In porta ma non per caso di Fabio Vergnano

«All'espulsione di Pagliuca mi sono sentito morire poi è andata meglio. A casa? Non si torna certo» In porta, ma non per caso Marchegiani: firmo per un 2-0 senza parate WASHINGTON DAL NOSTRO INVIATO Una vita vissuta in punta di piedi. Mai una frase sopra le righe, sempre una fuga costante dalla polemica, dalla mania di protagonismo, dalla banalità. Luca Marchegiani è un numero dodici nella maglia, non nello spirito, né nella vita. Il portiere dai modi garbati spalanca gli occhi sul Mondiale e si ritrova titolare proprio nella partita che potrebbe rimandare in orbita la Nazionale, oppure spedirla all'inferno. Ci sarebbe da tremare, ma non è nelle caratteristiche dell'uomo avere attimi di smarrimento. Ha vissuto momenti ben più delicati per impressionarsi di fronte al Messico. Basti pensare alla goffa figura contro la Svizzera, quando proprio due papere di Marchegiani vararono in maniera fantozziana la navicella azzurra che faceva rotta su New York. Ma insomma, un debutto nel Mondiale dal primo minuto è sempre una bella avventura da ricordare ai nipotini. Un conto è essere aggregato alla comitiva come turista per caso, un altro vivere in prima persona poi i momenti che contano. E voi potrete dire: c'ero anch'io. Luca questo lo dirà. «Il Mondiale è la cosa più bella che possa capitare a chi gioca al calcio», dice senza grande fantasia, con il solito mezzo sorriso sulle labbra. Portiere e gentiluomo: non parla di rivincite da prendere, di scetticismo da cancellare. E ci mancherebbe. Chi l'ha visto in campo contro la Norvegia ha capito che su di lui si può contare. Grande freddezza in ogni momento, presa sicura. Nell'amichevole premondiale di Parma contro la Finlandia aveva destato qualche perplessità, ma nel catino del Giants si è riscattato alla grande. Con Gianluca Pagliuca i rapporti sono buoni. Ma il portiere della Samp lo tiene a debita distanza. Amici sì, ma il posto conquistiamolo con una sana rivalità. Comunque, a poche ore dalla sfida con il Messico, il titolare ha creato attorno al debutto del compagno il clima giusto: «Speriamo che Marchegiani non compia neppure una parata, altrimenti mi porta via il posto». Un modo distensivo di tirare la volata al suo numero due, che lo sostituirà sia oggi che negli ottavi, vista la doppia squalifica rimediata da Pagliuca, espulso contro la Norvegia. Marchegiani sta allo scherzo: «Mi va benissimo. Firmo subito per un 2-0 senza che io tocchi mai il pallone». Sogni di una mattina di torrida estate americana. Stasera il lavoro non gli mancherà affatto. Teme il bomber Garcia, non la propria reazione di fronte alla «prima» in mondovisione: «La situazione era più difficile contro la Norvegia. Quando ho visto il cartellino rosso per Pagliuca mi sono sentito morire. Ma una volta in campo non ho avuto tempo per emozionarmi, il lavoro non è mancato. Oggi è diverso, prima di tutto l'approccio psicologico alla partita. Un conto è entrare a freddo, un altro è avere qualche giorno per preparare il debutto». In allenamento il suo atteggiamento non è mai quello dello scolaro che si distrae perché tanto sa che non deve essere interrogato. L'applicazione totale, l'attenzione meticolosa al dettaglio. Così, da numero uno quale si considera: «Sì, mi comporto sempre come se in campo dovessi andare io. E anche questa volta l'avvicinamento alla partita è stato identico. Neppure l'emozione è tracimata. Sento insomma una tensione giusta, quella delle occasioni che contano». Il recupero di Maldini lo rasserena, ma Luca non scarica i rincalzi: «Paolo è un titolare prezioso, ma noi panchinari non abbiamo demeritato proprio nella partita più delicata». E ora? L'antigiaguaro per eccellenza ha già idealmente infilato i guanti: «I messicani sono pericolosi sui tiri da lontano. Ma tutto il Messico è una bella squadra. Noi non abbiamo altri risultati utili se non la vittoria. Nel nostro gruppo la terza classificata non sarà ripescata. Ma è sicuro: a casa non si torna». Fabio Vergnano «All'espulsione di Pagliuca mi sono sentito morire poi è andata meglio. A casa? Non si torna certo» Un'amichevole stretta di mano tra Luca Marchegiani e l'altro numero I Erik Thorstvedt, alla fine della partita Italia-Norvegia al Giants Stadium