Quello che serve ai ciechi e i meriti delle Pagine Gialle

Quello che serve ai ciechi e i meriti delle Pagine Gialle LETTERE AL GIORNALE Quello che serve ai ciechi e i meriti delle Pagine Gialle Che imbarazzo per Ray Charles Devo confessare che provo un certo imbarazzo nello scrivere per una rettifica proprio a voi, La Stampa è l'unico quotidiano che ha consentito a l'Unione Italiana dei Ciechi l'esperimento del giornale elettronico leggibile in televideo anche dai ciechi, mediante un computer e altre avanzate apparecchiature. Perché chi vi scrive è quel presidente che sta in ogni modo cercando di togliere i ciechi dalla segregazione dell'ignoranza e dalla dipendenza dagli altri attraverso l'apertura alle tecnologie più avanzate, i corsi di autonomia personale (fra le mura domestiche e fuori) fino ad organizzare un corso per giornalisti minorati della vista che si è appena concluso con grande risonanza e con un inserto di otto pagine pubblicato nel Tirreno del 14 giugno e realizzato interamente dai partecipanti al corso. Eppure quel presidente viene accusato, da quel pur ottimo giornalista che è Ferdinando Camon, di essere un presidente con una visione della cecità «che invoca la carità, la vecchia visione da ricovero, da ospizio», un presidente insomma che lavora contro i ciechi. Come ò potuto accadere? Lo scorso giovedì 23 giugno una giornalista, di cui non ricordo il nome, mi telefonò chiedendomi cosa pensassi dello spot in cui Ray Charles guidava un'automobile. Risposi che non conoscevo lo spot ma che, in linea astratta, non condivido l'uso commerciale dei problemi dell'handicap e che, in particolare, nelle attuali circostanze mi sembrava di dubbio gusto un cieco alla guida di un autoveicolo. E' diventato ormai, infatti, luogo comune la locuzione «cieco con patente». Successivamente ho visto lo spot e non vi ho trovato niente di negativo o di lesivo per i ciechi ma anzi, come dice Camon, l'ho trovato «liberatorio». Ormai, però, la mia dichiarazione iniziale si era diffusa, via via ingigantendosi ed enfatizzandosi, tanto che a nulla pare sia servita la precisazione fatta con lAnsa sabato mattina (venerdì pur troppo era in sciopero) e in una intervista a Radio Radicale. Ciò che l'Unione ha ottenuto e realizzato durante la mia presidenza (certo non solo per merito mio) è stato come annullato e senza alcun valore: la legge per l'ammissione dei ciechi a tutti gli impieghi, compresa la dirigenza e la magistratura, il tele video-telesoftware per la «lettura» del giornale, i film televisivi commentati perché i ciechi possano seguirli in famiglia, la creazione di un istituto che svolge massicciamente corsi di alfabetizzazione informatica (per consentire attraverso uno scanner la lettura dei libri), i corsi di riabilitazione (per il movimento autonomo) e quelli formativi avanzati (tra i quali il già ricordato corso di giornalismo). Niente, tutto cancellato da una banale frase: «Non credo che i ciechi possano mai guidare un'automobile, può pure scriverlo». Penso che potrete capire la mia amarezza, anche per non essere stato sentito direttamente da Camon a cui avrei potuto chiarire il mio pensiero, così come ho fatto con Radio Radicale. Prof. Tommaso Daniele Presidente dell'Unione Italiana Ciechi, Roma Caro presidente, il suo errore è stato emettere un giudizio su uno spot senza sapere di cosa si trattava. Ora che lo sa, lei è d'accordo con me. Ora che l'ho letta, io sono d'accordo con lei. ff. e] Il risparmio della carta Ringraziamo Oreste del Buono e il signor Illeggibile perché grazie alle loro domande possiamo parlare di alcune tappe fondamentali dell'impegno della Seat per l'informazione e per il rispetto dell'ambiente. Dal '66, cioè da quando sono nate nella veste simile all'attuale, ad oggi, le Pagine Gialle hanno affrontato concretamente il problema del risparmio della carta. Da sempre infatti i volumi riconsegnati sono completamente riciclati e per questo è stato organizza- to l'attuale servizio di recupero dei vecchi volumi. E' vero che la carta in genere viene spesso citata come una componente importante dei rifiuti, mentre in realtà vi contribuisce in piccola parte (1%). Vogliamo inoltre sottolineare che la percentuale di consumo di carta per editoria telefonica in Italia è del tutto allineata alla media europea (circa 1% del consumo totale). Per quel che riguarda la percentuale di carta riciclata, è superiore a quella di altri Paesi europei: siamo al terzo posto dopo Austria e Svizzera. Le nuove Pagine Gialle, divise in Casa e Lavoro grazie ad una nuova organizzazione delle categorie, riducono ulteriormente l'uso della carta, per rispetto dell'ambiente e anche della maneggevolezza. La convinzione ancora diffusa che la carta «distrugga le foreste e contribuisca in maniera notevole alla produzione dei rifiuti» è stata confutata recentemente da un «libro bianco» su «stampa, carta e ambiente» elaborato dal Comitato Mezzi dell'Associazione Europea degli Editori di giornali (Enpa). Il documento sottolinea le conseguenze negative che una demonizzazione dell'industria della carta e del suo utilizzo può produrre sul piano della diffusione dei giornali e quindi sulla qualità e sulla libertà dell'informazione. «L'industria cartaria impiega principalmente legno tenero delle foreste coltivate nel Nord Europa e nel Nord America, mentre quello proveniente dalle foreste tropicali è troppo duro e non può essere utilizzato per produrre carta. Il 75% della produzione della pasta di legno proviene dal Nord America e dall'Europa del Nord ed è generalmente un sottoprodotto dell'industria del legname da costruzione o proviene dalle potature effettuate periodicamente nelle foreste per la loro conservazione». E' molto importante rilevare che sono soltanto le foreste tropicali - i cui materiali non vengono utilizzati dall'industria della carta - ad essere minacciate, mentre le foreste delle aree temperate usate dall'industria del legname e da quella della pasta di cellulosa e carta, si stanno estendendo. L'industria cartaria può avere dunque - sempre secondo il «libro bianco» - un impatto positivo sullo sviluppo delle foreste. Le Pagine Gialle poi, non sono complicate per definizione: vengono sì consultate da diplomati e laureati, nello stesso tempo da 3 famiglie su 4; di queste l'86% ritiene facile la consultazione, infatti il 67% accede all'indice delle categorie correttamente, il 91% trova ciò che desidera..., quindi sono sempre più dei mass-media. Per passare alla domanda relativa all'elettronica, la Seat ha fondato la Saritel (Società Servizi Ausiliari Ricerca Informatica-Telematica) nel 1980 con l'obiettivo di sviluppare servizi on line cioè del tipo Minitel. Siamo stati i primi al mondo a realizzare le Pagine Gialle Elettroniche, preoccupandoci anche di distribuire, inizialmente, i terminali. Due terminali, tra gli altri, sono stati da noi installati nelle sale operative del Dipartimento della Protezione Civile. Oggi se la Francia dispone di sei milioni di Minitel - tutti forniti gratuitamente dallo Stato grazie ad un processo, portatore di occupazione, ma tuttora in grave perdita -, in Italia si registrano 186 mila utenti circa. La Seat è quindi in grado di rispondere alle esigenze del mercato sia con i mezzi tradizionali sia con le più moderne tecnologie. Francesco Cisco, responsabile relazioni esterne Seat Divisione Stet I provvedimenti di D'Onofrio Sono apparsi di recente sui quotidiani articoli relativi ai provvedimenti che il nuovo ministro della Pubblica Istruzione D'Onofrio intende prendere per rinnovare la scuola italiana. Ben venga l'abolizione dell'esame di riparazione, che da lungo tempo si attende, ma per il resto pare che i «veri» problemi rimarranno irrisolti. Non per spirito polemico, ma forse il ministro non sa che gli insegnanti (almeno la maggioranza di loro) inizia la scuola il 1° settembre per attività di programmazione o per i famosi esami di riparazione e, sempre per attività didattiche, conclude il 30 giugno. Ma di che cosa ha veramente bisogno la scuola italiana? Innanzitutto di un adeguamento all'Europa che da tempo si attende, tanto per intenderci: maestre con il diploma di laurea (di tipo didattico); l'elevazione dell'obbligo a 16 anni; la trasformazione dell'esame di maturità (fonte ogni anno di sprechi e di ingiustizie); l'aggiornamento degli insegnanti che si trovano ad attuare riforme senza la dovuta preparazione; la riforma della secondaria superiore. La scuola italiana ha bisogno di tempi più brevi nell'assunzione del personale precario; di maggior opportunità per gli insegnanti di migliorare la loro preparazione dal punto di vista didattico-educativo, perché le lauree non sono adeguate e i concorsi sempre solo nozionistici. Susanna Bufacchi