L'ANGELO DI LOI CERCA IL PARADISO A MILANO

L'ANGELO DI LOI CERCA IL PARADISO A MILANO L'ANGELO DI LOI CERCA IL PARADISO A MILANO Romanzo dialettale in versi, tra follia e politica CON qualche cautela si potrebbe adottare per il ritorno ai dialetti ciò che James Hilmann dice a proposito del ritorno alla Grecia nel primo capitolo del Saggio su Pan: la Grecia come regione psichica, come spazio interiore della mente solo indirettamente connesso con la geografia e la storia effettive. Hilmann parla di passione archetipica delle lingue morte, «che difficilmente potrebbero provare in modo razionale la loro pertinenza in un'epoca come la presente» e che «sono tenute in vita dalla psiche stessa a causa della loro miportanza per l'immaginazione». L'associazione viene spontanea leggendo, diciamolo subito, il magnifico romanzo in versi di Franco Loi, L'angel, appena pubblicato da Mondadori (pp. 412, L. 35.000). E la conferma è alla fine trovata in un passaggio del piccolo zibaldone di pensieri che accompagnano il testo ben oltre le note fittissime e appassionate: «Il mio atteggiamento verso i dialetti è di semplice rispetto di quel che accade quando vengo travolto dalle nnmagini. La mia attenzione consiste nell'appropriatezza della forma alla materia incandescente e incatenatrice dell'inconscio». Non a caso il milanese che Loi scrive qui (come il colornese e il genovese che fanno anch'essi parte di questo mondo) non è riferibile ad una classe reale a cui può ancora guardare ima tradizione che va da Porta a Tessa. E non a caso ciò che viene a contare è molto più di prima, rispetto alla coscienza dell'intero, la junghiana identità numero due: l'ironia del sé «che osserva i miti dell'io». Chi è dunque l'angel a cui il titolo rimanda? Non Loi né l'io poetico di Loi, anche se l'io poetico di Loi non parla che attraverso l'io poetico dell'angel in un multiplo gioco di riflessi. L'angel è un uomo che scopre la sua natura seconda o piuttosto la sua foiba. Curato in una casa di cura, guarito e ricondotto alla «normalità», si dedica alla politica ma scopre ben presto che la pazzia è fuori, nelle strade, e attraverso questa scoperta arriva alla coscienza propriamente negativa e ultima che «gh'è no 'na fen e mai mi resulta» (non c'è mia fine e mai un risultato). Romanzo di formazione, in un certo senso, anche se necessariamente privo di approdi rassicuranti, la consapevolezza esistenziale del protagonista che dice io è mtonata alla teologia, «negativa» anch'essa, che caratterizza la sua ricerca di Dio, di mi Dio che conduce alla sempre verde pensée pascabana: «Noi non siamo dunque capaci di conoscere né ciò che è, né se egU è». Forse più che una teologia, una teodicea, visto che la giustificazione del divino e la sua collusione con il problema del male ne segna il senso e la direzione. Le parti del romanzo sono quattro (di cui la prima già pubblicata nell'81) e scandiscono le tappe di un percorso della memoria che si fa ipnosi, stato di trance. L'angel cade a volte in un parossismo allucinatorio che è dotato di una sua coerenza, anche se appare lì per b eccentrico e aberrante. Non c'è rimemorare metodico nella sua mente. Egb va da Genova a Milano, da Milano a Colorno (nel Parmense), dagb Anni Trenta alla strage di piazza Fontana, a scarti, a flashback, a zig-zag, dietro le tracce di tempi e di luoghi parlanti attraverso la pluridialettalità che si fa voce ogni volta dell'essere e del dire originari. Un folgorante viaggio dagli Anni 30 alla strage di piazza Fontana per cercare Dio e il Male nel buio dell'inconscio L'angel è in cerca del suo paradiso in terra e la prima parola in assoluto che il suo io pronuncia è appunto «paradis»: «El Paradis... Ragassi, che pastura!» (Il Paradiso... Ragazzi, che pastura!»). Ma quale paradiso? E' lui stesso ad interrogarsi. Il sugo dell'infanzia? GU amori adolescenti? Una «ciulada»? Le infinite partite di foot-ball giocate sui campi di periferia e viste in memorabili derby milaninter a San Siro? O i luoghi di una rete intricata di passaggi tra nostalgia e angoscia? Vi spiccano le favolose atmosfere di Colorno, i due volti di una Genova levantina e ponentina, le

Persone citate: Franco Loi, James Hilmann, Loi, Mondadori, Paradis, Ragazzi

Luoghi citati: Colorno, Genova, Grecia, Milano