«Passate al setaccio i beni di Andreotti»

Nel mirino anche i conti dei famigliari del senatore, di Ciarrapico e del giudice Carnevale Nel mirino anche i conti dei famigliari del senatore, di Ciarrapico e del giudice Carnevale «Passate al setaccio i beni di And reotti» L'ordine dalla procura di Palermo PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I magistrati hanno dato un altro dispiacere a Giulio Andreotti. Dalla procura di Palermo è par tito un ordine preciso per il nucleo di polizia tributaria della Finanza: eseguite accertamenti patrimoniali sul conto del senatore a vita indagato per concorso in associazione mafiosa. Non solo. La richiesta imponeva verifiche della stessa natura per altre 47 persone, variamente legate all'ex presidente del Consiglio. Fra queste, la moglie, i quattro figli, il genero, la nuora e cinque nipoti di Andreotti, l'imprenditore Giuseppe Ciarrapico e il suo intero nucleo familiare, l'ex presidente della prima sezione penale della Corte di Cassazione, Corrado Carnevale, e i suoi più stretti congiunti, l'ex senatore Claudio Vitalone, suo fratello Wilfredo, e le loro famiglie, il costruttore Gaetano Caltagirone. Ma l'indagine condotta per alcuni mesi, secondo indiscrezioni, non avrebbe messo in luce alcunché di rilevanti ai fini dell'inchiesta sul senatore democristiano. Tuttavia, la notizia ha stizzito Andreotti. L'ex presidente del Consiglio se l'è presa a male: «Personalmente non mi interessa che loro guardino la mia posizione, ma non mi vanno bene tutte queste forme di scorrettezza, di dar notizia ai giornali invece di fare dei provvedimenti e di tirare delle conclusioni dopo un anno e mezzo». Già le conclusioni. I magistrati della Procura di Palermo stannno terminando di mettere ordine nell'enorme mole degli atti processuali su Andreotti, circa trentamila pagine raccolte in trenta grossi fascicoli. Sono gli ultimi passaggi formali, che.preludono alla chiusura dell'inchiesta, attesa per la prossima settimana quando gli atti verranno trasmessi all'ufficio del gip per la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio. Solo allora la richiesta, anticipata dalla Procura già il 21 maggio, sarà tecnicamente presentata. Il gip chiamato a decidere se l'ex presidente del Consiglio dovrà o meno essere processato per concorso in associazione mafiosa è Agostino Gristina. Ma l'inchiesta potrebbe riservare un colpo di scena tecnico. Gli avvocati del senatore a vita hanno chiesto il trasferimento dell'inchiesta da Palermo a Roma per competenza territoriale. Lo ha rivelato lo stesso Andreotti, denunciando che la richiesta di rinvio a giudizio non è ancora stata presentata al giudice per le indagini preliminari. «I magistrati - dice Andreotti in un'intervista a "Avvenire" - il 20 di maggio, siccome scadeva il termine di un anno per le indagini, avrebbero dovuto chiedere una proroga o il rinvio a giudizio. La proroga non l'hanno chiesta e invece un mese fa ci dissero che presentavano la richiesta di rinvio a giudizio al giudice per le indagini preliminari. Ma il mio avvocato, che si è sempre tenuto Prime vittime una coppia di turisti tedeschi «giustiziati» per aver travolto con il camper il suo cane in contatto, mi ha detto che non l'hanno ancora presentata». E sulla questione della competenza Andreotti spiega: «Ci sono alcuni elementi che dovrebbero far trasferire l'inchiesta. I magistrati di Palermo dicono che io avrei dato una collaborazione esterna alla mafia, cioè non sarei mafioso ma il riferimento romano della mafia. Dunque romano. Poi sono andati a chiedere come si formavano i provvedimenti del Consiglio dei ministri da me presieduto. Anche questo non riguarda Palermo». E' sceso in campo anche l'ex senatore Claudio Vitalone, rein¬ Sopra il giudice Carnevale. Da Vitalone e Andreotti con IL FORZIERE DI GIULIO ROMA sin la f tegrato da pochi giorni nelle funzioni di giudice: «Mi sembra una notizia poco verosimile. Iscrivere in un provvedimento giudiziario il nome di bambini in tenerissima età che, in quanto privi della capacità d'agire, non possono essere titolari di autonomi rapporti patrimoniali, sarebbe un colpevole abuso o uno sconcertante errore. Non meno grave sarebbe un'indagine mirata indiscriminatamente contro persone che hanno avuto con Andreotti soltanto un limpido rapporto politico o, addirittura, nessun rapporto. Ci troveremmo al cospetto di una ingiustifi¬ L'ex leader: indaghino pure ma decidano in fretta sul processo I legali: l'inchiesta passi a Roma nistra: Ciarrapico figlia Maria Elena cata vessazione che, nel mio caso, assumerebbe addirittura i contorni di una inaccettabile persecuzione. Sono già stato, insieme a tutta la mia famiglia, sottoposto per iniziativa del dott. Armati ad una severa indagine patrimoniale, i cui risultati sono stati valutati appena due settimane fa dal Tribunale di Roma che mi ha assolto con ampia formula da tutte le accuse che mi erano state ingiustamente rivolte. So che il dott. Caselli è un magistrato responsabile e rifiuto eh pensare che egli possa aver consentito simili abusi». La signora Livia, moglie del senatore gni. Tanto ha incassato, infatti, tra diritti d'autore, pensione di giornalista e indennità parlamentari. Cifre più o meno simili si registrano anche negli anni precedenti: 687 milioni nel 1991, 640 milioni nel 1990, 503 milioni nel 1989. Bisogna scivolare al lontano 1983 per trovare un reddito inferiore ai cento milioni. Forse, responsabile di quella perfor- [a. ra.j

Luoghi citati: Palermo, Roma