgatrice I. Lattes Coifmann parlando della simpatica abitudine dei gatti di strofinarsi contro le gambe dell'uomo riferisce che gli etologi dicono che in questo modo il micio di casa impregna noi dell'odore delle sue ghiandole per avvertire così altri gatti che noi siamo soltanto «roba sua». Io ho anche notato che quello struscio lo fanno ugualmente con tutti gli amici di famiglia del proprietario. Eliana P. Di Cascio Monleale (Alessandria) «Abili e arruolati» in Educazione fisica Avendo letto il 22 giugno su La Stampa il terzo articolo consecutivo che tratta con dolorosa sorpresa dell'insuccesso scolastico in Educazione Fisica di qualche studente, sento il desiderio di intervenire in qualità di insegnante della suddetta materia. Mi chiedo perché ci si scandalizza per un insuccesso in Educazione Fisica e non si fa altrettanto per le altre materie. Evidentemente non la si reputa una materia di insegnamento, ma qualcosa di indefinito tra il superfluo e il passatempo. Mi domando allora che senso abbia per la nostra disastrata economia spendere soldi in insegnanti che non servono. Se c'è insegnamento ci deve essere valutazione, e che questa talvolta può essere negativa. Soprattutto in quegli sporadici casi in cui la non frequenza degli allievi non fornisce neppure gli strumenti giuridici per una promozione. Sono convinto che l'esito negativo sia sempre dolorosamente senti¬ to come un insuccesso dall'insegnante; ma accade che orari scomodi dovuti alla penuria di palestre scolastiche determinino la decisione di qualche famiglia o dello stesso studente di disertare le lezioni. Mi chiedo con quale arbitrio si possa sostenere il diritto di queste persone ad un esito positivo. Non ho mai sentito una simile richiesta in altre materie. La legge vuole che anche gli esonerati presenzino alle lezioni, il docente deve fornire un progetto educativo anche a loro. Vorrei tanto che si parlasse di educazione fisica o motoria in modo diverso dal militaresco «abili e arruolati». Mi rendo conto che in un Paese dove nelle scuole elementari l'educazione motoria è ancora lasciata al buon cuore delle maestre, che spesso la concedono come premio o la negano come castigo, non si può pretendere che si capisca il valore dell'educazione fisica. Proviamo a fare un salto di qualità culturale, e incominciamo a pensare seriamente se ha senso la schizofrenica dicotomia tra mente e corpo, come se potessero esistere due entità distinte. Ermanno Calvi, Torino La polizia penitenziaria è in gran parte onesta Su La Stampa del 21 giugno scorso, nell'articolo «Carceri, la rivolta dei direttori» la cronista mi attribuisce dichiarazioni sulla corruttibilità del personale. Non ho mai pronunciato quelle parole, che esprimono valutazioni lontane dal mio pensiero, poiché ritengo la gran parte del personale di polizia penitenziaria affidabile ed onesta. Nel corso della conferenza stampa ho criticato, invece, la gestione lassista del personale da parte del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, in particolare in materia di selezione e formazione del personale e - sullo specifico episodio di Padova - ho evidenziato le gravi responsabilità di uffici del ministero dell'Interno e del nostro dipartimento. Enzo Testa, Ivrea