Algeri bombe su un corteo
Algeri/ bombe su un corteo Algeri/ bombe su un corteo Gli integralisti all'attacco: 64 feriti ALGERI. Un nuovo attentato insanguina le strade di Algeri. Nel centro della capitale sono rimaste ferite 64 persone, dopo una serie di esplosioni avvenute durante una manifestazione indetta nel secondo anniversario dell'assassinio del presidente Mohammed Boudiaf, assassinio da più parti imputato ai «falchi» del regime militare al potere in Algeria dal golpe del gennaio del 1992. Sul bilancio delle vittime ci sono versioni discordanti. Un comunicato diffuso dalle forze di sicurezza e rilanciato dalla agenzia ufficiale «Aps» parla solo di una ventina di feriti senza precisarne le condizioni. Nessun accenno a rivendicazioni, ma una delle matrici possibili appare quella dell'estremismo fondamentalista islamico. Anche se non si può escludere che gli ordigni, a tempo, siano stati piazzati dagli squadroni filogovernativi ed antislamici. Gli ordigni rudimentali sono esplosi quasi contemporanea¬ mente mentre più di ventimila persone sfilavano in corteo al grido di «la verità sull'assassinio del presidente Boudiaf». Superato il primo attimo di smarrimento e, mentre si apprestavano i soccorsi ai feriti, la folla ha continuato coraggiosamente a sfilare inveendo contro «il potere assassino». Le bombe sono esplose subito dopo il passaggio di Said Sadi, capo del Movimento per la Repubblica, un raggruppamento politico di recente formazione. La dimostrazione ha avuto uno dei maggiori promotori proprio in Sadi, 47 anni, psichiatra, una delie personalità politiche di maggior spicco sulla scena algerina, avverso sia al radicalismo islamico sia al regime paramilitare al potere che con i fondamentalisti cerca un dialogo nel tentativo di mettere fine a una ribellione che ha causato 4000 morti. La dimostrazione era stata organizzata in risposta a una manifestazione svoltasi in maggio a favore della riconciliazione tra regime e integralisti. «Non è possibile - ha detto recentemente Sadi - salvare insieme l'Algeria e il regime che, con la sua corruzione, il suo discredito, la sua etica, costituisce il terreno ideale di coltura del fondamentalismo». Boudiaf era stato richiamato dall'esilio in Marocco e nominato presidente nel gennaio 1992 nella speranza di districare il Paese dalla gravissima crisi provocata dall'annullamento delle elezioni parlamentari svoltesi pochi giorni prima. L'esercito aveva annullato il voto sventando quella che si profilava come una massiccia vittoria fondamentalista. Sei mesi dopo, Boudiaf veniva assassinato ad Annaba, nell'Algeria settentrionale, mentre si accingeva a pronunciare un discorso. Lambarek Boumarafi, un uomo della guardia presidenziale accusato dell'assassinio, dovrebbe comparire davanti ai giudici entro luglio, ma è diffusa la convinzione che Boumarafi non agi da solo. [Agi-Api In 20 mila chiedevano la verità sull'assassinio del presidente Boudiaf Il presidente algerino Mohammed Boudiaf assassinato nel 1992
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