«La cultura non è solo di sinistra»

Fini e il Cavaliere benedicono l'Associazione della libertà «La cultura non è solo di sinistra» Fini e il Cavaliere benedicono l'Associazione della libertà A Biella incontro di ex partisti, leghisti, Forza Italia, Ccd, An, e il Ppi sta a guardare NASCE IL CENTRO DESTRA BIELLA DAL NOSTRO INVIATO E' nata ufficialmente l'Associazione delle libertà, una «federazione tra tendenze diverse per dimostrare, che la cultura non è soltanto retaggio delle sinistre come si è creduto per troppi anni». Ed eccoli gli intellettuali ed i politici del centro-destra che tentano di unirsi in un unico polo che va dalla Fondazione liberlademocratica di Alberto Michelini e Riccardo Ghidella a Forza Italia dei Mennitti (il consigliere di Berlusconi) Ghigo e Meluzzi; dalla Lega dei Valditara, Gubetti, Lantella e altri deputati e senatori ad Alleanza nazionale dei Gasparri e Zacchera, dal Ccd dei Vietti (in rappresentanza di Ferdinando Casini) all'Unione di Centro del ministro Raffaele Costa. Eccoli allo scoperto gli uomini e le donne del nuovo movimento (per ora culturale) che ha fatto andare su tutte le furie il Senatur Bossi, ottenendo al contrario la benedizione di Cavalier Silvio e del capo dei post-fascisti Gian- franco Fini. Allo scoperto ma ancora asserragliati nel palazzo secentesco del conte Nicolò Sella di Monteluce, sulle colline di Croce Mosso a 25 chilometri da Biella. Lassù una quarantina di persone, ospiti dell'erede di nobili banchieri (grazie al filtro premuroso di un maggiordomo signorile nella sua giacca celeste quanto rigoroso nel selezionare gli ingressi) hanno potuto lavorare e confrontarsi lontano da occhi indiscreti, dietro le spesse mura gialle con stemma di casata dove abitò Quintino Sella. In questa cornice ricca di storia e di politica, il professor Giuseppe Valditara, docente universitario e leghista della prima ora, è stato eletto segretario, mentre il conte Nicolò è salito sullo scranno più alto, quello del presidente. Entrambi affiancati da un direttivo di 15 persone. Ne fanno parte: gli Azzurri, La Rosa, Ghigo e Meluzzi, i leghisti Gubetti, Lantella e Amirante, il leader della fondazione liberaldemocratica, Michelini con l'ex pattista Ghidella, il cristiano democratico Vietti, l'An Zacchera, il radicale Angelo Pezzana, il giornalista e politologo Saverio Vertone. ASsente ma cooptato ne direttivo anche Mimmo Mennitti, consigliere di Silvio Berllusconi. Raduno alla spicciolata quello di questi ex «carbonari» che per tre mesi hanno cercato di organizzarsi in segreto. Alle 15,30, un'ora prima dell'apputamento generale, 10 storico palazzo giallo ha aperto le porte a Riccardo Ghidella e Carlo Merani (responsabile del programma della Fondazione liberaldemocratica). Con loro i popolari Cantoni e Andolfato, entrambi del direttivo del Centro «De Gasperi», per ora in veste di osservatori. Poi via via gli altri. Alle 16,30, Michele Vietti, poi il vercellese Radaelli, 11 vicedirettore dell'Informazione, Enrico Cisnelli («Sono qui a titolo personale»), Alberto Michelini. Apre il dibattito, il professore, un Valditara che non si stanca di spiegare che non c'è un nuovo partito, ma un gruppo di uomini e donne dalla cuultura e dalle esperioenze diverse che avviano un confronto, un esperimento che più in là potrebbe anche proiettarsi in un'avventura politica comune. Parlano Vertone, Gubetti, Meluzzi, Michelini, Nicolò Sella, altri. Fuori piove, diventa buio presto. Si passa alle nomine e l'«interpartito del centro-destra» diventa realtà. Giuseppe Sangiorgio In alto Alberto Michelini leader della fondazione liberaldemocratica A destra l'ex consigliere regionale e comunale Angelo Pezzana

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