Mossero rivive il Mundial '82 di Fabio Vergnano

IL FUTURO DEGLI AZZURRE Mossero rivive il Mundio! f82 «Anche ora troveremo rivali più conosciute» LO SPECIALISTA DEL TURNOVER MARTINSVILLE ILUV1A e ci scappa pure il black out elettrico. Nella grande palestra, rifugio per giocatori e giornalisti, è notte fonda. Quasi come nell'asfittico attacco azzurro. E' il momento di Massaro, ma l'uomo della provvidenza non ha fretta, né di proporsi, né di confessarsi. E poi gli piace farsi aspettare. Indugia a lungo nello spogliatoio, nella vasca dell'idromassaggio, arriva quasi fuori tempo massimo, si siede su una cyclette e come sempre sembra annoiato, poco felice di essere stato inserito nel turn over delle interviste. Proprio lui che del turn over è uno dei massimi interpreti al mondo. L'uomo che ha scaldato il cuore di Sacchi e degli italiani ha raggiunto un altro primato personale: il primo gol nel Mondiale. E se, come pare, Sacchi lo utilizzerà fin dall'inizio già negli ottavi di finale, si può essere sicuri che il nostro piazzerà qualche altra zampata delle sue. Mister scarpette rosse, però, non vagheggia un domani da mattatore della scena azzurra. Furbo e anche un po' ruffianello, non si espone mai, contento a parole di quanto l'Arrigo gli offre. Ma intanto ci si aggrappa di nuovo a lui. L'ha fatto il Milan, lo sta facendo l'Italia dei troppi equivoci. Difficile strappargli un sorriso, anche nel momento delle celebrazioni, sembra che tutto gli scivoli addosso senza lasciare traccia. Frena le emozioni: anche questo gli ha insegnato il Presidente. Bontà sua ammette: «Nel curriculum dei gol mi mancava proprio una rete nel Mondiale. Ho colmato questa lacuna ed ò una cosa importante perché adesso andiamo avanti. Ma senza il gran lavoro fatto prima dalla squadra, chissà cosa sarebbe successo. In questi anni al Milan ho capito che con una rosa ampia è importante essere pronto in ogni momento. Forse è proprio questo il mio ruolo giusto, perché so comportarmi in allenamento come un titolare e di entrare subito in clima-gara». Incorreggibile Massaro. Ostinato al punto da non ammettere che la parte di ruota di scolta possa pesargli: «Ma perché mi deve andare stretto questo ruolo? Fossi un egoista direi che non mi va di stare a guardare, ma ho imparato ad anteporre il resto della squadra a me stesso. Sacchi deve decidere in serenità. Se pensa che io possa essere più utile così, non vedo che problema ci sia. E' un vantaggio avere la panchina lunga. E poi, può darsi che in realtà io sia soltanto un giocatore da mezze partite. Comunque non mi rifiuterei di giocare se Sacchi decidesse di mandarmi in campo dal primo minuto. Però non sarò io ad avanzare pretese». Attaccante e gentiluomo. E adesso può finalmente smetterla di parlare del suo Mondiale spagnolo, quello vissuto in tribuna stampa con la macchina fotografica a tracolla e il rancore come fedele compagno. Il tempo dei rimpianti è finito, ora ha concreti argomenti di discussione. Matarrese l'altra sera a Washington ! l'ha definito «il nostro sparvieI ro». E in effetti ha qualcosa del rapace. Massaro si avventa sulla preda e approfitta della propria freschezza per piazzare la stoccata vincente. Spiega: «E' difficile essere lucidi al momento del tocco finale. Giocare in questo clima fiacca le energie, con la testa pensi di poter arrivare sulla palla, ma ti mancano le gambe. Io gioco meno e sono più riposato. E' proprio in attacco che dobbiamo migliorare, non riusciamo a concretizzare il gioco che il resto della squadra produce». Ma crescere si deve. Non è l'Italia che i tifosi si attendevano: «Avevamo un girone difficile, con squadre poco conosciute. Ora arrivano le avversarie di cui sappiamo tutto, sarà un vantaggio. Accadde cosi anche nell'82». Quante analogie con il Mun- dial spagnolo: la squadra che fatica a passare il turno, Baggio in difficoltà come Rossi. Massaro ricorda: «Allora avevamo meno qualità di oggi, ma come allora dobbiamo trovare la convinzione per sbloccarci. Baggio ricorda il Pablito spagnolo ed è il primo a sapere di potere e dovere dare di più. Ma non colpevolizziamolo. In fondo non è il solo a sbagliare. Robi fa quello che Sacchi gli chiede. Contro il Messico ha avuto pochi palloni giocabili, ma nella ripresa ha creato problemi ai messicani negli spazi brevi». Una difesa d'ufficio che non convince. Il Codino per ora ha fallito e per insistere su di lui, Sacchi ha sacrificato goleador conclamati come Massaro e Signori. Il bomber dell'emergenza si chiama fuori: «Non esprimo giudizi di questo tipo. Sacchi impiega i giocatori in modo tale da esaltare al meglio il calcio che lui vuole. E poi Signori partendo da metà campo è andato in gol, non mi sembra sacrificato. Il problema è che lui corre molto e poi perde lucidità negli ultimi venti metri. Quanto a me, trovo dei benefici a muovermi in sintonia con le esigenze delia squadra». Mai sopra le righe, stile berlusconiano applicato al calcio, idee chiare sul futuro dell'Italia calcistica: «Dalla prossima partita o vinci o sei fuori. E' questo sarà determinante. Le squadre di Sacchi hanno sempre dato il meglio nelle sfide secche». Fabio Vergnano Massaro al posto di Casiraghi? Il et: d'ora in poi vivo alla giornata Massaro e Albertini si abbracciano dopo il gol. Sotto un incredibile cappellino di un tifoso azzurro

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