La civiltà dei libri «salva-vita» e l'inciviltà della vita sul video di Alessandro Baricco

r TIVÙ' & TIVÙ' La civiltà dei libri «salva-vita» e l'inciviltà della vita sul video ADDIO a Pickwick, addio a Stranamore. Alessandro Baricco e Giovanna Zucconi hanno salutato il pubblico di Raitre leggendo le pagine finali del libro di Dickens che ha dato il titolo al programma, quelle dove l'autore, proprio nell'ultima riga, riesce a scrivere la parola «morte», pure in un libro, dice Baricco, «che ti salva la vita». La trasmissione è terminata in leggerezza, con la lettura accompagnata al pianoforte da Roberto Cognazzo, sostituito in un passo da quel civettone del conduttore stesso. Baricco è stato una delle ultime scoperte di Angelo Guglielmi, che ne va fiero. Il programma-lancio fu «L'amore è un dardo», quello con le arie d'opera, dove più che le parole poteva la musica, spiegata anche agli agnostici. Dice Guglielmi: «Baricco è un gran narciso, ma è così bravo che gli si perdona anche quello». Un narciso di Raitre, beninteso, con la camicia dalle maniche rimboccate e i jeans. Un raccontatore, uno che ti invoglia a comprare i volumi di cui parla, come confermano gli stessi librai. Dopo la lettura delle ultime pagine del «Circolo Picwick», un controfinale da quarta di copertina. La Zucconi, orecchie da Topolino sulla testa, ha chiacchierato col suo compagno del vecchio Mickey Mouse. E lui a rispondere: «Ma io preferisco Paperone», mentre in sottofondo andava la musica di «Topolin Topolin, viva Topolin», quella stessa che, paradossale e tragica, chiudeva il film «Full Metal Jacket» di Stanley Kubrick. Grande immagine: i soldati marciavano in Vietnam inneggiando a Topolino. E su Canale 5 è finito «Stranamore», in questi giorni ancora una volta al centro delle cronache. E mica per un fatto da niente, una ragazza è stata addirittura violentata dopo che si era messa in contatto con l'uomo piangente in tv. L'altra sera Alberto Castagna ha riproposto le storie «migliori» dell'intera programmazione, con l'appendice del momento dedicata al com'è andata a finire. Quasi tutto in gloria, come i salmi. Chi si è sposato, chi si è rifidanzato. Che dire? Aleggia un'aria di immo¬ ralità, su tutta la trasmissione. Un'aria di sfruttamento. Si sfruttano le debolezze, e se ne fa spettacolo. La debolezza, naturalmente, non è la volontà di ritrovare il perduto amore: ma quella di comparire in televisione perché poi tutti ti riconoscono, in paese diventi qualcuno, hai dimostrato di avere il coraggio contemporaneo di andare a parlare dei fatti tuoi sul video. Domenica l'antologia comprendeva un episodio particolarmente aberrante: un marito che pensa bene di svelare alla moglie di averla tradita attraverso un messaggio inviato a «Stranamore». Da diventare violenti. Non per il tradimento, certo, ma per il modo incivile di rivelarlo. Nell'epilogo, la coppia si era ricomposta, lei diceva che col tempo l'avrebbe perdonato, e che comunque i figli avevano aiutato molto. Figli giovani e presenti in studio, povere creature. Ora, speriamo che si trattasse di una montatura, tutti d'accordo per comparire in tv. Sarebbe molto peggio, se la storia fosse vera. Alessandra Comazzi

Luoghi citati: Vietnam