Il Settimo fa la pace con i Sioux di Paolo Passarini

Gli eredi dei cavalleggeri e dei guerrieri s'incontrano a Fort Meade Il Settimo fa la pace con i Sioux A120 anni dalla sconfitta di Little BigHom Gli eredi dei cavalleggeri e dei guerrieri s'incontrano a Fort Meade WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La battaglia di Little Big Horn durò pochi minuti, ma ci sono voluti quasi 120 anni per organizzare la prima cerimonia di riconciliazione tra il Settimo Cavalleria e gli indiani Sioux, Cheyenne e Arrapano, che massacrarono George Armstrong Custer con 225 dei suoi uomini. Il 118° anniversario della battaglia è caduto sabato scorso mentre a Fort Meade si fumava il calumet della pace. Fort Meade diventò la base del 7° Cavalleria proprio dopo il massacro di Little Big Horn. Lì, tra le pianure del Sud Dakota, sono convenuti rappresentanti dei Lakota, come preferiscono chiamarsi i Sioux, dei Cheyenne e degli Arrapano per incontrarsi con una delegazione del 7° Cavalleria. Era presente addirittura un generale, Hai Moore, oggi pensionato, assieme a 25 veterani del reggimento. Dall'altra parte, le presenze più illustri erano Linus End of Horn (Fine del Corno), discendente di Capo Gali, e Sylvan Brown, la cui bisnonna era sorella di Toro Seduto. «Cominciammo come avversari - ha detto Francis Whitebird (Uccello Bianco), commissario per gli Affari Indiani dello Stato - e oggi, fin dalla prima guerra mondiale, combattiamo dalla stessa parte. Pensiamo sia venuto il momento di incontrarci per riconoscerci l'un l'altro come amici». Infatti, parecchi indiani hanno servito o servono oggi sotto le insegne del 7° Cavalleria. «Tutto questo è molto giusto - ha detto Ed Daily, presidente dell'Associazione 7° Cavalleria.- Per noi fu una battaglia, ma oggi rispettiamo le ragioni di chi allora combatteva contro di noi per salvare la sua terra». Nel corso della cerimonia è stata firmata una simbolica proclamazione di riconciliazione. Come al solito qualcuno si è incaricato di turbare questa atmosfera di serenità, ricordando che la storia non perdona. Un editoriale comparso su «Indian County Today» ha apertamente invitato gli indiani a boicottare la cerimonia: «Gli indiani che non vennero subito sterminati vennero poi forzati a firmare trattati con la fame e i maltrattamenti. Pensate che il popolo di Israele organizzerebbe una cerimonia di riconciliazione con i nazisti che cercarono di sterminarlo?». Il Bear Butte Council è stato meno drastico, ma si è opposto a che le cerimonie tocchino anche la montagna sacra di Bear Butte: «In quel posto militari e governativi non devono entrare». Paolo Passarini A sinistra l'epica battaglia e a destra un'immagine del più noto dei capi indiani: Sitting Bull (Toro Seduto)

Luoghi citati: Israele