Ottoz e Frinolli papà ti faccio vedere io di Giorgio Barberis

Laurent e Giorgio, due figli d'arte che vogliono imitare i loro «grandi» genitori Laurent e Giorgio, due figli d'arte che vogliono imitare i loro «grandi» genitori Ottoz e Frinolli: papà ti faccio vedere io «Nientepressioni, abbiamo scelto noi gli ostacoli» BIRMINGHAM DAL NOSTRoTnVIATO Lambruschini, Panetta, Cadoni: l'Italia che corre si è difesa con l'abituale dignità anche in Coppa Europa, nonostante il deludente 5° posto di D'Urso sulla distanza per lui nuova dei 1500, che il siciliano deve imparare a gestire nelle sfaccettature: di gara veloce che sa come interpretare, ma pure di gara tattica dove molto deve scoprire. Buono anche il comportamento degli ostacolisti, una conferma che il settore sta riprendendosi dopo anni in cui si è vivacchiato sul singolo. C'è comunque da lavorare. Se infatti sui 400 abbiamo quattro elementi più che interessanti (Mori, Frinolli, Saber e Bellino), nei 110 c'è il solo Laurent Ottoz (figlio d'arte come Giorgio Frinolli), a Birmingham impiegato solo in staffetta per un lieve malanno da cui va riprendendosi e anche perché Mori offre oggi maggiori garanzie. Ottoz e Frinolli si por'ano sulle spalle il peso delle prodezze dei padri, Eddy e Roberto. Ma è onere relativo. L'atletica è stata una libera scelta, come la specialità. «Ho iniziato correndo le campestri e disputando gare in montagna racconta Ottoz jr -. L'atletica mi piaceva, ma prima di arrivare agli ostacoli ho provato tutte le specialità, escluse marcia e lancio del martello. Mi piaceva il decathlon, sulle barriere me la cavavo meglio e di lì è derivata la scelta. Papà mi ha sempre lasciato piena libertà d'azione, e soltanto in tempi relativamente recenti ha incominciato ad allenarmi». «La scelta l'ha fatta il mio cognome - spiega a sua volta Giorgio Frinolli - in quanto per il mio professore di scuola fu la cosa più logica indirizzarmi verso gli ostacoli, appena approdai all'atletica dopo aver praticato molti sport. La scintilla si è accesa in occasione dei Mondiali '87 a Roma. Ero uno dei ragazzini incaricati di portare i blocchi di partenza. Il contatto con tanti campioni e l'atmosfera che si respirava mi convinsero che se c'era uno sport a cui mi sarei dedicato, era l'atletica». Così può nascere una vocazione. Senza pressioni. «Quando arrivai a casa dicendo che volevo dedicarmi ai 400 hs - aggiunge Frinolli jr - dalla pipa di papà uscì forse una nuvola di fumo un po' più grossa. Fui io a chiedergli di allenarmi. Mi disse "va bene". E due settimane dopo mi fe¬ ce disputare la prima gara per rendersi conto di quali fossero le mie possibilità». Parlando dei genitori, Laurent e Giorgio tradiscono tanta ammirazione. L'affetto di chi sa di avere un punto di riferimento prezioso, per la vita e non soltanto per lo sport. «Con la mia scelta - sorride il giovane Ottoz chi è stata penalizzata più di tutti è la mamma. Perché per lun¬ ghi periodi siamo lontani da casa». Ma non c'è dubbio che la signora Liana, figlia dell'indimenticabile Sandro Calvesi, sia in cuor suo ben contenta: gli ostacoli sono sempre stati «un male» di famiglia. Frinolli confessa invece che mamma Daniela, di cognome Beneck, grande nuotatrice degli Anni 60, ci rimase male quando seppe che il figlio avrebbe segui¬ to le orme paterne: «Le sarebbe piaciuto che io nuotassi, ero anche abbastanza portato. Però a me piace di più l'atletica. Ed anche i miei due fratelli sotto questo aspetto l'hanno delusa». Adesso per Laurent e Giorgio, entrambi ventiquattrenni, l'appuntamento è per gli Europei di Helsinki. Il primo ha già vissuto l'atmosfera delle grandi manifestazioni, anche se non ha potuto dare il meglio per acciacchi vari: il record di papà Eddy (13"46) lo ha già eguagliato però con troppo vento a favore. Chissà che in Finlandia non riesca a fare anche meglio, in condizioni regolari. Giorgio, invece, è un acquisto più recente per l'atletica e il suo traguardo è quanto meno scendere sotto quei 49" (ed attaccare il record di Mori, 48"92) che suo padre sfiorò quando ancora il materiale delle piste non era evoluto come quello attuale. Giorgio Barberis Laurent Ottoz (sin) nei 110 hs ha fatto lo stesso tempo del padre (I3"46) ma aiutato dal vento; Giorgio Frinolli vuole scendere sotto i 49" nei 400 hs ATLETICA

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