Bell fa il primo comizio sul tracollo del Camerun

Bell fa il primo comizio sul tracollo del Camerun Bell fa il primo comizio sul tracollo del Camerun san francisco DAL NOSTRO INVIATO «Il nostro è stato il disastro più prevedibile della storia del calcio, perché i politici hanno voluto mettere le mani dentro la Nazionale distruggendo definitivamente i precari equilibri all'interno della squadra». Così Joseph Antoine Bell, 39 anni, l'esponente più carismatico, il sindacalista e fino all'altro giorno l'indiscusso portiere titolare, ha aperto il dibattito su quella che si può definire l'ingloriosa scomparsa dei leoni indomabili. E' il triste tramonto di una storia leggendaria cominciata nell'82 in Spagna. Una fiaba senza lieto fine. Che ha regalato sorrisi solo all'Italia. Dodici anni fa gli azzurri futuri campioni del mondo di Bearzot furono «graziati» dagli africani durante la prima fase di Vigo, l'altro ieri gli azzurri di Sacchi sono stati «ripescati» proprio in seguito alla disfatta del Camerun di fronte alla Russia. Bell, che ha già annunciato il suo ritiro dal calcio quando dopo le pressioni del governo camerunense - si è autoescluso al termine della partita con il Brasile giocata solo per la ribellione dei compagni al diktat dei politici, chiarisce: «Michel, il et, dice che il nostro Mondiale è stato compromesso dal pareggio con la Svezia nel primo incontro, quando avremmo meritato di vincere. La sua è un'analisi tecnica, magari giusta ma limitata. La squadra la pensa diversamente». Bell cede la parola all'attaccante Omam Biyick, un altro della vecchia guardia: «Ero sicuro che non ce l'avremmo fatta contro i russi, questa sconfitta è cominciata il giorno in cui Michel ha detto al nostro portiere titolare che non avrebbe dovuto più giocare». Il numero uno del Camerun ha pagato col posto la sua intransigenza - ha persino minacciato la sciopero - nelle trattative col governo per i premi mondiali. Ma la battaglia del grano è stata solo una scusa. La verità è che Bell dà fastidio come personaggio. E' ormai sopranno- minato il Mandela del Camerun, scrive le sue opinioni antiregime sul quotidiano francese l'Humanité, è un «combattente» comunista pronto a scendere in campo. Questo che segue, probabilmente, è anche il suo primo discorso da candidato alle elezioni come avversario del partito unico al potere. Insieme un messaggio e un duro j'accuse. «Non c'è futuro per il Camerun - dice Bell - perché come in tutti i Paesi africani la corruzione è presente a ogni livello della vita sociale, anche nel cal¬ cio come si è visto. Sono convinto che dopo la nostra eliminazione ci saranno delle reazioni popolari e delle proteste che sicuramente saranno strumentalizzate. Non fidatevi - si rivolge ad americani ed europei di quello che verrete a sapere dal Camerun nei prossimi giorni. Tutto sarà manipolato. Il calcio è malato perché malata è la società camerunense. Mi auguro solo che da questo disastro qualcuno riesca a trarre la forza per farci guarire in tempo utile». [f. bad.] «Rovinata dai politici» una squadra sempre amica degli azzurri Joseph Antoine Bell, 39 anni, portiere del Camerun e sindacalista

Persone citate: Bearzot, Bell, Biyick, Joseph Antoine Bell, Sacchi, Vigo