Il sindacato all'attacco «Diteci che volete fare» di Gian Carlo Fossi

Tremonti: «Niente condoni generali» Per l'anno prossimo inflazione fissata al 2,5 per cento Il sindacato all'attacco «Diteci che volete fare» ROMA. «Basta con le chiacchiere, ora vogliamo una proposta concreta»: con questa battuta Sergio Cofferati, segretario confederale della Cgil e prossimo leader dell'organizzazione, ha bollato l'ulteriore incontro svoltosi ieri a Palazzo Chigi fra governo e sindacati in una atmosfera di perdurante incertezza. Ai ministri Gnutti, Dini, Fiori e Mastella che si sono prodigati in dichiarazioni ottimistiche sull'andamento del confronto con le parti sociali, Cofferati ha dato un secco altolà. «Abbiamo avuto - ha detto - un altro incontro interlocutorio. Ora è il momento che si scoprano le carte. Si deve chiudere la fase istruttoria ed il governo deve presentare una proposta di merito sulle grandi questioni sul tappeto. Una proposta che deve essere collegiale per sgombrare il campo dalle troppe ipotesi circolate in questi giorni e porre fine al pericoloso clima di incertezza che ha già creato non pochi problemi anche sui mercati finanziari». Non basta ventilare che si farà questo e quello, che si creeranno centinaia di migliaia di posti di lavoro, che tasse e condoni segneranno il passo o che - lo ha precisato il ministro del lavoro Mastella - le misure sul mercato del lavoro sono pronte e su esse dirà l'ultima parola il presidente del consiglio Berlusconi quando tirerà le fila del confronto. Occorre passare, insiste Guglielmo Epifani numero-due della Cgil, dalle ipotesi generali e generiche ad un progetto articolato di strumenti di politica economica e finanziaria in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati. Sullo stesso tasto batte il segretario generale della Cisl Sergio D'Antoni. «E' vero che 11 governo Berlusconi - osserva D'Antoni ha sposato la politica dei redditi, però il matrimonio va consumato e debbono nascere i bambini». Fino alla fine di giugno proseguiranno le verifiche, ma dai primi di luglio «si impone un deciso salto di qualità»: il governo deve cominciare a definire i primi provvedimenti per attuare in tutte le parti l'accordo di luglio, dalla riforma del mercato del lavoro all'istituzione di una authority sulle tariffe, dalla creazione dell'osservatorio sui prezzi al coordinamento della domanda pubblica, dall'avvio delle trattative sui contratti del pubblico impiego al rilancio della formazione. «Per rendersi conto della lealtà dei comportamenti - aggiunge il leader della Cisl - dobbiamo vedere, in concreto, come si intendono applicare le indicazioni contenute nell'intesa». Cauto nei giudizi, ma deciso a controllare fino in fondo le intenzioni dei vari ministri, il segretario generale della Uil Pietro Larizza rileva: «I rappresentanti dei lavoratori vogliono sapere come gli obiettivi del governo potranno essere compatibili con una politica di sviluppo e vogliono essere dettagliatamente informati sulle politiche di bilancio che il governo si propone di varare». Per Larizza, comunque, alcuni elementi emersi ieri sono da considerare favorevolmente, come il deciso pronunciamento contro interventi-tampone sullo stato sociale. «Eventuali modifiche - aggiunge il segretario della Uil- dovranno avere carattere strutturale e comportare una riorganizzazione del sistema in grado di assicurare risparmi duraturi nel tempo». Dopo i sindacati, sono tornati a Palazzo Chigi i rappresentanti di Confindustria, Intersind e Confapi per approfondire i temi del mercato del lavoro, della politica dei redditi e della politica industriale. «La strada della consultazione va percorsa tutta anche per il mercato del lavoro - sottolinea il direttore generale della Confindustria Innocenzo Cipolletta - ma le misure di liberalizzazione vanno varate comunque al più presto, con o senza l'accordo fra le parti». Gian Carlo Fossi

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