csm, i «ribelli» bocciano il popolare Gorgoni di Giovanni Bianconi
Camere riunite per eleggere i dieci componenti laici, ma solo nove passano al primo scrutinio Camere riunite per eleggere i dieci componenti laici, ma solo nove passano al primo scrutinio fan, i «ribelli» bocciano il popolare Gorgoni Oltre200parlamentari fanno saltare il patto governo-opposizione ROMA. Sono passati in nove su dieci; il decimo - il candidato del partito popolare Giuseppe Gargani, sul quale c'è stata la rivolta di una parte dei progressisti, ma non solo - non ce l'ha fatta. Adesso il Parlamento dovrà essere riconvocato in seduta comune per eleggere l'ultimo componente «laico» del Consiglio superiore della magistratura, ma nel frattempo s'è capito che i franchi tiratori possono ancora condizionare anche accordi ampi come quello che era stato raggiunto tra maggioranza e opposizione sul Csm. Al candidato del ppi sono mancati 38 voti per raggiungere il quorum richiesto (ne ha ottenuti 535, ne servivano 573), ma gli eletti hanno viaggiato tutti da un minimo di 694 ad un massimo di 777 voti: sono stati dunque oltre duecento i parlamentari che hanno disobbedito all'indicazione data dai presidenti dei gruppi. La rivolta contro Gargani, accusato di aver avuto «una posizione di sostanziale chiusura sui temi decisivi del ruolo della giustizia, dell'informazione e del rinnovamento della politica del territorio» - così dice un comunicato dei «ri¬ belli» usciti allo scoperto - è partita da un settore del gruppo progressista, ma poi ha trovato seguaci anche tra deputati e senatori della maggioranza e probabilmente dello stesso ppi, il partito di Gargani. «Non so che cosa succederà ora ha commentato ieri sera l'ex-presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, appena saputa la notizia -. Il partito mi aveva of- ferto questa candidatura, valuterò la situazione con 0 partito». Esultano, invece, coloro che hanno fatto di tutto per evitare quella elezione. Il comunicato con la dichiarazione di non-voto per Gargani l'avevano firmato solo in venti (tra questi Sandra Bonsanti, Gianni Mattioli, Giuseppe Lumia), ma si sono accodati in tanti, e nel Transatlantico della Camera, mentre le votazioni erano in corso, si pote¬ vano raccogliere decine di dichiarazioni contro il candidato dei popolari, più o meno esplicite. Dai progressisti Arlacchi e Imposimato al pattista Milio, fino ai silenzi un po' imbarazzati di Tiziana Parenti e Tina Lagostena Bassi, deputata di Forza Italia, la quale avvertiva: «Io non ho mai creduto ai miracoli, e non credo che avverrà il miracolo di un'elezione di tutti e dieci al primo turno». C'era il rischio che se non fosse passato Gargani saltasse l'intero pacchetto dei dieci nomi, ma tutto si è giocato con un lavoro di lobbying in un senso e nell'altro ad urne aperte, senza che ci fossero posizioni di partito ufficiali diverse dall'accordo stabilito martedì. E così, mentre per il pds, Violante, Salvi e Brutti dicevano che bisognava rispettare i patti, votando anche Gargani, altri annunciavano e propagandavano tra i colleghi il loro dissenso. Si respirava insomma un clima strano, per cui il patto non era messo in discussione ma su quel nome criticato c'era incertezza. Il capogruppo dei senatori popolari, Nicola Mancino, ostentava sicurezza: «Io sto alla stretta di mano dell'altra sera», e a votazione ancora in corso nel Transatlantico s'è presentato lo stesso Gargani, con l'aria tranquilla: «Dal pds mi hanno detto che non ci sono problemi. Qualche franco tiratore in queste elezioni c'è sempre, ma non saranno sufficienti a far saltare un accordo che ha il crisma dell'ufficialità». Previsione sbagliata, i «ribelli» hanno vinto e senza mettere in discussione gli altri nove nomi concordati. Il più votato è stato il costituzionalista Sergio Fois, indicato da Forza Italia, seguito nell'ordine dai penalisti Gianvittore Gabri (lega Nord) e Carlo Federico Grosso (progressisti), dal civilista Andra Proto-Pisani (progressisti), dall'avvocato palermitano Giovanni Fiandaca (progressisti), dall'ex-deputato del msi Alfredo Pazzaglia (An), dall'anziano penalista Agostino Viviani (Forza Italia) e deputato Franco Franchi (An). Alla prossima convocazione sarà ancora necessario il quorum dei tre quinti degli aventi diritto, poi si passerà ai tre quinti dei votanti. Giovanni Bianconi Tra i più votati Sergio Fois il penalista Gabri e Carlo Grosso Giuseppe Gargani, l'ex parlamentare de proposto dai popolari come membro laico del Csm, non ha raggiunto il quorum
Luoghi citati: Roma
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