Caccia duello tra assessori

40 Calendario venatorio in Regione: aspra polemica tra Marino e Riba Caccia, duello tra assessori I Verdi «sparano» sulpds Sulla quaglia la Regione si spacca. La giunta - fresca, fresca - alla sua seconda seduta trova già motivo di accapigliarsi. L'assessore all'Ambiente, Massimo Marino dei Verdi, e l'assessore alla Caccia, Lido Riba del pds, litigano. Motivo: il disegno di legge sul calendario venatorio. A sparare i primi pallettoni è Marino, coperto alle spalle dal gruppo consiliare dei Verdi. In avanscoperta vanno i consiglieri che inviano un fax ai giornali dal titolo emblematico: «Il pds a fianco dei cacciatori». Che cosa è successo? Secondo i Verdi, «il neo-assessore alla Caccia ha ripresentato il disegno di legge sul calendario venatorio regionale predisposto dalla precedente giunta con il voto a favore di ppi, ccd, pds, psi e pensionati che amplia il periodo di caccia (3 domeniche) e aggiunge nuove specie cacciabili: allodola, quaglia, pernice rossa, minilepre, storno, folaga, gazza portando le specie cacciabili da 21 a 37. Tutto questo senza aver sentito la "Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia", senza aver provveduto ai censimenti e aver avviato la prevista attività istruttoria. La nuova giunta e il pds dovrebbero ricordare che nel '90 il referendum nazionale sulla caccia ebbe un consenso del 91 per cento degli elettori piemontesi». L'assessore all'Ambiente, Marino, non smorza i toni, anzi li accentua e coglie l'occasione per attaccare direttamente il suo collega Riba: «La drammatizzazione della situazione - dice Marino - è soltanto il prodotto delle pressioni delle associazioni venatorie e risulta discutibile l'intenzione dell'attuale assessore alla Caccia di presentare in Commissione una leggina di due articoli. Una leggina che risulta del tutto non motivata e per quanto mi riguarda, per ragioni politiche culturali e anche di metodo, mi trova in totale disaccordo. Un'iniziativa - aggiunge Marino - che risulterebbe un errore politico per la nuova giunta annebbiandone l'immagine di discontinuità rispetto alle logiche del passato». In sostanza a Marino sembra assurdo che proprio un assessore del pds dia il suo avallo a un disegno di legge che amplia il calendario venatorio e le specie cacciabili dopo che lo stesso pds è storicamente un partito sensibile alle tematiche ecologiche. Allora - si chiede Marino - che differenza c'è tra questa giunta e le precedenti che abbiamo sempre attaccato proprio sull'ambiente? Domanda legittima, ma l'assessore Riba non ci sta. L'attacco al suo operato gli sembra strumentale. Ecco perché. «So- no false - dice Riba - le affermazioni dei consiglieri dei Verdi. Il disegno di legge stabilisce che la giunta definirà il calendario per la stagione '94'95 dopo aver sentito la Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia». Ma, assessore Riba, il suo collega Marino non è d'accordo con lei. «Marino dimostra il suo imbarazzo nel cercar di mantenere un rapporto con gli elementi massimalisti del suo movimento. Il suo atteggiamento mi lascia perplesso. Capisco l'esigenza di iniziativa politica dei gruppi dell'opposizione, capisco meno le critiche di colleghi di giunta, visto che tutti gli atti sono stati valutati collegialmente dall'esecutivo». Ma è vero che lei ha ampliato l'elenco delle specie cacciabili? «La legge nazionale prevede un massimo di 57 specie, nel disegno ne sono elencate 32 più alcune, come le cornacchie, che saranno cacciabili solo per motivi di equilibrio ambientale. La realtà è che nei verdi ci sono i fondamentalisti e Marino si trova in chiara difficoltà. Io rispetto la posizione degli ambientalisti, ma rispetto anche i diritti dei cacciatori sportivi. Forse i Verdi non sanno che il ministro dell'Ambiente sta pensando a una liberalizzazione della caccia all'interno dei parchi. Battiamoci contro questa ipotesi, piuttosto». Enzo Bacarani Si vogliono portare da 21 a 37 le specie cacciabili in Piemonte, comprese allodola, quaglia e folaga: sì dall'assessore pds per la caccia Lido Riba (sopra, da sinistra), no da Massimo Manno, dei Verdi

Luoghi citati: Marino, Piemonte