Scalfaro; guai a inneggiare solo ai vincitori di Alessandro Galante Garrone
Scalfaro; guai a inneggiare solo ai vincitori Scalfaro; guai a inneggiare solo ai vincitori «Anche nella Resistenza c'erano divisioni, ma si trovò un accordo» tiamo per noi le penne del pavone. Sono gli Alleati che hanno sconfitto il nazismo e la sua trista appendice. Dietro di essi abbiamo vinto anche noi. Non è stato un miracolo, ma il riscatto di fronte al mondo e all'avvenire dell'onore nazionale; e questo riscatto, pagato col dono così grave del sangue più generoso, resta una cosa grande nella storia di un Paese che pareva civilmente e moralmente paralizzato dall'inquinamento fascista». Così diceva Pani, e aveva ragione. Sì, anche i partigiani italiani hanno vinto, con sacrifici immensi. Ed è stata una cosa grande. Ma oggi, specialmente nell'ora che stiamo vivendo, dobbiamo aggiungere che abbiamo vinto solo in parte, e riconoscere che molte forze estranee e contrarie hanno concorso, già all'indomani della liberazione, a mortificare il nostro slancio rinnovatore: gli Alleati stessi, il governo di Roma, il resto del Paese che non aveva vissuto (e sofferto) la guerra di libe¬ razione. Ci fu una parte vincente, e una parte perdente. Sul «vento del Nord», come allora dicevavamo, prevalse un altro vento, che soffiava da varie parti, in una parola dalla vecchia Italia, oggi ancora viva, e forse più forte che mai. Compagni partigiani, voi sapete bene che la libertà non può mai definitivamente scomparire dalla storia. Essa è una perpetua riconquista. E' inutile piagnucolare sulle vicende dell'ora che volge. Esse non sono che un attimo nell'eterno fluire del tempo. Dipende anche da tutti noi, dalla nostra volontà inesausta, che l'attuale momento non sia troppo lungo. La fedeltà al nostro passato non può conoscere soste o tramonti. Dobbiamo trasmetterla ai nostri figli e nipoti. Questo modesto superstite della nostra generazione vi ringrazia e saluta. Alessandro Galante Garrone
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