la sfida della paura o dentro o fuori di Ro. Be.

Italia-Messico, a Washington è d'obbligo vincere per essere sicuri di arrivare negli ottavi Italia-Messico, a Washington è d'obbligo vincere per essere sicuri di arrivare negli ottavi la sfida della paura; o dentro o fuori Cè Maldini, ci sarà il vero Baggio? WASHINGTON DAL NOSTRO INVIATO L'Italia che in undici si è arresa all'Eire e che in dieci ha sgretolato la Norvegia deve battere il Messico per accedere agli ottavi di finale di Usa 94. Un pareggio potrebbe non bastarle. Una sconfitta la spedirebbe a casa, novantanove su cento. Nel trasferimento dalla cuccia del Giants all'arena di Washington, dovremo prendere atto di una nuova realtà, più umida e, soprattutto, più messicana. Clima e pubblico, questa volta, tiferanno per i nostri rivali. Non sarà tutto, ma non è neppure poco. Il recupero di Maldini rende meno precario l'assetto di una difesa già «disertata» da Pagliuca (squalificato) e Baresi (operato). Si profila una partita a scacchi, infida, elettrica. Il et Mejia Baron ha, dalla sua, due risultati su tre: e questo, come già successo ai norve- gesi, potrebbe aumentare, invece di ridurre, i problemi di gestione. Gli attaccanti Alves, Hermosillo e Luis Garcia costituiscono il pezzo forte del Messico, la cui difesa, viceversa, appare tutt'altro che irresistibile, specialmente se presa in velocità o bombardata per via aerea, data la modesta stazza del portiere Campos. Alves, soprannominato Zague, è abile nei «tagli» dalla sinistra, e per questo Benarrivo farà bene a non distrarsi; la specialità di Hermosillo sono le sponde per Garcic, autore della doppietta che, a Orlando, ha fulminato gli irlandesi. In compenso, il centrocampo ruota attorno al truce Ambriz. Anche così, con Marchegiani e Apolloni, siamo convinti che l'Italia sia superiore al Messico. La presenza di Berti e Casiraghi garantisce peso e alternative agli azzurri. La preghiera che rivolgiamo all'Arrigo è di andarci piano con il fuorigioco. Pur non applicandolo quasi mai, il Milan di Atene cavò fuori uno straordinario partitone e stese il Barcellona nell'assalto all'Europa. La speranza è che il cuore soccorra gli schemi, armonizzandoli con la virtù dei singoli e le esigenze della sfida. Più che all'ombra della strepitosa vena di Signori, lo spareggio odierno nasce per la Nazionale nel segno di Roberto Baggio. Tocca a lui, e solo a lui, dimostrare che l'Arrigo sbagliò a toglierlo contro la Norvegia. Se ci riesce, il primo a brindare sarà proprio Sacchi. [ro. be.]