Effenberg il duro esiliato

Effenberg, il duro esiliato Effenberg, il duro esiliato Spedito a casa per ungestaccio «Mi dispiace, ma non mi pento» DALLAS. Il gesto di Effenberg, l'indice alzato verso la gente durante Germania-Corea del Sud, era sfuggito alla maggior parte degli astanti al Cotton Bowl, dove fra tribune e campo 10 spazio è sincopato da enormi pilastri e dove il tabellone televisivo, che peraltro non riporta tutto, è invisibile a metà dello stadio. Così era bastata la spiegazione del et Berti Vogts, «l'ho tolto perché aveva una crisi di nervi». Poi, come già sapete, Vogts lo ha fatto fuori, ricordando che qui i suoi giocatori rappresentano la Germania. Effenberg mandato a casa perché ha offeso la gente. Dopo 11 gestaccio sono in pochi a scusarlo. Anzi, tutti, chi più chi meno, prendono decisamente le distanze dal giocatore. Tra i giudizi più duri quello dell'ex et della nazionale tedesca, Beckenbauer: «Una cosa è sicura: in Germania Effenberg ha chiuso. Per me gli spettatori paganti hanno tutti i diritti, mentre gli ospiti d'onore non ne hanno alcuno, devono stare lì, zitti e buoni. Ma chi paga dev'essere rispettato. E visto che Stefan non potrà più giocare in Nazionale, credo proprio che dovrà terminare la carriera in Italia. Comunque penso che per prendere una decisione la Federcalcio abbia avuto anche altri gravi motivi». Ma il presidente Baun si è affrettato a precisare che se per Vogts «ci sono svariate ragioni, per me conta solamente quel dito alzato. Non accetto che un giocatore della Nazionale si permetta di fare oscenità in pubblico; questo per i milioni di ragazzi che vedono nei giocatori i propri idoli». Ma Effenberg come si difende? Si pente di quanto ha fatto? «No, mi dispiace - ha detto ad una tv privata tedesca -. Mi spiace di avere reagito in quella maniera, ma dovete anche capire la situazione nella quale è successo il fatto. Stai giocando sotto un sole cocente, c'è in bal¬ 10 la qualificazione e senti i fischi. Prima sono solo un centinaio i tifosi che contestano, poi tenti una giocata difficile ed jl brusio aumenta, sbagli un passaggio e i fischi aumentano sempre di più, sempre di più. Fino a quando scoppi e succede 11 pasticcio». Ma Vogts non ha voluto sentire ragioni e, come dicono i soliti bene informati, ha voluto usare il primo dei due biglietti aerei in bianco che si è portato dalla Germania. Sono in molti a chiedersi per chi sarà il secondo. Il caso-Effenberg ha un precedente ma con un finale diverso. Chinaglia mandò Valcareggi a quel paese ai Mondiali del 74 ma resto con la squadra. Così va il calcio. Per fortuna gli statunitensi non hanno memoria calcistica, altrimenti il paragone non sarebbe loro sfuggito, con di riflesso altri schiaffetti all'Italia, che non sta certo conducendo in Usa una perfetta operazionesimpatia legata a! Mondiale. Da notare che qui il comportamento in campo ha un'enorme importanza. Il caso di Harkes, il calciatore statunitense ammonito per non avere rispettato la distanza su un calcio di punizione in Usa-Romania, è ancora nei titoli dei giornali. Hagi è stato chiamato a precisare che lui non ha chiesto all'arbitro di sospendere Harkes. L'alterco fra Harkes e Balboa, compagni di squadra, continua ad andare in tv. Qui si può dare l'addio alla Nazionale ed al torneo senza problemi, come ha fatto in crisi piena il portiere coreano Choi In Young: basta dire che non si ha più voglia, che non ci si sente a proprio agio. Ma sgarrare sul piano della forma è cosa assai grave. Se poi la colpa è anche di lesa patria, siamo al top: qui, e in Germania, si pensa che per servire la patria non c'è neppure bisogno di montare la guardia ad un bidone di benzina. Basta non alzare un dito. [a. v.] A sinistra, Oleg Salenko, 25 anni; sopra, il nazionale tedesco Effenberg

Luoghi citati: Corea Del Sud, Germania, Italia, Romania, Usa