Dal governo «benservito» ai professori

Berlusconi salva la Rai dal fallimento ma si assume la facoltà di far decadere gli amministratori Berlusconi salva la Rai dal fallimento ma si assume la facoltà di far decadere gli amministratori Dal governo «benservito» ai professori Ma Scalfaro è ancora incerto sulla firma del decreto ROMA. Aveva deciso di sbarazzarsene e lo ha fatto. Il governo si è dato gli strumenti giuridici per licenziare i «professori» che guidano la Rai, suscitando un coro di reazioni indignate delle opposizioni di centro e di sinistra, la contrarietà dell'ex presidente della Repubblica, Cossiga e, soprattutto, mettendo in serio imbarazzo il presidente della Repubblica attuale, Scalfaro. Il quale ora deve decidere se firmare o no il decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Tra l'altro, è incerto se il decreto precedente decade oggi o domani. Nel secondo caso Scalfaro avrebbe un altro giorno per decidere. Decreto concepito ad incastro perché ha collegato la materia sicuramente urgente di reiterare il provvedimento che finanzia la Rai (per evitare che ne venga dichiarato il fallimento), con una novità di cinque righe che prescrive: «In caso di mancata approvazione del piano triennale della Rai, il consiglio d'amministrazione si intende decaduto dalla data di comunicazione del decreto di reiezione del piano. Il nuovo consiglio di amministrazione è nominato secondo le procedure della legge del giugno 1993», cioè come è avvenuto per i «professori». «E' inammissibile sul piano costituzionale che il governo faccia decadere il cda. Sarebbe un licenziamento fuori dalla legge» ha subito dichiarato l'ex presidente della Camera, il pidiessino Giorgio Napolitano. Immediata la replica secca del portavoce del governo, Ferrara (tra l'altro, estimatore di Napolitano), secondo il quale solo nei Paesi del socialismo reale un governo «è tenuto a trasferire a una azienda i soldi dei contribuenti e poi è obbligato per legge all'approvazione del modo in cui questi soldi sono usati». Il clamore scatenato dalla decisione del governo è stato enorme. L'accusa ricorrente è che così il governo si dà un potere di controllo sul consiglio di amministrazione non previ¬ sto dalla legge. Una scelta «aberrante» secondo l'ex presidente della Corte costituzionale, Elia. «Incostituzionale» secondo Cossiga. A sinistra si parla di «colpo di mano autoritario che scava un solco incolmabile con l'opposizione» (Vita), di «golpe ad orologeria» (Paissan). «Chiediamo al Presidente della Repubblica di non firmare il decreto e di esercitare la funzione di garante che ha più volte assicurato» è l'esortazione che viene da Rosy Bindi, del partito popolare. Scalfaro sta riflettendo sul da farsi ben conscio del fatto che una mano molto abile ha confezionato quel decreto che per lui è una specie di trappola. Se non lo firma, ritenendo giuste le obiezioni sul potere eccessivo che si arrogherebbe il governo, si assume anche la responsabilità di far dichiarare il fallimento della Rai. Se lo firma, corre il rischio di vedersi sconfessato quanto meno dalla commissione Affari costituzionali del Senato che potrebbe negare che abbia i requisiti di «necessità e urgenza» la parte dedicata al dimissionamento dei professori. «L'avvocato Guarino (consultato da Berlusconi come grande esperto di diritto amministrativo, ndr) tanto intelligente quanto spregiudicato, ha elaborato un testo che mira a mettere in imbarazzo proprio il capo dello Stato» sostiene il senatore Stefano Passigli, capogruppo di Alleanza democratica nella commissione di vigilanza sulla Rai. E chissà che non faccia parte dello stesso «piano» il fatto che il testo del decreto è stato fatto circolare dal governo su carta intestata della Presidenza della Repubblica, prima ancora che Scalfaro decidesse se firmarlo o no. Comu ìque, il governo si è dato una uscita di sicurezza nel caso fosse costretto a rinunziare all'articolo che gli permette di licenziare gli attuali amministratori della Rai. Con un lieve ritocco all'art. 7 la durata in carica degli amministratori Rai è stata ridotta di un anno, dal 31.12.95 al 31 dicembre di quest'anno. Stranamente, la novità è stata annunciata a sera, come se fosse stata escogitata dopo il Consiglio dei ministri che si era concluso all'ora di pranzo. Perché Berlusconi ha voluto affrontare questo scontro che per lui è assai delicato? «Il proprietario della Fininvest si appresta a licenziare gli amministratori della concorrenza» è la sintesi che fa il capo dei deputati popolari, Andreatta. Perché - aggiunge - ha la necessità di dare a Fini il controllo di una rete pubblica. E già si parla di un'altra riforma: portare da 5 a 7 i membri del consiglio di amministrazione per poter meglio «lottizzare» i posti tra i partiti di governo: tre a Forza Italia, due ad Ari e due alla Lega. Alberto Rapisarda E già si parla di portare da 5 a 7 i membri del Cda per poter meglio lottizzare i posti Il ministro Tatarella attacca Dematté «Governatore autoritario» BUCCE DI BANANA ESTATE'93 \ «Basta con "Saluti e baci"; la Compagnia del Bagaglino deve tornare a casa», annunciano i Professsori appena insediati. Ma, a gennaio di quest'anno, arriva il contrordine; Pippo Franco, Leo Gullotta e Valeria Marini (nella fgto a sinistra) tornano su Raiuno con «Bucce di banana». vi; n GUERRA. ALLE NOTE SPESE SETTEMBRE '93 Parte l'inchiesta sulle note spese degli inviati sui fronti di guerra ritenute «gonfiate». Nel mirino anche Maria Giovanna Maglie (nella foto sopra), inviato del Tg2 a New York; ma l'altro ieri il giudice ha chiesto l'archiviazione. • - , VIACURZI OTTOBRE '93 Alessandro Curzi (nella foto in .alto) lascia la direzione del Tg3, per «Telekabul». Approderà ai notiziari di Telemontecarlo. Si parla anche dell'uscita di Angelo Guglielmi, direttore di Raitre. NIENTE TREDICESIME DICEMBRE'93 GENNAIO '94 La Rai compie i suoi primi 40 anni con due annunci «neri»: Viale Mazzini (nella foto a sinistra) non è in grado di pagare in tempo utile le tredicesime ai dipendenti e manda in pensione i giornalisti «storici»: Tito Stagno, Vittorio Citterici!, Mario Pastore. RAI «FAZIOSA» FEBBRAIO '94 . «Rai faziosa ed appaltata al pds», sostiene il Cavaliere in (izza per le elezioni politiche. Nel mirino, «Il Rosso e il Nero» con Michele Santoro (nella foto'a sinistra) e la tribuna affidata a Lidi Gruber. Poi si vara un codice di comportamento per la campagna elettorale e l'Università di: Pavia spiega che JÉÈÈ^ ,• la Rai sta dando spazio a tutte le V^lJSSsk J forze in campo. ÌBlMsMmBSBÈk m EU m | wm— mm

Luoghi citati: Ari, Lidi Gruber, New York, Pavia, Roma