«Attenti il fisco frana»

Sul bilancio dello Stato la frusta della Corte dei conti: il debito pubblico verso i 2 milioni di miliardi Sul bilancio dello Stato la frusta della Corte dei conti: il debito pubblico verso i 2 milioni di miliardi «Attenti, il fisco frana» In pensione più tardi, senza scatti La ROMA m AUTONOMIA della I Banca d'Italia? E' perfino eccessiva, ma vi prego di non usare questa affermazione contro di me» scherzò un paio di mesi fa il governatore Antonio Fazio, davanti a banchieri ed economisti americani. Fazio si è sempre mostrato molto sereno sull'argomento, dichiarando che l'indipendenza della banca centrale dal governo, principio ormai affermatosi in tutti i grandi Paesi democratici e iscritto nel trattato di Maastricht, è sufficientemente tutelata dalle leggi vigenti in Italia. Chissà se il governatore la pensa ancora così, mentre sull'autonomia scoppia la polemica, innescata da un articolo del quotidiano La Stampa di ieri. Benché nelle settimane scorse i maggiori responsabili del governo e della maggioranza abbiano smentito di voler in qualche modo intaccare l'autonomia della Banca d'Italia, la situazione di stallo che si è creata nella scelta del successore di Lamberto Dini spinge le opposizioni a ravvisare un attentato all'autonomia. Il nuovo direttore generale dell'istituto non sarà scelto domani, nella periodica riunione dell'organo competente, il consiglio superiore della Banca d'Italia. In una prima fase, tutti erano certi che la questione sarebbe stata risolta entro giugno. Il tacito ma energico veto del governo contro il candidato naturale, il vicedirettore più anziano in carica Tommaso PadoaSchioppa, l'ostilità intèrna della Banca verso un candidato esterno sia pur di riconosciuta competenza, come il direttore generale dell'Imi Rainer Masera, la scarsa forza acquistata dal nome dell'altro vicedirettore generale, Vincenzo Desario, pongono la questione di chi veramente decide. «C'è qualcuno che vuole coprire il Paese di ridicolo e destabilizzare i mercati?» protestano il capigruppo dei Progressisti alla Camera, Luigi Berlinguer e l'on. Vincenzo Visco. Per i due esponenti del pds, «il fatto che qualcuno possa scrivere che il ministro del Tesoro pensi di ricorrere ai buoni uffici del Cardinale Vicario per cercare di imporre al governatore il nome del direttore generale, si configura come un episodio fuori dalla grazia di Dio», «ai limiti del grottesco». Rispunta anche il pri, con una nota della Voce repubblicana: «Il governo ha mesI so in imbarazzo grave il gover' natore, facendo emergere pre- MBUMMinMIMIIIIlf ' f f ' 11" W ili' I Per i conti dello Stato il '93 è stato un anno «difficile». Si è verificata una battuta di arresto nell'opera di risanamento finanziario rispetto al promettente avvio registratosi nel precedente esercizio. Ora, pur nella consapevolezza che «è impossibile invertire la rotta a breve termine», occorre un in¬ IL PAESE DEI CONTRO RECORD IL PAS\] L'ITALIA ASSURDA FOTOGRAFATA DALLA CORTE DEI CONTI \/ ■ <C ROMA. «Per la restituzione delle 85 mila lire del medico di base proponiamo di utilizzare soldi a cui nessuno aveva mai pensato: si tratta delle tasse che la Cassa depositi e prestiti in quanto persona giuridica è tenuta a pagare e che non ha mai versato. Speriamo che stavolta la commissione Bilancio non abbia nulla da eccepire». E' Roberto Calderoli (Lega), presidente della commissione Affari Sociali della Camera, ad illustrare il contenuto dell'emendamento a sua firma adottato dal comitato dei nove con parere favorevole di Alleanza nazionale e Forza Italia. «Il prelievo fiscale relativo all'utile della cassa pe: il 1993 (1540 miliardi) - spiega - dovrebbe fruttare tervento risanatore che può essere attuato «solo da un governo forte, cioè da un governo che oltre ad essere costituito da persone capaci, sia credibile in parlamento e nell'opinione pubblica». E bisogna pure puntare a «una riforma radicale delle regole del gioco», cioè una nuova regolamentazione dei TASSA DELLA SALUT TE un riassetto tributario che attenui le sperequazioni, combatta efficacemente l'evasione e consenta di non riprodurre le gravi situazioni che generano il rischio-entrata. PRIVATIZZAZIONI. E' indispensabile una «attenta e neutrale verifica della giuridicità e razionalità delle procedure di privatizzazione». SOSTEGNO ALLE IMPRESE. Occorre frenare la prassi del «mero assistenzialismo industriale» che salva senza risanarle le imprese in difficoltà, danneggia le imprese sane con la concorrenza indebita e distorta, sottrae cospicue risorse al miglioramento dei servizi pubblici. SPRECHI E INEFFICIENZE. Il procuratore ha sparato a zero contro la «malagestione» della cosa pubblica, specialmente nei settore delle opere pubbliche, della sanità e dei beni artistici e demaniali. 40 mila miliardi sono stati spesi per opere pubbliche incompiute, tra cui la Torino-Frejus. Nella sanità: assenteismo del personale, indebiti compensi per straordinari, costosi strumenti inutilizzati, esenzioni da ticket concessi a chi non ne ha diritto, senza contare truffe e corruzioni a valanga, scarso uso delle strutture ospedaliere: a Montepulciano per 4 posti letto ci sono 169 dipendenti. Gian Carlo Fossi IN BREVE Rossi indagato anche per l'Acea ROMA. L'agente di cambio Giancarlo Rossi, detenuto dal 21 giugno scorso nel carcere di San Vittore per ordine della magistratura milanese, è indagato ora anche dalla magistratura romana in relazione all'inchiesta sulle tangenti Acea. I pubblici ministeri romani Adelchi D'Ippolito e Diana De Martino sono rientrati ieri notte nella capitale con una ingente documentazione bancaria relativa ai movimenti operati sul conto corrente ff2927 acceso dallo stesso Rossi, circa 7 anni fa, presso la Trade Development Bank di Ginevra. A Giancarlo Rossi i magistrati romani contestano il reato di concorso in corruzione, imputandogli di aver trattato sul suo conto corrente svizzero tangenti per un miliardo di lire in due tranches. L'agente di cambio avrebbe confermato i suoi rapporti con politici romani, tra cui Previti e Sbardella. [Ascal Foto d'oro a Messina deputato sotto accusa MESSINA. Conclusa con 19 rinvìi a giudizio la seconda inchiesta sulle «foto d'oro» a Messina. A partire dal 15 marzo del '95, dovranno comparire per rispondere di abuso d'ufficio in concorso l'ex presidente della Provincia, Giuseppe Naro, de, già condannato a 3 anni nel primo processo per le foto, il deputato nazionale del Ccd, Santino Pagano, come ex assessore provinciale, e altri ex componenti della giunta, funzionari, nonché il fotografo Massimo Piccione. Solo quest'ultimo è imputato anche di turbativa d'asta. La vicenda giudiziaria riguarda l'appalto bandito nel '90 a trattativa privata dall'Azienda turismo per l'acquisto di 15 pannelli, vinta dalla ditta di Piccione per 99 milioni e 900 mila lire. [Agi] Tangenti, arrestati 5 sottufficiali Gdf MILANO. Gli accertamenti al proprio interno sugli episodi di corruzione e concussione in gran parte già venuti alla luce, il nucleo operativo della polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha arrestato cinque sottufficiali e notificato due provvedimenti restrittivi in carcere. Gli arrestati sono i marescialli Mario Ghisu, Umberto Milani, Domenico Modarelli e Agostino Landi ed il brigadiere Michele Ianniello. I cinque sono accusati di aver incassato alcune decine di milioni per «chiudere un occhio» sulle irregolarità emerse nel corso di accertamenti presso una serie di imprese. [Agi]

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Messina, Milano, Roma