Berlusconi schiaffo a Bossi

Poi Tajani smentisce. Rissa fra il Senatur e l'Ansa, torna il giallo delle microspie negli uffici dei lumbard Poi Tajani smentisce. Rissa fra il Senatur e l'Ansa, torna il giallo delle microspie negli uffici dei lumbard Berlusconi, schiaffo a Bossi «Addio al Carroccio se si rivotasse» MILANO. Nervosi tutti dentro alla maggioranza: pronti a dire, smentire, protestare. Berlusconi che parla contro Bossi e poi smentisce. Bossi che spazzola Berlusconi e poi anche lui dice che no, le sue parole sono state male interpretate. Anzi «sono state falsate». Con ovvia controprotesta dei cronisti parlamentari stanchi, dopo la giornataccia, di essere presi per fessi. Dopo la gelata delle europee sembrava quasi armistizio tra Forza Italia e lega bossiana. Invece la sassaiola continua tra i molti specchi di dichiarazioni pesanti e aggiustamenti leggeri. Il filo di questa nuova guerriglia diventa un gomitolo: Lega in difesa, Forza Italia all'attacco. A snodarlo (il gomitolo) ci vuole pazienza. Cominciamo da metà pomeriggio quando l'agenzia AdnKronos riferisce una frase pronunciata martedì sera da Berlusconi davanti ai propri deputati: «Se si tornasse a votare oggi la Lega non riuscirebbe a eleggere nessun deputato nella parte uninominale. E totalizzerebbe più o meno un quattro per cento nel proporzionale». Passa un'oretta. Prima che la Lega metta in azione i propri muscoli, interviene Tajani, il portavoce del presidente del Consiglio, a buttare acqua: «Quella indiscrezione è falsa. Quelle parole, Berlusconi non le ha mai pronunciate, non sono nel suo stile». E ci va di mezzo l'agenzia Adnkronos. Sebbene non così drastiche le parole attribuite a Berlusconi assomigliano molto a quelle che lui va pronunciando da parecchi mesi. L'ultima volta a Arcore, domenica scorsa: «I nostri sondaggi dicono che Forza Italia è in grande crescita, tra il 36 e il 42%, mentre l'elettorato leghista è frastornato dalle scelte non del tutto coerenti, non del tutto leali, che Bossi intraprende». Davanti ai 100 e passa deputati, martedì sera, Berlusconi si sarebbe dilungato sull'ipotetica sorte del suo alleato-nemico: «Non so se la Lega abbia fatto accordi con i progressisti, certo è che la forza elettorale di Bossi è molto ridimensionata. Se si spostasse a sinistra, le cose gli andrebbero anche peggio». Anche questo brano coincide con l'esternazione di domenica scorsa: «Ho fatto analizzare diversi scenari: se Bossi decidesse di accordarsi con i progressisti, verrebbe abbandonato dai due terzi degli elettori». A spanne è più o meno il 4 per cento, secondo la solita aritmetica di Gianni Pilo, il sondaggista. Eppure Tajani, non ha dubbi e va giù pesante: «Questo modo di raccontare le cose serve solo a distorcere i pensieri e i concetti realmente espressi». Il garante è lui: «Ero presente all'assemblea dei deputati e e non ho sentito il presidente del Consiglio fare questo tipo di affermazioni». Alle sei del pomeriggio tocca a Bossi giocare la sua partita del dire e del non dire. E questa volta ci va di mezzo l'agenzia Ansa. Una delle frasi incriminate dice così: «Ricordatevi - avrebbe det¬ to Bossi parlando ai suoi nella sede del gruppo a Montecitorio che nel '95 ci saranno le elezioni regionali. Vi voglio tutti scatenati, dobbiamo radicarci nel territorio». E ancora: «Dovete mantenere la vostra identità perché non abbiamo nulla a che fare con Berlusconi. Noi siamo un'altra cosa». Segue goffa retromarcia: «Le notizie diffuse sono false e diffamatorie», detta la Lega nel comunicato ufficiale. Peccato che Bossi e i suoi aggiungano quanto segue: «Sospettiamo ci possa essere un meccanismo informativo illegale in funzione nella sede della riunione, perché nessuno di noi ha parlato con i cronisti. Ci rivolgeremo al presidente della Camera per le opportune verifiche». Stanno parlando di microfoni nascosti? Stanno parlando di microspie? Se ci fossero (però) le frasi smentite risulterebbero vere. Se le frasi smentite (invece) sono false, che razza di microspie sono quelle che intercettano frasi mai pronunciate? Intanto l'Ansa fa sapere che il servizio è stato «stato scritto sulla base di informazioni di elementi riferiti dagli onorevoli Boso, Borghezio e Pettini, presidente del gruppo». Non sottilizziamo. E' il clima che fa premio su questo garbuglio di voci e controvoci. Un clima pre-elettorale. Tanto è vero che Berlusconi fa fare un son¬ daggio al giorno sui flussi e gli orientamenti degli elettori. Sprona i suoi «a lavorare di più nei collegi». Prepara la riorganizzazione del partito. E nessuno smentisce che potrebbe tornare in campo Marcello Dell'Utri, l'uomo di Publitalia, che all'inizio dell'avventura politica ha messo in piedi Forza Italia. In via ufficiale (però) non sta accadendo nulla. Berlusconi ripete: «Il Paese ha bisogno di essere governato, e noi governeremo». Bossi risponde: «E noi garantiremo proprio la governabilità». Salvo reciproche smentite. [p. cor.] A lato, Marcello Dell'Utri, il manager di Publitalia che molti vorrebbero portare alla guida degli «azzurri». Sopra, il leader della Lega Umberto Bossi

Luoghi citati: Arcore, Milano