Sulla manovra la bomba contratti

Dini promette il rinnovo agli statali, ma il governo è a caccia di fondi. Debito pubblico a 1.805.000 miliardi Dini promette il rinnovo agli statali, ma il governo è a caccia di fondi. Debito pubblico a 1.805.000 miliardi Sulla manovra la bomba contratti Gnutti: «Cerchiamo un terzo che paghi» ROMA. Non ci sono soldi in bilancio per rinnovare i contratti degli statali. Eppure il governo li dovrà trovare, se il ministro del Tesoro Lamberto Dini ha promesso ieri ai sindacati «una soluzione entro la settimana». L'attuale governo dà la colpa della dimenticanza al precedente; peraltro negli anni scorsi è stata pratica costante dei governi di non indicare i fondi per i contratti, in modo da non legarsi le mani nel negoziato. E' un altro «buco»; un'altra «copertura finanziaria» in bilico, dopo le polemiche dei giorni scorsi. Da qualche parte i soldi dovranno essere trovati; e si complica la scelta del governo di fare una manovra sui conti pubblici presto, ma con misure strutturali per ridurre la spesa, senza gragnuole di tributi vari. «Siamo alla ricerca di un terzo che paghi - commentava ieri mattina, sincero e naif, il ministro dell'Industria Vito Gnutti dopo il nuovo incontro con Cgil, Cisl e TJil perché i sindacati non vogliono che paghino i lavoratori dipendenti, che essi rappresentano; noi non vogliamo che siano coloro che ci votano». Intanto il governo stabilisce per il '95 un obiettivo di inflazione che è molto ambizioso: scen¬ dere al 2,5%. Rischia di far mancare 1500 miliardi la rinuncia a riproporre la tassazione dei fondi pensionistici integrativi, che d'altra parte bisogna agevolare. E mentre il presidente del Consiglio giudica «non sostenibile» il costo di sgravi fiscali per l'auto, vari ministri tornano ad esercitarsi su come rastrellare denaro senza ottenere in cambio un calo dell'indice di popolarità. Sono passati pochi giorni da quando Giuliano Ferrara è stato indicato come unico portavoce del governo; e già «a titolo personale» cominciano a riemergere pareri divergenti. Il ministro dei Trasporti Publio Fiori ripropone la sua idea dei «cinque condoni» tra i quali uno fiscale generalizzato. Ma il principale responsabile in materia, che è il ministro delle Finanze Giulio Tremonti, esclude un condono generalizzato: così riferisce il direttore generale della Confindustria Innocenzo Cipolletta dopo averlo incontrato. Al ministero delle Finanze si continua invece a lavorare sulla reintroduzione del concordato fiscale, che consentirebbe di chiudere in fretta, con versamenti dei contribuenti, molte delle cause di contenzioso tributa¬ rio; ma si preferisce, per una operazione del genere, non fare previsioni di introiti. Ma l'evasione è in aumento? Qualcuno lo ha pensato quando è cominciata a trapelare la notizia che il gettito dell'autotassazione è inferiore alle previsioni. Al ministero delle Finanze respingono questa interpretazione, sostenendo che le scelte dei contribuenti sono governate da fattori di lungo periodo. Non è escluso che anche qui si accuserà il governo precedente di aver sovrastimato le entrate. I dati completi sull'autotassazione di maggio-giugno, che in precedenza erano stati annunciati per ieri, ancora non sarebbero pervenuti; è certo però che rispetto ai 39.000 miliardi dell'obiettivo, qualcosa manca. D'altra parte il ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, che pure è in ottimi rapporti con Silvio Berlusconi, invita a riconoscere che nella finanza pubblica «i risultati del '94 non sono imputabili a cattive previsioni ma sono stati grandemente condizionati dalla recessione»; e confessa di essere costantemente preoccupato dei problemi di copertura finanziaria, «di difficile accertamento» e sui quali «la Ragioneria non ha potere di veto». Per intervenire sulle spese, Monorchio indica come sempre i grandi comparti, a cominciare da sanità e previdenza. «Io non perseguito i pensionati - dice - e ritengo che i diritti di chi è in pensione vadano salvaguardati, ma che bisogna rivedere meccanismi per chi in pensione deve ancora andarci». Intanto, secondo i dati diffusi ieri dalla Banca d'Italia, il debito pubblico accumulato, nella nuova più ristretta definizione, ammontava in marzo a 1.805.544 miliardi. Una cifra enorme, che riaccende antichi timori, come quello del consolidamento del debito pubblico. Avverte Cipolletta: «Il consolidamento è un suicidio. Ci pensano in molti, in Italia, in via surrettizia o diretta. La tentazione esiste per poter azzerrare tutto e ricominciare a spendere da capo. Ma sarebbe un suicidio». [s. 1.] Tremonti: «Niente condoni generali» Per l'anno prossimo inflazione fissata al 2,5 per cento DEBITO STATALE 1.805.544 DI CUI: fi medio UUNgp:TERM!NL IL DEBITO ITALIA dati in miliardi di lire \ 968.073 388.379 /raccolta UOSJALE, /debito 162.182 1.706.001 debito estero: 73.244 dell'Industria Vito Gnutti ha incontrato ieri i sindacati

Luoghi citati: Italia, Roma