Armati di bombe assaltano un furgone

Nuoro, rapina a un mezzo portavalori: uccisa una guardia giurata, feriti 2 colleghi Nuoro, rapina a un mezzo portavalori: uccisa una guardia giurata, feriti 2 colleghi Armati di bombe assaltano un furgone // commando ha usato fucili da guerra e un lanciagranate Bloccata la strada con un camion, 230 milioni il bottino NUORO ! NÒSTRO SERVÌZIO Un camion utilizzato come sbarramento all'uscita da una curva cieca; un tiro al bersaglio con fucili da guerra e lanciagranate contro un furgone portavalori; una guardia giurata uccisa, due colleghi feriti; un bottino di 230 milioni. E' stata una rapina, pareva un episodio di guerriglia trasferito di peso da una martoriata regione del Medio Oriente nel centro della Sardegna. Nell'era delle truffe informatiche, dei facili arricchimenti legati al traffico di droga, la criminalità del Nuorese ha riesumato spietati modelli vecchi di mezzo secolo: quando, negli anni a cavallo tra il '40 ed il '50, commandos di fuorilegge inquadrati come plotoni militari davai 1 l'assalto ai mezzi che trasportavano le paghe degli operai impiegati nella lotta contro la malaria. Gli emuli dei malviventi i cui nomi sono scritti in maniera indelebile negli annali del banditismo isolano - Giovanni Battista Liandru e Pasquale Tandeddu - sono entrati in azione ieri mattina, poco dopo le 8,30, sulla «provinciale» che collega Orotelli a Orani, a circa 23 chilometri da Nuoro. Strada percorsa da un furgone della cooperativa «Vigilanza Sardegna» che pochi minuti prima aveva fatto una sosta a Orotelli per rifornire di contanti, 20 milioni, l'ufficio postale. Al volante del mezzo blindato c'era la guardia giurata Fabio Mele, 21 anni, di Nuoro, al primo lavoro dopo la conclusione del servizio militare. Con lui due colleghi, Claudio Depalmas, 30 anni, di Lode, e Lussorio Pompitta, 35 anni, di Oliena. La trappola ò scattata, all'uscita di una curva senza visibilità, quando il pesante furgone aveva appena percorso un ponte, non lontano, un centinaio di metri appena, da una fabbrica che nella lavorazione del talco impiega un'ottantina di operai. Un camion ha sbarrato la strada alla «diligenza» carica di milioni e, prima ancora che i vigilantes potessero abbozzare una reazione, sei o sette banditi, armati di fucili Garantì e Kalashnikov ha aperto il fuoco contro il mezzo. Come in un'azione di guerriglia si è udito il tuono di un lanciagranate Rpg a razzo controcarro (un'arma russa in grado di perforare la corazza di un carroarmato). La «bomba» ha aperto il furgone blindato come una scatola di sardine, nell'urto tra i due veicoli il furgone assaltato è finito fuori strada e ha perso il parabrezza. Un proiettile ha centrato Fabio Mele al petto uccidendolo, mentre i due colleghi sono stati feriti. E' avvenuto tutto in un attimo, poi il crepitio degli spari si è quietato. Richiamati dalle detonazioni, alcuni dipendenti della vicina fabbrica si sono avvicinati alla recinzione dello stabilimento: un mitra spianato li ha convinti a mettere da parte la curiosità. Mentre i banditi arraffavano sacelli colmi di denaro (non era stato possibile conservare i soldi nella cassaforte perché il forziere era guasto) sulla «provinciale» sono sopraggiunti altri due camion e quattro auto: i passeggeri, una decina, sono stati tenuti sotto la minaccia delle armi automatiche. Poi il drappello dei fuorilegge ha preso il largo a bordo di due vetture, un'Alfa 164 e una Pegeot 306, rubate in precedenza e poi ritrovate dagli investigatori sulla strada che da Nuoro porta a Macomer. Anche il camioncino usato per l'assalto era stato sottratto al proprietario due settimane fa. E ciò testimonia con quanta cura sia stato messo a punto il piano della rapina. Nel giro di qualche minuto da un telefono della fabbrica di talco è stato lanciato l'allarme a polizia e carabinieri. Nel Nuorese è scattata una gigantesca caccia all'uomo nella quale sono stati utilizzati anche elicotteri. Ma dei banditi non è stata trovata traccia. All'imboscata, che richiama antiche imprese della malavita nuorese, hanno partecipato fuorilegge spietati cui non interessava probabilmente solo il bottino. Il commando cercava il morto dopo che, negli ultimi tempi, tre assalti simili erano falliti per la reazione delle guardie giurate. Con una tecnica mutuata dalle brigate rosse, è il giudizio dato in Barbagia, i malviventi hanno assassinato un vigilante per educarne 100. In altre parole, per rendere più malleabili le guardie giurate e convincerle, per il futuro, a cedere il tesoro senza combattere. Anche per questa ragione le indagini sono avvolte in un grande riserbo e gli investigatori hanno «isolato» i feriti ricoverati in ospedale a Nuoro e gli altri testimoni dell'imboscata. Corrado Grandesso ALL'USCITA DI UNA CURVA CON VISIBILITÀ ZERO, LE TRE GUARDIE PRIVATE DELLA "VIGILANZA SARDEGNA" SI TROVANO LA STRADA SBARRATA DA UN CAMION E L'AUTISTA NON RIESCE A EVITARE LO SCONTRO. IL COMMANDO, ALMENO OTTO PERSONE, FUGGE A BORDO DI DUE AUTO. UNA, UN'ALFA 164 ROSSA, VIENE RITROVATA PIÙ' TARDI, NON LONTANO DALLA ZONA DELLA RAPINA. m I VIGILANTES NON FANNO IN TEMPO A SCENDERE DAL FURGONE, CHE SI SCATENA L'INFERNO. I BANDITI ATTACCANO DA PIÙ' PARTI, CON ARMI AUTOMATICHE E BOMBE A MANO. L'AUTISTA FABIO MELE, COLPITO DA UN PROIETTILE, MUORE QUASI SUL COLPO. GLI ALTRI DUE VIGILANTES, NONOSTANTE I GIUBBOTTI ANTIPROIETTILE, RESTANO FERITI. DA UN LANCIAGRANATE A RAZZO DI PRODUZIONE RUSSA, I RAPINATORI FANNO PARTIRE UNA GRANATA CHE SVENTRA IL FURGONE BLINDATO: SI IMPOSSESSANO DEL BOTTINO [230 MILIONI IN CONTANTI] MENTRE ALTRI BANDITI TENGONO SOTTO TIRO ALCUNI AUTOMOBILISTI. tgp'tsfncud

Persone citate: Claudio Depalmas, Corrado Grandesso, Fabio Mele, Giovanni Battista