Montecitorio, insulti a pranzo di Francesco Grignetti

Montecitorio, insulti a pranzo Castelli (Lega): questa è casa nostra. Lia (ppi): giornalisti dal «culo d'oro» Montecitorio, insulti a pranzo Lite alla mensa tra un cronista e quattro deputati PRIVILEGI E BON TON TROMA UTTA colpa di un tavolino di ristorante. Ma sono volate parole grosse, ieri, tra deputati e giornalisti. Da una parte Giorgio Frasca Polara, redattore dell'Unità, già portavoce di Nilde lotti. Dall'altra quattro deputati di varia tendenza: Antonio Lia (Popolari), Roberto Castelli (Lega), Achille Enoc Mariano (Alleanza nazionale) e Paolo Mammola (Forza Italia). Tutti uniti, per l'occasione, contro il giornalista. Una disfida che passerà alla storia parlamentare come la «rissa dei culetti d'oro». Sì, proprio «culi d'oro» è la frase che ha fatto esplodere il caso. Tutto ha inizio alle 14. Il Parlamento è riunito in seduta comune per eleggere i membri laici del Csm. Al ristorante c'è la folla. E l'onorevole Mammola adocchia un posto libero al tavolo dove sono seduti Frasca Polara e Dario De Marchi, giornalista dell'Agi. Prova a sedersi, ma Frasca Pola- ra gli comunica con toni bruschi che il tavolo - in tutto otto posti è l'unico riservato ai giornalisti parlamentari. E mentre i due battibeccano, si siede una terza incomoda, l'inconsapevole deputata Tiziana Volpiana di Rifondazione comunista. E' a quel punto che accade il fattaccio: Lia si rivolge alla deputata e provocatoriamente le dice di alzarsi: «Non ti puoi sedere, questi posti sono riservati ai culi d'oro dei giornalisti!». Non l'avesse mai detto. Frasca Polara strepita che «quelli sono com¬ portamenti da cafoni». La malcapitata Valpiana si alza con la coda fra le gambe. Lia non ci vede più. Interviene anche l'attempato Achille Enoc Mariano, che è un deputato pugliese tutto d'un pezzo e non ha digerito la questione del «cafoni». Urla: «Questa è casa nostra e a voi non vi ha eletti nessuno». E intanto si precipita sul tavolo Roberto Castelli, che è un giovane deputato leghista. «Ah sì? Io mi siedo qui e ora vediamo che fai...». Frasca Polara si allontana: «Io non cado nelle provocazioni». E l'altro: «Ma sì, vai a casa che è meglio». Naturalmente, visto il luogo, la questione scivola in politica. Il retino Giuseppe Gambale, che è lì vicino, prende le difese dei giornalisti: «Dovresti vergognarti ad insultare delle persone che lavorano». Lia gli c.i rivolta contro: «Bravi, voi difèndete sempre tutti fino a che non vi arresteranno con il vost rp Orlando». Qualche ora dopo, gli animi non si sono ancora calmati. Lia sostiene che la storia dei «culi d'oro» era una battuta e niente più. Ma Achille Enoc Mariano annuncia querele per lesa dignità della funzione parlamentare: «Secondo me, quel signore è un indesiderabile qui alla Camera. Ormai è un elemento di turbamento. Se ne vada al Senato». E mentre l'Associazione della stampa parlamentare solidarizza con Frasca Polara, il leghista Castelli non si pente: «Ammetto di aver equivocato. Pensavo che fosse stato il giornalista a far alzare la signora. E per questo motivo sono intervenuto, sia pure provocatoriamente. Ma non sono un pentito, sia ben chiaro. Fino a prova contraria, il Parlamento è casa mia. Comunque, per me, il caso è chiuso. E se insiste, il cocco di Nilde lotti, non me ne frega niente». Francesco Grignetti Roberto Castelli deputato della Lega Nord

Luoghi citati: Ton