Esplode la Soccermania

Dopo il successo sulla Colombia, gli yankee s'innamorano Dopo il successo sulla Colombia, gli yankee s'innamorano Esplode la Soccermania «Non è uno sport solo per scimmie» r Presagi di un dramma Un gruppo di americane allo stadio: dirittura a quella che soltanto due giorni fa sarebbe parsa una bestemmia: mette il successo della Nazionale nello stesso titolo di quello dei Rockets, però, chissà se soltanto rispettando l'ordine cronologico, cita per primo quello del calcio: «Wow! Osa, Rockets wins». Dove wow sta per «mamma mia»! Poi ci sono gli eccessi che preoccupano, perché potrebbero generare una controreazione: qualcuno avvicina Bora Miluti- J |,Jl !;!:J^ anche i ti novic, il serbo et della Nazionale Usa, all'Annibale della battaglia di Canne, al Napoleone della battaglia di Austerlitz. Ci sono state sedute ormai medianiche di rievocazione di altri grandi successi dello sport Usa: per esempio la vittoria contro l'Urss nell'hockey su ghiaccio ai Giochi olimpici di Lake Placid 1980. Meola e Balboa e Caligiuri e Ramos sono accostati da taluni a Michael Jordan, a Jo Montana: nel senso almeno che sono i più ECONDO me, la più bella trasmissione è stata quella dell'incontro tra Colombia e Usa. Bella, la trama: un feticcio del calcio spettacolo giustiziato dal calcio agonismo. Non dimentico i giudizi superlativi ascoltati sul conto della Colombia, la certezza di molti, di troppi esperti, sulla possibilità di grandi affermazioni della squadra allenata da Maturana. Già, da inesperto in tutto, nullologo quale sono, mi permetto di avanzare dubbi sulla categoria degli esperti, e gli esperti si fanno in quattro per darmi ragione. Ma non perdiamo tempo. La trasmissione Colombia-Usa è stata bella, televisivamente parlando, per vari motivi: 1) il vigore e la geometria degli schemi americani, la volontà Usa di imporsi agli avversari^) la perfetta regia del nostro Nazareno Balani, capace di andare a cogliere un sorriso di atleta, pur non abbandonando il concitato svolgimento della competizione; 3) lo sportivissimo e limpido comportamento del pubblico americano neh'incoraggiare la propria squadra; 4) il buon arbitraggio di Fabio Baldas, un triestino che ha dato la dimostrazione che si può anche calcare un manto erboso d'America senza disonorarsi anche se alla moviola di Dribbling Mondiale l'invidioso Bruno Longhi gli ha rimproverato un fuorigioco sbagliato seppure ininfluente; 5) il telecronista Carlo Nesti ha funzionato ottimamente, da solo e insieme con Stefano Bizzotto. Cinque buoni motivi per esser stati svegli tra l'I,25 e le 3,35 della notte. E poi siamo sprofondati, di nuovo con il giorno, nel tormentone Italia-Norvegia. A questo proposito i servizi segreti e palesi della nostra televisione sono stati, a dir poco, vomitevoli. Tutti senza distinzione di testata e di soldo si sono impegnati allo stremo, a presentare la se- custi do stre: Gran momento, con un bel frullato di dichiarazioni dei calciatori che non si sentono solo vittoriosi sulla Colombia, ma protagonisti di un passaggio storico nonché artefici di una immensa soddisfazione personale. Ha detto Wynalda, quello che con il gol alla Svizzera, nella prima partita, ha schiodato la squadra dalla paura di una ennesima brutta figura nel torneo mondiale: «Ora ci riconosceranno per strada, ora non dovremo più perdere tempo a spiegare che razza di sport pratichiamo». Gli Stati Uniti non vincevano partite, ai Mondiali, dal 1950, quando con un gol di un oriundo haitiano (anche allora la Nazionale Usa era farcita di gente di origini assortitissime) sconfissero l'Inghilterra, umiliarono i «maestri» che si affacciavano con sussiego alla grande manifestazione, sin lì da loro snobbata. Ci fu allora un'agenzia internazionale di stampa che, ricevuto un dispaccio dal Brasile dove era avvenuto il sacrilegio, pensò che 1 -0 fosse un errore, potesse soltanto significare 10 per l'Inghilterra, e diramò notizia di un successo da pallottoliere degli inglesi. Stavolta la vittoria è stata sacralizzata dal video, dopo le ultime notizie su O.J. Simpson e in contemporanea con i primi canestri degli Houston Rockets, a fare la trimurti dell'attualità. guente situazione: i grandi, belli, radiosi norvegesi con figli e mogli a giocar su uno dei prati della Princeton University sicuri di averci già pappato con tutte le ossa e il groviglio dei meschini italiani con il mal di pancia per l'immediato futuro, alle prese con tutti i loro complessi, la loro stessa paura della vita con in mezzo uno con gli occhi da matto che predica, si racconta favole e poi si smentisce da solo. Hanno scritto cose simili anche i giornali, è vero, ma la televisione ci ha presentato delle immagini selezionate per significare l'ineluttabilità della sconfitta. Ora, non vorrei dire una sciocchezza, ma come diligente lettore e ammiratore dei bellissimi romanzi pubblicati dalla audace casa editrice Iperborea che divulga tra noi i capolavori della letteratura scandinava, non mi sento di sostenere che i civilissimi nordici siano tra le popolazioni più dotate d'allegria. Non mi pare il carattere saliente dei personaggi di tante narrazioni scandinave. Questi calciatori norvegesi qui fanno eccezione? Può darsi. Ma gli italiani di solito non vengono dichiarati incoscienti, fatui, leggeri, troppo pronti a divertirsi senza addossarsi le proprie responsabilità? Vogliamo fare il confronto tra il numero dei suicidi di quaggiù e di lassù? Anche questi calciatori italiani costituiscono un'eccezione? Il direttore del Tg2 Paolo Garimberti s'è svegliato comunque dicendo che avremmo vinto. fosi yankee cominciano a infiammarsi per gli eroi del soccer grandi del calcio, così come quelli lì sono i più grandi del basket e del football americano. Gran momento. Naturalmente si affaccia sulla scena anche Kissmger, che ha propagandato da queste parti il calcio in tempi non sospetti, e fa notare che il publico degli stadi è in larga parte formato da statunitensi «veri», anglosassoni o di antica emigrazione, non da persone con ancora forti nostalgie di casa, compresa la nostaglia calcistica. Gian Paolo Ormezzano MONDIALI FLASH :::::::;:::;::y->';:::;::::.:;:;::-::::;: CRIMINALI E POLITICI. La passione per i Mondiali accomuna parlamentari e delinquenti russi: entrambe le categorie disertano il rispettivo lavoro per non perdersi le partite trasmesse in piena notte. Alla Duma è mancato il numero legale per il voto sul bilancio dello Stato; i crimini a Mosca crollano anche del 70% durante i match. UN FIUME DI BIRRA. La vittoria dell'Irlanda sull'Italia è stata un trionfo anche per la Guinness (sponsor della squadra). Nei pub londinesi si segnalano constimi cinque volte più alti del solito e molti hanno chiesto «rifornimenti di emergenza». GIAPPONE SI CANDIDA. Il Giappone vuole ospitare i Mondiali del 2002 e chiederà l'appoggio dei sette Paesi più industrializzati in occasione del vertice che si terrà a Napoli dall'8 al 10 luglio. Lo ha annunciato il primo ministro giapponese Tsutomu Hata, che vuole strappare la manifestazione alla Corea del Sud. DONNE E ALCOL Donne e birra a gogò per la Svizzera dopo il trionfo sulla Romania. L'allenatore Roy Hodgson, severo teorico della castità, ha schiuso le porte a Bacco e Venere per celebrare la prima vittoria elvetica (dopo 40 anni) in un Mondiale. Il festino è durato fino a mezzanotte. Poi è suonata la ritirata. NIENTS HOOUGANS. Tifosi numerosi e esuberanti, grandi bevute e canti di gioia, ma fortunatamente nessun incidente. Usa 94 ha sfatato un altro mito: quello della guerriglia teppistica dopo i match, tanto paventata dagli organizzatori. SALTA LA MESSA. Oggi i preti irlandesi non diranno Messa nelle chiese cattoliche della Florida. Il vescovo locale ha dato loro il permesso di andare al Citrus Bowl ad assistere a Eire-Messico. TIFO DA INFARTO. Un cittadino del Bangladesh, appassionato tifoso del Brasile, è stato colto da un infarto al primo gol di Romario contro la Russia. Nel Paese asiatico il calcio è lo sport più seguito. Dopo infuocate manifestazioni gli studenti hanno persuaso il governo a spostare gli esami a Mondiali conclusi, e centinaia di carcerati sono scesi in sciopero della fame per la tv in prigione. UN CUORE BUONO. Una comitiva di tifosi irlandesi, truffati da un'agenzia di viaggio e rimasti per strada alle porte di Boston senza albergo, biglietti, mezzi di trasporto, hanno incontrato un benefattore: Thomas Flatey ha speso 14 mila dollari (23 milioni) per trasportarli in bus a Orlando e alloggiarli in albergo. SCOMMESSA FATALE Un thailandese si è impiccato dopo la partita Olanda-Arabia Saudita. Aveva scommesso i suoi risparmi sulla vittoria degli olandesi con due gol di scarto. Ha lasciato un biglietto per la moglie: «Addio amore. Abbi cura di nostra figlia. Ci vediamo nella nostra prossima vita».